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mercoledì 9 gennaio 2008

Motivazione

Mario B. Lodi
“......quindi sto valutando verso quale tipo di società indirizzare le mie offerte. Non ho però molto chiaro cosa troverò........”

Complimenti Dr. Mario. Dai voti ottenuti con la Sua laurea, per certi versi capisco perché voglia essere Lei ad indirizzare la Sua candidatura verso le aziende che deciderà. Mi meraviglio che qualcuna tra esse non sia già arrivata a cercarla.
Tuttavia, malgrado la Sua preparazione, anche Lei ha qualche dubbio. Le vengo in aiuto e, se permette, sarò poco tenero subito, ma lo faccio per evitarLe brutte situazioni e forti delusioni, dopo.
Qualunque sia l’azienda in cui Lei andrà ad operare, entrerà certamente con forti ambizioni ed un ottimo bagaglio...culturale; bagaglio però teorico sul percorso fatto in termini lavorativi. In una piccola azienda probabilmente Le verrà subito data una responsabilità ed avrà tutti attorno ad aspettare il Suo apporto “immediato” al successo dell’azienda. Anche se Lei non lo vedrà, i Capi controlleranno l’orologio per capire quando riusciranno ad avere i benefici che la Sua assunzione deve per forza dare. Ad un certo punto, ma non molto in là, mi creda, inizieranno a chiederglielo. Questo diverrà frustrante e potrebbe metterLa in crisi.
In una grande azienda, sarà probabilmente accolto con molti auguri e complimenti per aver deciso di entrare a far parte della grande famiglia X o Y; Le verrà mostrato, con enfasi, il sentiero del Suo cammino nell’organizzazione eppoi verrà messo a lavorare (o meglio ad imparare cos’è il lavoro vero e non quello ipotizzato nelle aule universitarie) in un ufficio in cui troverà altri colleghi più esperti. Lei avrà la scrivania più piccola, pari a quella di un impiegato, a differenza delle loro, più grandi. Seguirà, ascolterà, copierà, scriverà, leggerà ed andrà alla macchinetta, nella saletta fotocopie, per fare i caffè e portarli ai Suoi colleghi che gentilmente gliel’hanno chiesto. Qualche tempo dopo, ascolterà, copierà, scriverà rapporti sul computer per inviarli alla Direzione, leggerà rapporti per farne un sunto da passare ai Suoi colleghi e riandrà alla macchinetta a prendere caffè.
Dopo un po’ si domanderà se questo è lavoro e se è giusto che sia così dopo gli studi fatti. A questo punto i comportamenti variano. Alcuni giovani crollano e decidono di non aver studiato per fare quello che stanno facendo. Lasciano, offesi, la posizione (magari senza aver trovato altro) e ritornano sul mercato, delusi.
Altri, invece, fanno buon viso; essere trattati da “ragazzino” può non piacere immensamente ma, del resto ed obiettivamente, comprendono che quanto avevano imparato negli studi non ha nulla a che vedere con la pratica. Quest’ultima spiazza chiunque per cui capiscono che seguire ciò che fanno gli altri; ascoltare i loro ragionamenti; leggere le strategie che costruiscono; copiare relazioni iniziando pian pianino ad inserirsi, vale tutti i caffè del mondo. Ed ogni giorno, portano a casa qualcosa. Un tassello che li aiuta a capire e crescere.
Ecco caro Dr. Mario. Le ho apertamente detto le situazioni in cui potrà trovarsi, in ogni caso, nell’ambito del lavoro, indipendentemente dall’azienda. Questo troverà ed a questo deve abituarsi o adattarsi. Posso solo dirLe che, ad occhi chiusi, io sceglierei la seconda ipotesi aziendale e starei ad ascoltare sino a quando non sarei certo che una mia proposta non fosse talmente ben strutturata da poter superare ogni esame e risultasse positiva alla soluzione di un problema. A quel punto, La porterei avanti.....e con essa, in queste società, va avanti chi la propone.
Mi sappia dire.