Ricerca personalizzata

giovedì 31 marzo 2011

DETRAZIONI

lettera firmata

Salve,
sono un dottorando di ricerca senza borsa, avrei bisogno del vostro aiuto. Ho beneficiato di una borsa di studio annuale, identificata come lavoro dipendente e dalla lettura dei cedolini emergono diversi dubbi. Il bando che ho vinto decreta che mi spettano X € lordi come borsa annuale e Y € lordi come borsa trimestrale per un periodo di 3 mesi di ricerca all’estero.
1)      Le detrazioni art.13 T.U.I.R. sono sempre le stesse indipendentemente dal fatto che il cedolino possa riguardare una mensilità o due mensilità della borsa annuale. E’ una cosa corretta?
2)      Le detrazioni art.13 T.U.I.R. sono sempre le stesse indipendentemente dal fatto che il cedolino possa riguardare una mensilità della borsa annuale o una mensilità della borsa annuale congiunta all’intera borsa trimestrale. E’ una cosa corretta?
3)      Infine, ed è quello che mi lascia interdetto, è normale che la somma dei totali delle retribuzioni di tutti i cedolini non coincida con la somma X+Y? Anche se nel bando è specificato che sono lordi, non dovrei essere a conoscenza di tutte le forme di detrazioni che mi sono state applicate?

Caro dottorando,
personalmente ho conoscenze in diversi settori. In altri, molto meno ed in altri ancora non tali da poter consigliare per il meglio. E poiché non voglio mettere in difficoltà coloro che si rivolgono a questo blog, quando non ritengo di poter dare risposte corrette, non le do.
Quello che Lei chiede purtroppo fa parte di ciò in cui non mi muovo a mio agio e quindi capirà perchè preferisco non risponderLe.
Nel campo delle contribuzioni e delle detrazioni vi sono situazioni in cui anche gli esperti si muovono con fatica e, pur se non lo dicono, spesso azzardano.
Credo che la soluzione migliore, in assoluto, sia quella di rivolgersi direttamente a chi ha emesso i cedolini perchè saranno nella condizione di dirle come hanno agito nelle varie situazioni. Non è negativo chiedere al datore di lavoro (ufficio del Personale) tutti i chiarimenti su cose non chiare. Tenga presente che nessuno può essere “genio” su tutto e tutti possono trovarsi nella condizione di dover chiedere chiarimenti a chi ne sa di più. Il responsabile dell'Ufficio Personale che ha emesso il documento non si sentirà offeso se Lei gli rivolgerà le domande con la stessa chiarezza con cui le ha poste a me (pur se io non sono all'altezza di rispondere).
Potrei rimandarLa a qualche approfondimento in rete o dicendoLe di rivolgersi ad un ufficio di consulenza paghe; preferisco invece, nel Suo caso, dirLe davvero di rivolgersi direttamente a chi ha compilato il cedolino.
Vedrà che tutto alla fine si svelerà corretto ed i dubbi che ha sono dati proprio dalla non conoscenza della materia. Saperne di più, però, è assolutamente normale. Io ho passato la vita a chiedere chiarimenti ma ho passato la vita anche a darne. Non mi sono mai sentito umiliato e non ho fatto sentire umiliati gli altri.
Vada tranquillo e....forza col Suo lavoro!

martedì 29 marzo 2011

RICHIAMI SCRITTI

A.C. (Milano)

Gentili signori,
ho passato e ripassato tutto l'archivio per vedere se c'era una risposta che potesse risolvere un mio problema ma non l'ho trovata. Così voglio solo chiedere una cosa: come posso agire davanti ad un datore di lavoro che mi ha già inviato due lettere di richiamo, dico due, e che probabilmente me ne invierà una terza?
Non credo d'aver mai fatto nulla di sconveniente e di sbagliato in azienda eppure sono sempre additata come quella da richiamare.
Opero in un ufficio commerciale e, credetemi agisco come le mie colleghe, solo che a loro non viene mai contestato niente ed a me, tutto.
Come devo fare per fare smettere queste cose?
Grazie



Gentile Signora,
se ha già ricevuto due richiami scritti e pensa che un altro sia in arrivo, non deve fare nulla perchè probabilmente questa situazione finirà da sola, nel senso che quasi certamente la terza lettera darà anche adito ad un licenziamento.
Vede Signora, quando dobbiamo rispondere a lettere come la Sua, lettere che chiedono una risposta senza dare alcuna informazione, siamo davvero in difficoltà.
Premesso che ad un richiamo scritto, se le cose contestate non sono ritenute vere, va data immediatamente risposta per contestare le contestazioni stesse in quanto non facendolo automaticamente si intendono accettate; premesso questo cosa è accaduto per far si che l'azienda Le inviasse il primo richiamo?
Faccio presente a chi legge che solitamente il richiamo scritto fa seguito ad alcuni richiami verbali precedenti e solitamente lo scritto viene inviato quando colui che lo ha ricevuto non ha cambiato comportamento.
Ed il secondo richiamo scritto? Le è stato inviato sempre per gli stessi motivi?
Non posso aiutarLa, Signora mia, non avendo alcuna conoscenza delle motivazioni: Faccio però presente, Lei lo saprà certamente, che è ben difficile che un richiamo scritto venga inviato senza motivazione anche perchè il lavoratore può benissimo opporsi e contestare l'accusa se questa non è vera. Nessuna azienda si mette quindi nella condizione di richiamare un dipendente se non sussiste valido motivo.
Ora poi, secondo Lei dovrebbe pure arrivare un terzo richiamo.
Io credo che sia molto più facile che arrivi invece un licenziamento. Ripeto: è un peccato che Lei non abbia ritenuto utile comunicarci le motivazioni, a meno che Lei stessa non sia consapevole della fondatezza delle stesse.
Ora, una bella riflessione: nelle poche righe da Lei scritte, non mi pare richiesta la ricerca di aiuto per capire se un Suo comportamento sia giusto o sbagliato. Lei chiede solo come deve fare per far si che l'azienda cessi l'invio.
Voglio allora farLa riflettere su una cosa: ammettiamo che Lei sia dalla parte della ragione. L'azienda non capisce nulla, il Suo superiore ce l'ha con Lei tanto da perseguitarLa. Mi domando: ma se è così, se Lei ha ragione e l'azienda torto, cosa ci sta a fare in un'azienda che non La capisce e che Le è contro? Perchè rimanere e stressarsi tutto il giorno?
Anche se si arrivasse a dire che effettivamente Lei ha ragione, che se ne farebbe di questa vittoria?
C'è un motivo per cui Lei, dalla parte del giusto, voglia continuare rimanere in una situazione di tensione piuttosto che cercare altrove?
Se un'azienda non la merita perchè starci? Perchè Lei vuole lavorare per qualcuno che non La stima?
Se ha ragione, non ha un po' di amor proprio e di orgoglio per mandare tutti al diavolo?
Rifletta.
Cordiali saluti

lunedì 14 marzo 2011

Marketing Manager Europa

lettera firmata

Egregi Signori,
ho ...... anni e lavoro presso un'azienda metalmeccanica automotive di respiro internazionale da 5 anni. Dopo essere entrato in stage pochi anni or sono nell'area marketing, ho proseguito in quest'area la mia esperienza lavorativa e, dopo vari contratti interinali, sono stato assunto a tempo indeterminato nel ...... ed immediatamente assegnato al ruolo di Responsabile marketing Italia. Il mio livello contrattuale (mi vergogno a dirlo..) è passato dal livello..... (interinale) al  livello ......metalmeccanico . A parte la già evidente inadeguatezza del livello rispetto alla mansione svolta, nel ....... sono stato"promosso" al ruolo di Marketing Manager della region Central South Europe, acquisendo, oltre alla responsabilità marketing sull'Italia, anche quelle su tutto l'East Europe con il coordinamento diretto delle attività marketing svolte dai concessionari e dagli importatori e la responsabilità delle scelte marketing inerente alla mia region. Oggi , nonostante alcune promesse, sono 14 mesi che la mia situazione "livello- retribuzione" è rimasta assolutamente invariata, adducendo scuse tipo "il dirigente x" ha bloccato i passaggi, "il dirigente y" dice di aspettare. Sinceramente sento calpestati pesantemente i miei diritti ,anche perchè credo che nemmeno il livello successivo, sia adeguato alla mansione svolta. Oltretutto con il livello attuale sto perdendo i premi di risultato individuali che vengono assegnati al raggiungimento di taluni obiettivi (che mi sono stati dati..) . Vi chiedo in primis a cosa avrei diritto per legge, a quale livello secondo voi corrisponde la mia mansione e cosa eventualmente suggerite.
Grazie
lettera firmata




Mio caro Manager,
ho dovuto cancellare alcune informazioni dalla Tua lettera perchè operi in un'azienda talmente “fuori logica” come comportamento, che forse avrebbe potuto essere individuata.
Questa premessa dice già tutto.
Cosa devo aggiungere d'altro? Cinque anni di presenza in azienda, provato e riprovato nel ruolo; ritenuto idoneo a compiti manageriali; compiti aumentati nel tempo e che avrebbero dovuto dare un automatico adeguamento della retribuzione e dei bonus. Ed invece?
Invece tutto ciò non è avvenuto ed hai ben motivo per lamentarTi.
Devo dirTi, ad onor del vero, che lavori con un contratto forse tra i meno vantaggiosi o il meno vantaggioso in assoluto sul mercato (quello dei metalmeccanici e se pensi per chi era stato fatto in passato, capirai il perchè?).
Vi sono però aziende che, pur nella linea del contratto nazionale, posizionano i propri dipendenti al meglio di quanto sia possibile, altre invece approfittano per non farlo.
V'è da dire che il Tuo ruolo, di norma dovrebbe essere posizionato a livello dirigenziale o, nel peggiore dei casi in aziende tirchie, a livello Quadro.
Il livello cui Tu sei posizionato è davvero fuori logica (parere personale) e mi chiedo cosa ci sia dietro questa volontà di mantenerTi inchiodato lì.
Se proprio vuoi saperne di più Ti dirò anche che alcune aziende tendono a “premiare” i dipendenti, non tanto aumentando loro lo stipendio o il livello quanto piuttosto dando loro un biglietto da visita più importante. Molti lavoratori ci tengono ad avere una bella etichetta tanto da chiudere un occhio o anche due su quanto poi l'azienda paga loro.
Ovvio che questa politica “premiante” costa molto meno che non aggiornare livelli e stipendi.
C'è però un grosso rischio a cui non si pensa. Ed è di perdere il dipendente che, con una buona etichetta, può vendersi molto più facilmente.
Io non so se Tu vuoi rimanere, a tutti i costi, dove sei; sappi però che come Marketing Manager a livello Europa puoi venderTi molto bene anche in settori differenti dal Tuo.
Puoi rimanere al Tuo posto e nel frattempo cercare sul mercato un'alternativa. Sia in internet come su quotidiani puoi trovare diverse opportunità. Vi sono “cacciatori di teste” a cui un curriculum come il Tuo potrebbe interessare.
Puoi fare qualche buon colloquio esternamente eppoi, se si apre qualche opportunità hai la possibilità di tornare alla carica nell'attuale azienda. Avrai più forza per premere l'acceleratore e chiedere ciò che vuoi, sapendo che se non Ti viene dato potrai andare altrove.
Unica raccomandazione: durante un colloquio dovrai dire qualche piccola bugia. Se non potrai nascondere il Tuo livello contrattuale, dovrai almeno dire che il Tuo stipendio è in realtà ben diverso ed equiparato alla mansione. Stipendio che Ti viene pagato attraverso bonus extra senza vincoli di obiettivi che coprono l'impossibilità aziendale di cambiarTi il livello per motivi di equilibri interni con altre persone.
Se Ti trovassi in difficoltà nel quantificare lo stipendio lordo, non dirlo e se Ti venisse chiesto potrai rispondere che non importa quanto Tu guadagni, perchè nell'eventuale nuova posizione offerta l'azienda avrà uno stipendio da offrire e Tu valuterai se sarà da ritenere idoneo con la posizione.
Se malgrado questo insistessero, con la scusa di inserire dati su una scheda, dì pure di inserire la cifra che vogliono.
Ora una cattiveria finale, ma la devo dire per farTi riflettere. Nel lavoro, sei sicuro di valere per l'etichetta che hai?
Ovvero: i risultati del Tuo lavoro sono palpabili e quantificabili? Al di là del livello, in azienda sei riconosciuto valido? Ritieni di essere importante per il Gruppo? Pensi che andandoTene creeresTi problemi?
RispondiTi da solo e fai un buon esame di coscienza perchè il sapersi valutare da soli è molto utile.
Inoltre, permettimi, credo che Tu sia un po' nervoso (impressione personale ma potrei sbagliarmi). Se così fosse, cerca di rilassarTi prendendotela con calma.
Beh! Ti auguro davvero di cuore di trovare nella Tua azienda o in un'altra, il successo a cui aspiri.
In bocca al lupo.

venerdì 11 marzo 2011

NON TROVO LAVORO

A. N. (Milano)


Sono inca........ con questo mondo che fa si che le persone studino un a vita per poi ritrovarsi disoccupate e senza futuro.
I quotidiano continuano a dire che ci sono mille posti che aspettano noi e poi quando si va a vedere, sono tutti lavori che non sono quelli che si cercano. I politici dicono le stesse cose. Possibile che nessuno si accorga che noi trentenni siamo destinati a rimanere disoccupati, a non poter farci una vita?
Ho solo rabbia. Devo vivere a spese della famiglia eppure sono laureato (ecc...ecc...)



Mio caro A.N. di Milano,
non avrei voluto rispondere alla Tua lettera perchè non chiedi nulla di particolare; non chiedi aiuto per capire come lavorare meglio o per risolvere un problema di lavoro. Scrivi solo per lanciare invettive, dire che sei incavolato ed altre fregnacce del genere. Dai la colpa a tutti, come è ovvio e come sanno fare quelli come Te, tranne che fermarTi a riflettere.
Non lo fai perchè se Tu lo facessi capiresTi che la colpa è Tua, caro A.N.
Scusami, ma che vuol dire “i quotidiani sono pieni di mille lavori ma non sono quelli che si cercano” ?
Guarda che quando si è in cerca di lavoro, qualunque lavoro onesto è parimente dignitoso e, come dici Tu, i giornali sono pieni di annunci.
Tu sei di Milano. Se Tu, che probabilmente cammini per strada ad occhi bendati, guardassi un poco, ma solo un poco le vetrine, scopriresTi che ci sono decine di negozi che cercano personale.
Certo, mi rendo conto che per un laureato è offensivo non fare quello per cui si ha studiato, addirittura più offensivo che il non far nulla; più offensivo che il farsi mantenere dai genitori.
Non dirmi Ti prego che non Ti presenti perchè tanto, chi lo fa, si sente poi offrire uno stipendio da fame. Quando si ha davvero fame e si ha dignità credimi, queste scuse valgono poco.
Sono obiezioni talmente trite e ritrite che ormai ci credono solo coloro che le dicono.
Credimi, mio caro, che se Tu sei laureato e ragioni come ragioni, penso che varrai poco anche per quello che hai studiato. La laurea dovrebbe innanzitutto dare un'apertura mentale superiore e questa capacità di ragionamento è il plus rispetto ad altri. Ma se ragioni così....
Credo che Tu non abbia, in realtà, alcuna voglia di lavorare ma per portare avanti questo Tuo logorante impegno giornaliero devi almeno convincere Te stesso ed i Tuoi che non c'è lavoro e che la colpa della disoccupazione è del mondo, del governo, della Libia, delle piogge acide, ma non è Tua.
Detto tra noi: ma Tu pensi davvero che i Tuoi non sappiano la verità? Pensi che bevano quello che dici? Poveri loro. Sanno che non è così ma Tu sei il loro figlio. Fingono di crederTi e mandano giù bocconi amari. Solo Tu che ,scusami, sei un po' bamba, pensi che gli altri bevano tutto.
Se hai un minimo di dignità o un rigurgito di orgoglio, datti da fare.
In Italia arrivano decine di migliaia di extracomunitari e chi vuole lavorare trova subito. E sai perchè? Perchè ci sono decine di migliaia di italiani che ....non vogliono trovarlo.
Alza le chiappe se vuoi far meno scontenti i Tuoi genitori.

martedì 8 marzo 2011

COLLOQUIO E POI?

Alberto ( loc. n.d.)

Buona sera, mi chiamo Alberto.
Le faccio una domanda veloce che mi attanaglia da qualche mese riguardo ad un colloquio.
Ad ottobre feci un colloquio per un'azienda che cercava una figura professionale come la mia. Fatto il colloquio mi hanno detto che i requisiti li avevo tutti, che avevo fatto una buona impressione e che, dopo aver fatto altro colloqui, se avessero deciso qualcosa sarebbe stato per gennaio.
Ho un amico che sento ogni tanto tramite facebook che lavora in quell'azienda, tra l'altro dovrei essere la figura da affiancare proprio a lui. Così qualche giorno dopo gli ho chiesto se avevano parlato di me, rispondendomi che non sapeva nulla ma che comunque gli avevano detto che gli avevo fatto un'ottima impressione.
Il tempo passa e arriva gennaio senza nessuna notizia... contatto il mio amico che mi dice che non hanno ancora deciso nulla perchè è sorta un'altra priorità in azienda (anche se non ricordo cosa riguardava) ma che comunque la figura serve. Passa un altro mese e mi permetto di disturbare di nuovo il mio amico che mi dice che non sa ancora nulla ma che appena sa qualcosa, nel bene o nel male, mi farà sapere.
Più passa il tempo e più ci si fa strane idee, tra cui che questa persona è un po' distratta e magari non si è ricordato di avvertirmi ecc...
A questo lavoro ci tengo molto perchè mi cambierebbe completamente la vita, inoltre una figura come la mia può lavorare in poche aziende, sopratutto in città non proprio grandi come è appunto la mia.
Finalmente farei un lavoro che ho sempre desiderato fare e che ho studiato per fare.
Quindi la domanda è molto semplice: Dovrei scrivere una mail per chiedere qualche informazione al responsabile che mi ha fatto il colloquio oppure rimanere in attesa di qualcosa? Ho avuto consigli contrastanti da parenti ed amici... alcuni dicendomi che se avessi scritto avrei compromesso il tutto, altri che era mio diritto sapere cosa avessero deciso.
Voi cosa mi consigliate di fare?
Grazie
Cordiali saluti



Mio caro Alberto,
prima di dirTi che fare, voglio spiegarTi perchè a volte ed anche piuttosto spesso avvengono queste cose.
Una persona viene convocata per un colloquio e comunque, sempre, al di là che la persona vada bene o no, gli vien detto quanto hanno detto anche a Te (che avevi i requisisti; che hai fatto buona impressione e che Ti avrebbero richiamato) Non preoccuparTi. E' la norma e vien detto a tutti; quindi non è detto che non sia vero, nel Tuo caso.
Lo dicono semplicemente perchè non possono o non hanno mai il coraggio di dire in faccia ad una persona “ci spiace ma Lei non va bene. Secondo noi non è adatto per questo lavoro ecc..ecc.”
Questo atteggiamento di falsa cortesia per non creare problemi ad alcuno e lasciare le persone in modo cortese, se è una bugia bianca che male non fa ad un impreparato, non è certo di grande aiuto a chi vale perchè costui se ne esce dal colloquio ed inizia a sperare nel successivo colloquio che potrebbe non avvenire mai.
La cosa è deleteria e molto perchè la persona intervistata inizia, dopo poco, a porsi dubbi sulla propria capacità, sul fatto della buona impressione e così via. Iniziano i tarli a tal punto che ad un eventuale altro colloquio per un'altra posizione e con un'altra agenzia, la persona si presenta meno sicura di sé, più guardinga ed attenta a non sbagliare, ponendosi nella condizione di non apparire poi per quello che vale. ImmaginaTi quando la cosa prosegue, come accade, per numerosi colloqui! Morale a zero.
Però purtroppo accade ed essendo la norma, è bene che chi va ad un colloquio ne prenda atto. Ed indipendentemente da quanto gli dicono, capisca che è un modo per chiudere un dialogo, ne più ne meno che dire “grazie ed arrivederci”.
In fondo la persona si è presentata a spese proprie, perdendo del tempo ed il minimo che l'intervistatore può fare è di fargli una “carezza” simbolica che non si nega a nessuno.
Detto questo, veniamo ad un altra situazione che si presenta in un colloquio. Solitamente, per una posizione, l'agenzia deve cercare di presentare più persone. Non potrà mai offrire all'azienda un solo candidato perchè se questi fosse eliminato, si chiuderebbe l'affare.
Così, l'agenzia sente più persone e ne presenta almeno quattro o più. In quel gruppo c'è il vincente (ovvero colui che viene visto come ipotetico ideale) e ci sono persone che servono da corollario ovvero altri giovani che vengono mandati ad un incontro con l'azienda cliente solo per far numero e far sì che venga meglio fuori la figura di quello “vincente”.
Come dire all'azienda: “ti do l'asso giusto però sta a te decidere chi scegliere. Tanto, man mano che intervisti gli altri, ti accorgerai che quello che va bene c'è”
Questa è la cosa disdicevole delle interviste: usare alcune persone ed il loro tempo mandandole a colloqui con le aziende pur sapendo che non avranno alcuna possibilità. Bello, vero?
Naturalmente reperire più candidati, farli arrivare alla sede dell'agenzia, intervistarli e farne una scheda, porta via un po' di tempo. Ecco quindi che il primo intervistato inizia a vedere che passa il tempo ma nessuno lo chiama.
Dubbi ed ansie, anche perchè su quel colloquio e su quella posizione, come Tu hai fatto, la persona inizia a fare progetti.
I tempi si allungano anche perchè nessuna agenzia, pur magari avendo già in archivio, diversi nominativi di persone idonee, offre subito questi nomi alla società cliente.
Presentare diversi candidati dopo pochi giorni dall'incarico significherebbe non aver fatto alcuna selezione e quindi....come si potrebbe poi farsi pagare un lavoro non fatto.
Meglio lasciar credere alla società cliente che c'è voluto molto tempo e lavoro. Ed il tempo passa.
Quando poi i nominativi vengono presentati (nominativi e schede con curricula) le aziende non sono sempre pronte a proseguire. Può accadere che motivi interni abbiano davvero fatto deviare l'attenzione su altre problematiche e priorità.
Ciò che Ti ha detto il Tuo conoscente potrebbe essere piuttosto vero. Non è una cosa rara.
Ci sta pure che sia una bugia perchè lui stesso non sa come dirTi che hanno scelto un altro, ma questa è una valutazione che devi fare Tu proporzionalmente alla conoscenza ed al rapporto che hai con lui.
E veniamo alla Tua domanda: che fare? Scrivere o no?
Vi sono due linee di pensiero.
Non farlo, perchè facendolo lasci intendere di aver bisogno di lavorare e quindi Ti metti in una condizione di sudditanza in fase di eventuale trattativa.
Farlo, perchè chiedere se una trattativa va avanti o no non preclude nulla.
Sembra che farsi vivi con l'agenzia sia esercitare una pressione e nessuno vuole essere pressato. Ci sta pure che farsi vivi con chi ha fatto l'intervista sia un modo per dire che aveva promesso una risposta che non ha dato, facendogli capire di non aver agito molto correttamente.
Questo è un po' vero. Un intervistatore dovrebbe avere assoluto rispetto del convocato e quindi, se i tempi si allungano o vi sono situazioni che frenano il tutto dovrebbe alzare il telefono ed avvisare la persona. E' un atto di cortesia che dimostrerebbe professionalità ma, come sempre, la professionalità devono sempre dimostrarla gli altri.
Ed ecco il mio parere.
Fatti vivo. Non vedo grossi problemi. Tutto dipende dal come e da cosa dici.
Non ho capito dalla Tua lettera se hai già un lavoro e lo stai cercando. Io Ti suggerirei di telefonare o mandare una e.mail e, mentre ricordi l'incontro, dì che sei stato contattato da un'altra agenzia per un altro lavoro e che vorresTi evitare di iniziare un dialogo (facendo presente che potrebbe essere per Te interessante quanto no) senza sapere se quello in corso deve intendersi chiuso.
Aggiungi che lo fai per correttezza perchè non trovi giusto aprire una trattativa mentre il Tuo intervistatore crede che Tu sia ancora disponibile per lui.
Passi quindi la palla. Sarà il Tuo intervistatore, a dirTi se tutto è ancora possibile perchè l'azienda non ha preso decisioni o se invece è stata fatta una scelta diversa e quindi Tu puoi ritenerTi libero.
Se hai bisogno, riscrivi.
In bocca al lupo.

venerdì 4 marzo 2011

FORMAZIONE

loc. non conosciuta)


Buongiorno.
Volevo sapere se il Datore di Lavoro o l'RSPP possono erogare corsi di formazione ai Preposti dell'azienda oppure occorre ricorrere alle aziende esterne autorizzate/accreditate?
Grazie




I corsi formativi possono essere svolti da chiunque. Sarebbe opportuno avere un formatore all'altezza del compito e poiché ciò non sempre è disponibile in azienda è solo per questo che alcune aziende si affidano a società formative esterne.
La formazione può essere svolta anche da una persona qualunque, ovvero una persona che abbia conoscenze ed esperienze da passare ad altri e la cui capacità di formare sia riconosciuta.
Un ottimo operaio con esperienza, ad esempio, può essere più valido ad insegnare a nuovi futuri operai, di chiunque tecnico laureato.
Posso dirLe che, di norma, la formazione interna se tenuta da un responsabile “riconosciuto” affidabile e valido dai partecipanti, vale molto più che un corso tenuto da personale o società esterne.
Il motivo è presto detto: i formatori esterni devono spesso, se non sempre, parlare di problemi che devono andar bene per una società che produca lacci per scarpe come per un'altra che produca computer. Da qui, la necessità di rimanere sempre sul vago e di non approfondire mai le tematiche.
Questo porta spesso i partecipanti a percepire una mancanza di concretezza sui temi, proporzionalmente a quelli che loro vivono in azienda. Ed è così che, durante il corso stesso, lentamente, sono gli stessi partecipanti a far calare la loro attenzione e a definire, a fine corso “che il tutto è stato una perdita di tempo”.
Per concludere: si può fare tutto, con tutti ma il successo di un corso è dato dalla credibilità e dalle conoscenze che il relatore sa trasmettere, anche e soprattutto coinvolgendo le persone nel corso stesso.
Ma qui entriamo in un campo minato. Sono pochissimi i formatori che accettano una formazione di coinvolgimento perchè si tratta di mettersi in gioco rischiando brutte figure.
Ed ecco quindi che spesso, le aziende spacciano per corsi formativi puri e semplici convegni in cui una persona parla, facendo esclusivamente il relatore a una via, senza cioè alcun dibattito e senza far lavorare i partecipanti. Nulla che abbia a che vedere con la formazione, anche se si spaccia per questo.
Cordiali saluti

SOCIETA' IN UK

Lettera firmata M.Z. (loc. sconosciuta)

Buongiorno,
vorrei chiederVi una delucidazione in merito ad una start-up in ambito internet ancora da avviare.
Siamo una start-up composta da 2 soci:
il socio A ci mette il capitale 
il socio B lavora come dipendente
Il socio A vuole concedere al socio B delle quote societarie "A SALIRE" che lo portino, nel caso in cui restasse in azienda per almeno 3 anni, ad avere il 10% delle quote societarie, distribuendo le quote nel tempo in questo modo:
1° anno: 2%
2° anno: 3%
3° anno: 5%
vorremmo costituire una società di tipo LTD a Londra ed avere sede legale e fiscale in UK, ma lavorare dall'Italia. C'e' un modo per farlo?
RingraziandoVi anticipatamente,
Cordiali saluti e buon lavoro


La Sua richiesta è solo per chiedere se vi sia un modo per creare una società in Uk. Mi pare di capire quindi che per tutto il resto Lei non abbia dubbi.
Forse , nella società, Lei è il famoso socio A anche se penso che in realtà sia il B.
Il Socio A mette i capitali e l'altro diventa socio lavorando. Ma questo lavoro, al di là delle quote che matureranno, verrà remunerato normalmente o l'esca è solo la quota societaria? Perchè vede, in questo caso, se le cose dovessero funzionare, Il socio B lavora, lavora, lavora sino ad arrivare ad un 10%. L'altro non lavora e rimane solo col 90%.
Solitamente le società in cui uno mette i capitali e l'altro il lavoro di gestione, sono al 50%. Uno può anche mettere i capitali però non ci mette il tempo ne l'impegno che può impiegare altrove.
E' anche vero che Lei parla di una società nell'ambito internet e quindi potrebbe essere che venga gestita nel tempo libero, senza molto impegno e mantenendo un'altra attività, ma se così non fosse....
Comunque, Lei non mi chiede questo.
Per venire alla Sua domanda, dico che se Voi siete in Lombardia o a Milano, potete rivolgerVi semplicemente alla The British Chamber of Commerce for Italy che ha i suoi uffici in Italia.
Se vuole maggiori informazioni può anche guardare il sito 
http://www.britchamitaly.com/

Visitando direttamente gli uffici avrà tutte le informazioni che desidera.
Certo che partire pensando di fare una società con sede in UK per poi operare in Italia...si dà già la sensazione di voler fare qualcosa che risveglierà qualche curiosità.

In bocca al lupo!