ACCORDI TRA
AZIENDE?
Lettera firmata
Napoli
Racconto la mia storia per avere un vostro parere
ed indicazioni utili per affrontare il problema.
Nel Novembre 2003 a causa di una forte crisi nel settore informatico sono
uscito da una Multinazionale Americana con la quale avevo un contratto a tempo
indeterminato settore metalmeccanico 7° livello.
A giugno 2004 ho accettato l’incarico presso società srl firmando un contratto
co.co.co. fornendo la mia prestazione lavorativa come consulente informatico
presso gli uffici di una grande azienda di Napoli in maniera continuativa fino
ad oggi. Ho avuto in totale 11 contratti co.co.pro. fino a gennaio 2012 e poi
un contratto a tempo indeterminato 6° livello.
Le mansioni nella grande azienda sono state dapprima quelle di Analista
Programmatore e poi di Capo Progetto chiamato a gestire un gruppo di consulenti
che nel tempo è cresciuto da tre fino a 12 consulenti per ridursi poi a due.
Per entrare in azienda è necessario timbrare il cartellino e tuttora ho
l’utenza di posta elettronica aziendale
attraverso la quale gli utenti comunicano direttamente con me le loro esigenze.
Le procedure informatiche di gestione delle applicazioni contengono come
riferimento il mio nome e l’e-mail.
Le ferie sono concordate con la grande azienda.
Sono indicato come risolutore di anomalie nella procedura automatica del call
center.
Attualmente sto partecipando a riunioni come elemento essenziale per il
proseguimento di lavori.
Sono chiamato a presiedere in periodi festivi per attività urgenti.
E’ da considerare anche un aspetto quantomeno curioso che farebbe pensare ad un
accordo tra varie società, a discapito dei lavoratori: alcuni mesi fa un
collega della mia stessa società è passato ad un’altra società concorrente alla
nostra (voci dicono appartenente alla moglie di un dirigente della grande
Azienda) e continua attualmente a lavorare allo stesso posto, tale anomalia si
sta ripetendo in questi giorni a favore di un’altra collega ed anche di un
altro collega ancora.
Inoltre a giugno 2012 abbiamo partecipato ad una gara, indetta dalla grande
azienda, per un progetto strategico, l‘abbiamo persa, a favore della società
indicata prima, ma nonostante ciò un collega sta lavorando a tempo pieno per
tale progetto lasciando a me le attività che prima svolgeva lui. Tutto fa
pensare che ci sarà a breve un altro passaggio di società. Tali movimenti fanno
presagire ad una scomparsa come fornitore della mia attuale società a favore di
questa nuova società.
L’onorario corrisposto per la mia prestazione lavorativa è circa la metà di
quello corrisposto da un pari livello interno svolgente la medesima attività.
Purtroppo temo per il mio futuro lavorativo a favore di persone dell’altra
società oppure ad una proposta di passaggio sottostimata rispetto alle mie
aspettative.
Sulla base di quanto descritto (tutto provabile con documenti firmati,
testimonianze ed e-mail) qual è lo scenario possibile per vedere rispettati i miei diritti? E’
possibile pensare all’assunzione da parte della grande azienda perché si è in
una condizione di appalto illecito? O cosa?
Cordiali saluti
Egregio P.,
ho letto bene la Sua lettera per comprendere a fondo la situazione dato
che, in alcuni punti, non è ben chiaro qualche passaggio.
Ad ogni buon conto, sperando
d'aver compreso, Le rispondo.
Lei si trova dal 2004 nella stessa azienda. Prima con accordi co.co.co per poi esser assunto.
Evidentemente sa operare bene se da Analista è divenuto Capo Progetto
con 12 consulenti che rispondono a Lei. Non so perchè poi questi si siano
ridotti a 2 ma Lei opera in un settore in cui queste variazioni sono all'ordine del giorno e quindi credibili, operando su progetti.
Da ciò che scrive, l'azienda in cui opera La tiene in considerazione
facendoLe gestire direttamente i contatti
con i clienti, per le loro esigenze,
sia indicandoLa come risolutore di anomalie nelle procedure. Partecipa
inoltre ai meeting, come elemento essenziale per i lavori che svolgete.
Il fatto di fare inoltre riferimento a Lei per eventuali urgente anche
nei giorni festivi, conferma quanto detto.
Sin qui tutto bene. Dov'è allora il problema?
C'è qualcosa che non Le è chiaro e che Le crea dubbi. Mesi fa un collega è passato ad una società concorrente.
Capita.
Ciò che fa rizzare le orecchie però è il fatto che nei giorni scorsi
altri due colleghi hanno deciso di passare dall'altra parte.
Inoltre quest'altra azienda
sembra essere della moglie di un Vostro dirigente, e ciò La lascia perplesso.
I progetti a cui partecipate vengono vinti da quest'altra società e, mi
par di capire che, malgrado questo, qualcuno da Voi sta lavorando ad un progetto vinto dall'altra e
che comunque non dovrebbe interessarvi.
Un po' di confusione, certo, ma vede, anche queste sono cose che
possono capitare.
Nel mercato nasce un'azienda che può essere del tutto estranea così
come può nascere un'azienda in cui sono coinvolte persone facenti parte della
Sua.
In entrambi i casi, la nuova azienda
cercherà sul mercato persone idonee ed andrà a cercarle dove pensa di
trovarle.
Se la nuova azienda è di un familiare della Sua, sarà facile pescare
lì. Ma può capitare che sia estranea a
tutto e tutti. Cerca un collaboratore e
lo trova. Costui si trova bene e lo dice
agli ex colleghi. Così, quando ce ne bisogno, magari è lui stesso ad avvisarli
per portarli con sé.
Ai Suoi occhi può apparire una macchinazione della proprietà ( e
potrebbe essere) ma potrebbe davvero
essere andata come sto scrivendo.
Certo, c'è una società che sta svuotandosi a favore di un'altra. E può capitare anche questo:
che la proprietà sia la stessa e che ciò venga fatto ai fini di ridurre
il fatturato, dividendolo tra le due aziende, per riuscire ad avere un carico
fiscale minore.
Lei scrive che l'altra società
pare essere della moglie di un dirigente e non del proprietario.
Sto pensando che se Lei è al corrente di questo, lo saranno anche tutti
gli altri in azienda, proprietà compresa. Trovo
perciò strano che il proprietario si lasci svuotare l'azienda di
personale e fatturati da un dirigente.
E' più logico pensare ad una suddivisione per altri motivi.
Suddivisione che arrivi a comprendere anche il personale. Un po' di elementi
qui, ed un po' là.
Se poi questi movimenti siano
indirizzati a far scomparire la società in cui Lei opera, non lo saprei; so
invece che, anche se fosse, Lei non può proprio farci nulla. Ci sono cose che
vanno al di là di ciò che si vorrebbe e, se non si nella stanza dei bottoni,
si può solo prenderne atto.
Lei poi scrive: “L’onorario corrisposto per la mia prestazione
lavorativa è circa la metà di quello corrisposto da un pari livello interno
svolgente la medesima attività.” Non
è molto chiaro ma credo Lei intenda che chi svolge la Sua stessa mansione
nell'altra società guadagni il doppio di
Lei.
Se è così, si spiega anche il motivo per cui Lei viene tenuto da questa
parte, anche se mi pare strano che per la stessa mansione un collaboratore venga addirittura pagato il
doppio.
Lei teme per il Suo futuro lavorativo ed anche per un eventuale
passaggio sottostimato. Ed è questo che
non capisco. Se dall'altra parte pagano il doppio perchè dovrebbero passarLa
sottostimandoLa? Semmai, nel passaggio, Lei dovrebbe avere uno stipendio pari
agli altri, ossia il doppio.
Mi pone infine domande a
cui non si può dare risposta.
Se ad oggi nessuno Le ha contestato qualcosa non vedo il motivo
per azioni che facciano rispettare i
Suoi diritti. Non sono stati calpestati; nessuno Le ho tolto
qualcosa.
Vorrei anche dirLe che se l'azienda venisse svuotata lentamente per poi chiudere, sarebbe comunque difficile
far valere un diritto anche se Lei venisse poi licenziato.
Dovrebbe avere in mano documenti certi
che attestino la proprietà dell'altra azienda all'attuale proprietario
di quella in cui opera, dimostrando che questa è stata volutamente svuotata.
In questo caso potrebbe ritenersi parte lesa. Ma...mi creda, sarebbe davvero difficile portare avanti un
discorso simile a meno che il gruppo di lavoratori in questa situazione non sia almeno un centinaio.
Purtroppo certe situazioni che
non dipendono dal lavoratore sono molto
dure da gestire. Se Lei ritiene di sentirsi in pericolo, come dico sempre,
prima di ritrovarsi su un marciapiede, inizi a cercare altro.
E' spesso la cosa migliore per rasserenarsi e sentirsi più sicuri.
Chiede infine se sia possibile pensare alla Sua assunzione da parte
dell'altra azienda. Certo è possibile ma
se quest'altra non lo fa....
Forse Lei serve ancora lì dov'è.
Le direi di provare a
parlarne con il proprietario, spiegando
i Suoi dubbi sul mantenimento del posto di lavoro e sul fatto che alcuni siano
passati dall'altra parte svuotando
questa.
Le direi di farlo ma non conosco l'ambiente, i rapporti che esistono e
quindi devo essere cauto.
Sta a Lei che vive lì dentro sapere se può muoversi e sino a che punto.
Mi spiace non poterLe dire altro.
Le auguro di risolvere i Suoi dubbi.