Ricerca personalizzata

martedì 19 febbraio 2008

Mettersi in proprio

Viviana (città del Nord)
.... Vi ringrazio, prima di tutto per la Vostra presenza nella rete e per l'utilissimo servizio da Voi offerto.Vorrei porVi una domanda, in sè abbastanza breve, ma che richiede un lungo preambolo, per farVi comprendere appieno la mia tragica situazione ed escludere il dubbio sul fatto che la mia intenzione non sia stata presa con cognizione di causa.Ho lavorato, dal 2004 al 2005 come "stagista" (non retribuita e senza nessun "contratto") e dal settembre 2005 al 14 gennaio 2008, con contratto a progetto "finto", con retribuzione, diciamo, "da stagista".Il datore di lavoro mi ha gabbato, rischiando così, di compromettere il mio futuro.Ho frequentato una scuola creativa privata dal 2001 al 2004, per un corso triennale in Art Direction in pubblicità. Di tutti i diplomati del mio anno (nel mio stesso reparto, quello creativo, 4 sezioni da 30 studenti ciascuna), una sola persona è stata in grado di penetrare (con successo) in questo sistema molto elitario (grazie alle conoscenze giuste. Non parlo di raccomandazioni dall'alto, ma semplice possibilità di stringere amicizie con creativi già solidamente inseriti).Io, attraverso parecchi mesi di lavoro, che consisteva semplicemente nell'invio del mio curriculum creativo (lavori svolti nel triennio di corso, presentati con un'impaginazione creativa), allegato a un'email di presentazione, creativa e personalizzata per ogni destinatario, ad ogni singolo creativo (art director, copywriter e direttori creativi) di ogni grande agenzia di Milano (una decina circa), sono riuscita ad ottenere un colloquio con almeno un direttore creativo per ogni agenzia.Questo significa che, comunque, non ho sprecato tempo e danaro in quella scuola. Anche solo 5 minuti di colloquio con un direttore creativo, equivale a 30 secondi di udienza dalla Regina Elisabetta. Se ti regalano 5 minuti del loro tempo, significa che c'è del potenziale appetibile. Non lo fanno certo per cortesia.Purtroppo, per efficenza dell'ufficio stage di una scuola "concorrente", ogni colloquio effettuato era comunque a "fondo perduto", dato che i posti in stage disponibili erano tutti già occupati da studenti di quella scuola; stage che, per motivi pratici, vengono abitualmente prolungati per svariati mesi.Ho, quasi per scherzo, inviato un curriculum anche a un art director a New York, sempre di una multinazionale presente anche a Milano. Là, pare che ci sia molta più disponibilità di stage e dopo svariati colloqui via email e "test" mi era stata proposta una prova, RETRIBUITA, di sei settimane (confermatami anche dal direttore creativo del team in cui lavorava questa persona). Per vicissitudini non volute ho però dovuto interrompere il contatto-Ho perso un'enorme occasione, ma comunque, il fatto di essere stata contattata da un'agenzia di New York, mi ha fatto superbamente pensare che non devo essere poi tanto incapace come art director.Non ho avuto la forza interiore di insistere. Quindi, abbandonato, con gran dispiacere, il sogno che avevo fin da bambina (di fare le pubblicità, quelle in televisione), ho accettato la proposta di xxxxx, che gestiva con successo, da circa un anno, una piccola web agency nella provincia di xxxxxx. All'inizio, il mio ruolo era solo quello di assistere, aiutare, per quel che potevo, nell'esecuzione di lavori grafici e imparare il mestiere del web designer.Non avrei mai potuto intuire che tutto ciò non sarebbe mai accaduto.Dopo circa un anno, mi è stato proposto un contratto a progetto, a 450€ mensili. L'accordo consisteva in 4 ore di lavoro normale (occupandomi dei progetti ADV "extra", non essendo l'attività contemplata tra quelle dell'agenzia) e 4 ore di puro studio in autonomia (principalmente di programmazione), con l'affiancamento di xxxxx come tutor.Mai successo. 8 ore piene e anche di più. Per 3 anni. Ingenua e illusa io, certo, ma la speranza che, un giorno, qualcuno mi avrebbe insegnato qualcosa di nuovo, ardeva in me. A gennaio 2007 venne assunto (con contratto a progetto) un nuovo programmatore, con già due anni di esperienza in un'agenzia di Milano.Il fatto che questa persona, appena arrivata (con meno anni di "esperianza" di me, anche se più specifica) guadagnasse già 1.100€ netti, mi innervosiva. Ma tenevo duro, nella vana speranza che la mole di lavoro venisse ben distribuita e che qualcuno avanzasse un po' di tempo per insegnarmi qualcosa.Ovviamente, nulla di tutto ciò è successo. Nel frattempo il mio lavoro di declassava sempre più. NON AVEVO DIRITTO di intervenire, con le competenze acquisite durante i miei studi (poca cosa, ma cognizioni base di grafica e percezione visiva, comune ad ogni essere umano, quindi applicabili anche a un biglietto da visita).In aprile scorso mi viene comunicata la fusione del nostro studio, con la ditta che si occupava della gestione dei nostri server. La nuova gestione ha portato a una mia "promozione". Da 450€ a 850€. Che dopo 4 anni di apprezzato servizio, mi sono sembrati un insulto. Soprattutto perché, per questo aumento, la mia occupazione sarebbe stata anche quella di centalinista. Quindi, esprimo la mia intenzione di cercarmi un'altra occupazione.C'è da dire che io, in questi 4 anni, non sono stata certo con le mani in mano. A discapito delle ore di sonno necessarie al mio fisico e dello svago necessario alla mia mete (e alla mia vita sociale), ho autonomamente imparato l'utilizzo (ottimo) del linguaggio di programmazione ActionScript 2.0 (che vi assicuro, non è cosa da poco, da autodidatta), necessario nella costruzione di siti Flash (quindi animati, ma non necessariamente "infantili e pacchiani", come molti credono) con contenuti dinamici (facilmente aggiornabili) e interattivi (termine che può riguardare anche un semplice form di contatto).Le mie dimissioni dalla società sono state causate dall'assunzione di una copywriter e dell'assegnazione di quest'ultima (al secondo giorno di lavoro) alla creazione di un annuncio pubblicitario (inaccettabile che io, dopo 4 anni, non sia nemmeno stata interpellata).Detto tutto ciò, non mi resta altro che lavorare per conto mio.Il mio dubbio riguarda la P.IVA. Una mia amica, anche lei webdesigner, freelance da qualche anno, mi dice di non avere P.IVA e di utilizzare la ritenuta d'acconto. Ma non è stata in grado di spiegarmi in che modo funziona.Anche attraverso ricerche su internet, non comprendo come la ritenuta d'acconto possa "rimpiazzare" la P.IVA in un'attività autonoma.Inoltre, vorrei tenermi una "porta aperta" a occupazioni alternative, salvagente, come promoter nei supermercati (come una studentessa, sì). Io ho veramente una gran paura di essere "mangiata" dal sistema fiscale o di essere snobbata sul mercato come professionista. E dopo tutti gli anni di studi e impegno nella comunicazione visiva, ci terrei proprio a restare nel settore.E' veramente possibile fare tutto ciò con la ritenuta d'acconto?Perdonatemi se mi sono dilungata nei dettagli, ma mi sembrava importante sottolineare che, ho sì riposto male la mia fiducia, ma che non sono stata ad aspettare la manna dal cielo, mi sono veramente data da fare (e sono già stanca come se avessi 80 anni, non 27) e che ho paura dello Stato Italiano (che si permette anche di prendermi in giro).....”

Cara Viviana,
ho tagliato la Tua lunghissima lettera ma ciò che pubblico è comunque utile a comprendere il problema e probabilmente può servire ad altri lettori.
Venendo alle Tue domande finali, come ho già detto in passato, noi rispondiamo solo a questiti di cui abbiamo sicure conoscenze, nell'ambito delle vendite, marketing, pubblicità, gestione rapporti, comunicazione ecc..ecc..
Non abbiamo esperienza nei rapporti e contratti di lavoro, ne tantomeno nelle questioni fiscali. Quest'ultime poi sono talmente delicate, con continui aggiornamenti, per cui è meglio che le fonti siano altre e più ufficiali.
Posso dirTi, ma non prenderlo come oro, che la ritenuta d'acconto si fa quando nell'arco dell'anno vengono svolti saltuari lavori (pochissimi) e sempre con datori di lavoro diversi. Se fosse sempre lo stesso...il rapporto non può essere con ritenuta.
La ritenuta non prevede contributi INPS. Il valore massimo di tutto il lavoro saltuario, se ben ricordo e se è ancora valido, dev'essere di poco meno di 5000 euro all'anno. Ci sono però continue restrizioni ed anche molti ma molti controlli per verificare che il rapporto di lavoro sia effettivamente saltuario.
Quindi, se vuoi davvero saperne di più, con assoluta certezza, devi solo andare all'Ufficio delle Entrate della Tua città. Ci sono persone appositamente predisposte per darTi tutti i chiarimenti e, dati da loro, hanno un altro valore. Potrai chiedere tutto, senza alcun problema e uscirai certa di non sbagliare.
Venendo invece alle Tue vicissitudini, che devo dirTi? Sino ad oggi non Ti è davvero andata bene ma, credimi, quello che Tu hai passato è abbastanza la norma per i giovani. Al di là d'esserTi trovata silurata da un rapporto che non avrebbe dovuto; ciò che hai vissuto con la scuola è stata tutta una farsa.
Vorrei ora darTi qualche consiglio:
primo, non scoraggiarTi. InsisTi se puoi, nella ricerca di un lavoro in Agenzia. Non piangerTi addosso, Ti prego. Se continui a farlo, non Te ne libererai più e diventerai schiava di quello che è un “gioco psicologico” pericoloso. Mi è andato tutto male o mi è andato tutto storto, sono concetti da dimenticare. Le cose sono andate come sono andate per una serie di situazioni che non sono mai dipese della Tua preparazione. Quindi, dimentica e ricomincia con la grinta iniziale.
secondo parallelamente alla ricerca di un aSocietà, porta avanti ogni possibile ricerca di altre attività, senza aver paura di svolgere un lavoro che non sia quello per cui hai studiato (sapessi quanti lo fanno ed a volte, va addirittura meglio).
Terzo: se hai la possibilità di rintraciare amici con cui hai studiato, perchè non pensate, in gruppo, di formare magari una cooperativa ed andare così ad offrire i Vs. servizi in modo globale? La sede può essere presso una Vs. abitazione, uno scantinato o, perchè no, ognuno a casa propria. Oggi ci si può colegare col mondo, senza muoversi! E' sufficiente che il gruppo contenga persone con espereinze e compiti diversi. In questo modo ridurrete le spese all'osso. Pensaci.
Quarto: sei una creativa e quindi sai cosa vuol dire pensare in modo laterale. PoniTi la domanda: “a chi può servire una mia mano?” Troverai molte altre strade a cui magari non hai pensato. Ad esempio: le TV locali passano spot orribili di clienti che non sanno nemmeno lontanamente come pubblicizzare. Questo perchè si affidano a cose fatte in casa; ad intuizioni. Perchè non parlare con qualche emittente offrendo loro un servizio di creazione da poter offrire ai potenziali clienti? Una consulenza, se vuoi, od un rapporto continuativo con qualche Rete, che aumenti il valore delle loro offerte. Un cliente contento di una buona proposta, potrebbe divenire un cliente interessato ad altri successivi lavori.
Quinto: se vuoi divertirTi, Ti propongo un gioco. Ami la pubblicità televisiva e quella sui media. Probabilmente molte volte, vedendo uno spot Ti sarai detta che non è efficace; che l'idea è sbagliata; che così facendo non può catturare l'attenzione..... Bene. MettiTi al tavolino e rifalla secondo il Tuo modo di vedere. Rifiniscila, ritoccala, correggi le parole, le situazioni, la scena o il dialogo che non cattura. Fatto questo, informaTi per conoscere quale agenzia ha fatto lo spot. Prendi il Tuo suggerimento e con una bella letterina, lo invii alla Direzione. Non avrai risposta? Può darsi. Ma intanto il Tuo nome, se hai fatto qualcosa di bello, rimane. E potrebbe capitarTi invece, che qualcuno Ti chiami.
Sappiamelo dire. Ciao.