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venerdì 25 gennaio 2008

Varie

Gianni M. Torino
“......ho letto tempo fa una risposta ad una lettera scritta da una ragazza. Voi non avete risposto solo perchè questa ragazza non scriveva nel modo giusto, secondo voi. E' corretto questo modo di fare?......”

Egregio Sig. Gianni,
ho ridotto la Sua lettera e l'ho pure ritoccata per renderla leggibile perchè Lei, come la persona precedente, scrive con una “tecnica” moderna, giovanilissima, carinissima, probabilmente interessante per un mondo che non è però quello del lavoro.
Rispondo a Lei, oggi, mentre non l'ho fatto a quel tempo, solo perchè questa risposta può ulteriormente servire ad altri.
Noi possiamo decidere di vivere un nostro mondo; di credere che questo nostro mondo sia quello reale; di pensare che gli altri debbano accettare il nostro modo di fare solo perchè lo accettiamo o lo vogliamo noi. Però, caro Signor Gianni, a volte può non essere così e dobbiamo essere tanto maturi da rendercene conto. Non possiamo pretendere che siano sempre e solo gli altri a capire noi; a venirci incontro; ad accettare le nostre condizioni. Così facendo prenderemo tremende craniate eppoi, rattristati e demoralizzati, ce la prenderemo con la vita che non ci capisce ed è contro di noi.
Il mondo del lavoro è ancora, per fortuna, piuttosto serio e richiede che le persone che vogliano entrarci siano altrettanto piuttosto serie. Essere seri, nel mondo del lavoro, può significare il dover conoscere ed accettare le regole comuni; il buon senso e molto altro. Chi non riesce ad amalgamarsi con questa realtà, oltre a lavorare molto male, finisce per essere estromesso.
Fatta questa lunga premessa, rispondo alla Sua lettera. A suo tempo ho contestato a chi mi ha scritto il fatto d'aver inviato una lettera ad una persona non conosciuta, usando un modo d'esprimersi non adatto a chi poteva leggere ma solo a chi tentava di scrivere.
Vede Signor Gianni, buon senso vuole che se io devo comunicare con qualcuno, devo cercare di pormi nella condizione d'essere più chiaro possibile. In questo modo darò all'altro la stessa possibilità di comprendermi e rispondermi.
Se scrivo una accozzaglia di sigle, parole ridotte, x per dire per, o stenografia nuovo modello, non mi pongo all'altra persona nel modo più semplice per essere compreso. Se chi mi ha scritto ha ritenuto di farlo in quel modo, vuole dire che questo è il solo modo di esprimersi che sa usare. Bene, è sbagliato. Tutto qua. Può farlo fin che vuole, può mandare messaggini agli amici in questo linguaggio ma se non comprende che non può farlo con tutti, sbaglia.
Quella persona si domandava perchè non era presa in considerazione. Io ho cercato di farlo comprendere. A volte va fatto nel modo in cui l'ho fatto.