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lunedì 23 aprile 2012

PORTARE IL CAFFE'

Franco L. ( Padova)

Leggo spesso questo vostro spazio prendendo spunti anche da risposte già date in passato perchè mi rendo conto che i temi trattati e quanto da lei detto non hanno età, vanno sempre bene.
La voglia però di scrivere per avere una risposta personale mi tenta troppo ed ecco perchè lo faccio anch'io.
Ho 24 anni, sono laureato e da solo pochi mesi lavoro come assistente di direzione.
Il mio compito, nel job avuto, è di aiuto al Capo nello sviluppo delle strategie bla, bla bla...
Ad oggi però, dopo tante parole, mi sembra che le cose siano un po' ferme. Strategie su cui aiutare ce ne sono poche, anzi quasi nulla.
Faccio lavoro di segreteria. E' vero che la situazione attuale non permette forse grandi studi per sviluppare ciò che non c'è, e questo mi porta quindi ad aiutare il mio Capo cercando di essere la Sua mente nel pianificare meeting, incontri ed appuntamenti.
Il mio Capo mi dice di avere pazienza perchè si accorge anche lui della situazione però non mi aiuta. Come posso fare?
Partecipo alle riunioni al suo fianco ma solo per assistere e quando mi rivolge la parola è per chiedermi di andare a prendere il classico caffè per i partecipanti.
A dire il vero mi sento un po' frustrato.
Cosa posso fare?


Caro Franco,
capisco che Tu possa sentirsi frustrato ma penso anche che se avessero voluto solo assistenza alla Direzione, avrebbero certamente assunto una segretaria che trovo più adatta alla gestione di un Capo.
Evidentemente c'era il progetto e probabilmente c'è ancora di mettere a fianco del Capo una figura che possa, in futuro, coadiuvarlo in toto.
Oggi che fare? Personalmente manderei giù il rospo (se per Te lo è) e proseguirei senza problemi. Nessuno nasce imparato, dicono nel nostro Sud, e se vuoi un domani essere pronto a prendere magari il Suo posto, inizia da dove sei, facendo esperienza.
Fare esperienza significa prendere coscienza dei meccanismi dell'azienda; capire il business, conoscere i legami, gli intrecci, le strategie. I prodotti. Tutto questo avviene, sopratutto all'inizio, ascoltando. E per ascoltare bene ed imparare occorre essere nella stanza dei bottoni o meglio, essere presenti nelle riunioni dove si discute di tutto.
Tu ci sei e sei fortunato. La maggior parte non può nemmeno avvicinarsi ed è per questo che rimane fuori dai giochi di crescita. Ed è anche per questo che spesso le segretarie dei Capi, che partecipano ai meeting con un notes, ne sanno molto più dei collaboratori diretti.
Continua a portare i caffè, quando Te lo chiedono perchè è il modo migliore per far capire che devi sempre essere invitato....visto che sei utile.
Scherzi a parte, non vergognarTi di farlo. Molto probabilmente il Tuo Capo, a suo tempo, l'avrà fatto anche lui.
Approfitta quindi anche di questo per partecipare e per “abbeverarTi” di tutto. Vedrai che un giorno Ti accorgerai di avere acquisito grandi conoscenze senza esserTene accorto.
In quel momento Ti domanderai come avrai fatto. La risposta è: portando il caffè quando Te lo chiedevano.
In bocca al lupo.

mercoledì 18 aprile 2012

TORNARE O NON TORNARE ?

S.M. (loc. n.c.)

Buonasera, complimenti per il Vs blog, ho trovato consigli utili e competenti. Vi scrivo perchè mi trovo in una situazione spiacevole: mi sono laureata 1 anno fa, dopo poco ho trovato lavoro come segretaria di direzione, in un'azienda stabile ed affidabile, ma non lo trovavo stimolante e sopratutto non mi offriva la possibilità di accrescere le mie competenze per poter svolgere un lavoro più qualificante.
Dopo neanche 1 anno di lavoro ho trovato un altro impiego nel marketing che, a detta del datore di lavoro, mi avrebbe dovuto offrire formazione, contratto a tempo indeterminato, dopo un periodo limitato a tempo determinato, e possibilità di crescita.
Mi è sembrata l'opportunità perfetta, quindi ho deciso di dare le dimissioni. Purtroppo già dopo pochi giorni mi sono accorta che questa seconda esperienza è fallimentare poichè l'azienda è sul punto di chiudere. Naturalmente al colloquio ho cercato di fare le domande giuste e di carpire quante più informazioni possibile, e ora mi accorgo che il datore di lavoro non è stato del tutto trasparente.
Purtroppo queste cose si capiscono solo dopo! In questa azienda non c'è lavoro e con ogni probabilità non mi confermeranno il contratto dopo il periodo di prova, inoltre il posto non mi piace in quanto è poco serio e poco professionale.
Ora sto cercando un altro impiego ma la situazione è drammatica..ho fatto un colloquio ma il problema è che le aziende cercano persone con esperienza per non dovere sprecare tempo a insegnare una mansione che sarà svolta da una persona in sostituzione (ora si trovano solo sostituzioni).
Ora i colleghi del primo lavoro mi dicono che l'azienda non ha ancora trovato una persona per sostituirmi e sto valutando se chiedere di tornare..so che avete già trattato un argomento simile qui sul blog e che è sempre sconsigliato tornare sui propri passi al vecchio lavoro se non sono loro a fare un'offerta..ma nello specifico della mia situazione cosa consigliereste?
Rischiare di rimanere senza occupazione per un tempo indefinito oppure chiedere di essere ripreso al vecchio posto di lavoro?
Ma tornare al vecchio posto implicherebbe tante altre cose come rimanerci per molto tempo (non si può tornare e andare via dopo poco)..cosa faccio? La situazione è molto negativa per il mercato del lavoro e questo non aiuta ad affrontarlo con l'atteggiamento positivo che sarebbe necessario.
Grazie per il vostro aiuto



Mia cara S.M.,
Lei ha già letto altre precedenti risposte e quindi sa che, di norma, suggerisco di non fare retromarcia una volta fatta una scelta diversa. Ma una regola, o norma che sia, prevede sempre un'eccezione. Forse il Suo caso la è.
Analizziamolo assieme e cerchiamo di capire come sia possibile muoversi.
Si è laureata 1 anno fa e, fortunatamente per Lei, ha subito trovato un lavoro. Forse lo ha ritenuto non adatto; le Sue aspettative erano altre ma aver trovato quell'occasione, appena laureata e senza che Le venisse chiesta esperienza...avrebbe dovuto farLa riflettere e considerare l'opportunità per quello che era: una buona, ottima scuola per iniziare a “capire” il mondo del lavoro.
Non l'ha però trovata stimolante questa occupazione e ha deciso di guardarsi attorno.
Una segretaria di Direzione, sopratutto se alle prime armi e senza esperienza, dovrebbe consolidare meglio la propria posizione.
Più volte ho scritto che una mansione “importante”, anche se spesso sottovalutata, è proprio quella che Lei ha snobbato. Se si ha pazienza e si vuole imparare, questa posizione è quella che offre maggiori opportunità.
Occorre però, come dico sempre, “rubare” al proprio Capo: Vedere ciò che fa; intuire ciò che farà, come si comporterà in ogni situazione; che strategie attuerà e così via. Inizialmente magari non ci si azzeccherà; si pensa che andrebbe attuata una strategia ed il Capo ne sceglierà un'altra. Si pensa che in una situazione egli agirà in un determinato modo ed invece farà diversamente. Poco importa.
Ciò che importa è, per la persona che vuole crescere, analizzare le proprie convinzioni ed il proprio pensiero rispetto a quello del Capo. Arriverà il momento che i due comportamenti o i due modi di vedere il lavoro e le strategie saranno molto simili e se non lo fossero, sarà possibile, successivamente, capire quale dei due modi era corretto.
Un anno non basta, mia cara, per tutto questo. Lei ha chiuso questa esperienza prima che Le fosse di vero aiuto per il Suo futuro. E forse, per quanto ho capito, anche nell'anno in cui ha operato, lo ha fatto senza impegnarsi a crescere, pensando da subito, o da poco dopo, che quel lavoro non Le avrebbe dato nulla e non le sarebbe servito.
Pensare questo, durante il periodo di lavoro stesso, è quanto di peggio possa esserci perchè demotiva e fa si che non ci sia passione. E se non c'è passione non potrà mai esserci crescita interiore.
Ed ecco che fatto il primo errore, cresciuto e sviluppato sull'onda della non passione, ha pensato bene di farne un altro.
Non è stata, per carità, tutta colpa Sua, ma ammetta che una buona parte, si.
E' andata ad un colloquio ed ha pensato, con poca o nulla esperienza, che le Sue domande investigative sull'azienda e sul lavoro fossero sufficienti per una decisione.
Probabilmente il datore di lavoro non sarà stato trasparente ma poiché mi pare capire che Lei non conoscesse l'azienda, forse avrebbe dovuto, prima di accettare, chiedere informazioni.
Un'azienda che, come dice, è sull'orlo del fallimento e Lei lo ha scoperto addirittura dopo pochi giorni dall'inserimento, non poteva non esserlo anche prima.
Non sarà, cara, che nella foga di voler cambiare e nel sentir dire che Le veniva offerta una posizione nel Marketing, lei abbia abbassato totalmente le Sue difese?
Mi viene però da chiedermi perchè mai un'azienda sull'orlo del fallimento stia ad assumere qualcuno che non potrà mai servirle. E' piuttosto strano come comportamento.
Non dica più, però, che queste cose si capiscono solo “dopo”. E' un modo per dire che se si trova in questa situazione è colpa del destino, del Suo nuovo Capo, del tempo piovoso, del Governo... tranne che Sua.
Queste cose devono essere capite prima e sono certo che, d'ora innanzi, le capirà al momento giusto.
Trova anche il posto poco serio e poco professionale: lo sarà senza dubbio ma Lei non aggiunga anche il malessere che porta dentro, altrimenti sin quando rimarrà lì, vivrà ancor peggio ciò che vive male.
Scrive d'aver fatto un colloquio con la classica risposta negativa. Succede, non ne faccia un dramma.
Tenga presente comunque che Lei, se si presenta per posizioni legate al Marketing, non può effettivamente essere appetibile.
Lei occupa una posizione da pochi mesi (scrive infatti che probabilmente dopo il periodo di prova non verrà riconfermata) e, visto che oltretutto, in azienda si fa ben poco, ha anche ben poco da vendere.
Chi Le ha fatto il colloquio, avrà visto o Lei avrà detto che dopo un'esperienza di un anno nella prima azienda è da poco in questa seconda e sta già cercando d'andarsene. Un intervistatore è molto attento a questi repentini cambi. Lo ricordi in futuro.
Occorre sempre radicarsi bene in una posizione ed in un'azienda, prima di cercare altrove. La fedeltà o comunque gli anni di permanenza sono anche garanzia che la persona, se veniva tenuta, evidentemente è perchè svolgeva bene il proprio lavoro.
Ed ora che fare?
Certo, la prima azienda adesso fa gola. E' il salvagente. Davanti al vuoto, come posso dirLe di non tentare un rientro?
Dovrebbe però, come ho già consigliato, cercare l'aiuto di qualcuno all'interno che possa magari rifare il Suo nome a chi di dovere. E' possibile?
Oppure, potrebbe andare a trovare un'amica e farsi notare; come anche sarebbe utile sapere dove sia possibile incontrare il Direttore o la Proprietà (un bar del mezzogiorno?) e fingere un incontro casuale per fare un saluto e parlare del più e del meno, sino ad arrivare a farsi chiedere “cosa fa ora?”.
Se non c'è alcuna possibilità o strada da percorrere tra quelle dette, e se vuole questo ritorno, faccia brutalmente la Sua richiesta.
Male che vada Le risponderanno no e non avrà quel rientro esattamente come se non facesse nulla. Insomma, non ha nulla da perdere.
Però ora devo dirLe un'ultima cosa. Lei scrive:
“.....Ma tornare al vecchio posto implicherebbe tante altre cose come rimanerci per molto tempo (non si può tornare e andare via dopo poco)..cosa faccio? La situazione è molto negativa per il mercato del lavoro e questo non aiuta ad affrontarlo con l'atteggiamento positivo che sarebbe necessario.....”
Ecco. Se Lei vuole tornare dov'era, pensando già che questo Le comporterebbe rimanerci per molto tempo, lasciando quindi capire che la cosa non è totalmente di Suo gradimento, beh, non lo faccia. Non è certamente un comportamento corretto accettare un lavoro già con la mente propensa ad andarsene. Se dovessero ridarLe quel lavoro, dovrebbe solo ringraziare ed essere riconoscente. Se ritiene di non volerlo essere, abbia il coraggio di non tornare, anche perchè tornare e cercare colloqui per ricambiare ancora è deleterio per il Suo curriculum
Se tornasse, agisca come ho scritto all'inizio della risposta e tra qualche anno sarà pronta per nuove posizioni.
Sappia che è meglio essere l'ultimo dei primi piuttosto che il primo degli ultimi.
In bocca al lupo.

domenica 15 aprile 2012

LAVORARE COME IL CAPO

Ugo B. Lombardia

Dopo una sofferta laurea, sofferta perchè man mano che proseguivo e cercavo di trovare un lavoro mi accorgevo delle forti resistenze nell'ambito del lavoro verso chi si presentava come laureato o laureando, ho finalmente trovato un'occupazione.
Questo è accaduto sei mesi fa. Mi sono inserito in un team di lavoro in una buona,almeno spero, azienda e cerco di fare il meglio.
Mi capita però spesso di svolgere e portare avanti tematiche che mi chiede il mio Capo e che io porto avanti come vuole lui ma che, personalmente, svolgerei e svilupperei diversamente. Non tanto perchè lui fa errori, anzi è bravo ma perchè il mio modo di ragionare e di seguire un certo filo mi porterebbe ad agire diversamente.
Questo fa si che spesso mi ritrovi a portare avanti in modo automatico e senza passione ciò che potrebbe invece averne bisogno. Non ne sono contento ma non so trovare un modo diverso di agire. Sbaglio e non so in cosa. Chiedo aiuto se ritiene di potermi dire qualcosa Le sarò grato perchè vorrei rimanere in quest'azienda, lavorare con questo Capo, che ritengo valido, e fare carriera


Mio caro Ugo,
potrei dirTi molto ma forse bastano poche parole.
Prima regola assoluta: porta avanti al meglio il lavoro che devi svolgere, sempre, con professionalità. Poi, fallo, ma non pensando a come secondo Te andrebbe svolto. Non Ti sto dicendo che devi divenire un robot che non riflette ma che devi agire, nello svolgimento di un compito, come se Tu fossi il Tuo Capo.
Complicato? No, per niente.
Cerca di comprendere perchè lui vuole che una cosa sia fatta come dice e vedrai che pian piano avrai chiare le strategie e le linee di condotta che oggi lui ha e che, pur non comprendendole, alla fine ritieni valide.
Il Tuo Capo vede le cose meglio di Te per il fatto che lui ha maggiori informazioni ed una visione dei problemi più ampia di quanto non abbiate Voi collaboratori.
Ebbene, se vuoi arrivare a divenire come lui....impara a ragionare come lui. Ipotizza davvero d'essere lui, cercando di carpire il Suo modo di lavorare.
Se necessario, prima di iniziare un lavoro, chiedi maggiori informazioni e poi....sdoppiati. Lascia Ugo alla sua scrivania e trasportaTi mentalmente a quella del Tuo Capo.
Pensa a cosa vorrebbe lui; come agirebbe lui, come porterebbe avanti il progetto lui.
Col tempo poi vedrai che anche Ugo, che avevi lasciato alla Sua scrivania, imparerà ad agire nello stesso modo, senza più forzature.
Scrivimi ancora se vuoi.
Ciao