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mercoledì 9 gennaio 2008

Varie

Michele L. Luino
“........Non credo d’aver ancora letto una risposta che contenga quanto io vorrei chiederle.Il fatto è che non ho nulla di preciso. Devo iniziare a Febbraio il mio primo lavoro. Sarò in ufficio, in una buona azienda. Sono Ragioniere ma i miei compiti saranno commerciali. Avrò la gestione degli ordini e tutto il resto. Devo affiancare una persona che andrà in pensione......”

Affronti il Tuo primo lavoro e, come tanti, non sai cosa ciò che troverai. Solitamente si sogna, si teme, si spera. Come dici, non conoscendo Tu stesso la realtà, non sai cosa chiedermi e termini chiedendomi solo consigli su come comportarsi. Nulla di più difficile. Comunque, come un buon padre, ecco ciò che penso.
Tieni sempre presente questo: un ufficio è un piccolo mondo. Un gruppo di persone con una propria vita che, per almeno otto ore al giorno, entrano in una realtà parallela, in cui vivono una vita parallela a quella esterna.
I comportamenti di ognuno possono essere classici, normali o totalmente differenti da quelli che le stesse persone hanno al di fuori dell’ufficio. La vita lavorativa, in un gruppo, rispecchia la vita di tutti i giorni in un’altra dimensione. Potrai trovare l’umile e l’arrogante; l’indeciso o il sicuro di tutto; l’invidioso; il collaborativo, il partecipativo, l’amico per la pelle, il nemico senza motivo; insomma nel gruppo troverai ogni comportamento umano. Presto Ti accorgerai che tra gli impiegati, se sono un buon numero, ci sarà un leader naturale, colui cioè che gli altri ascoltano, che apprezzano e di cui si fidano. Questo leader potrebbe non essere quello “imposto” . (Per imposto si intende colui che l’azienda o la posizione mette a capo del gruppo). Quando il leader imposto è anche quello naturale, le cose possono andare davvero bene. Se invece queste realtà sono in due persone differenti, può capitare una situazione di conflitto e trovarcisi in mezzo, a volte, può essere pesante.
Tu sarai comunque l’ultimo arrivato. Posso consigliarTi di fare attenzione al lavoro, di impeganrTi per comprenderlo al meglio e, come spesso dico, di rubare il mestiere a chi Ti precede. Non sempre infatti chi dovrebbe insegnarci qualcosa ha la capacità di farlo. Spesso capita che non sia così. Quindi, sta a Te “rubare” il più possibile del mestiere e soprattutto (ma ci vorrà tempo) capire cosa salvare da quegli insegnamenti e cosa buttare. Pare strano questo suggerimento e quindi Te lo spiego.
Quando una persona opera da tempo in una mansione, nello svolgimento del proprio lavoro, per abile che sia, creerà e porterà avanti anche una serie di propri difetti. La persona convivrà con i propri difetti (che null’altro sono se non convinzioni) al punto di non vederli più. Il nuovo arrivato, che non ha in quella mansione preconcetti, solitamente vede rapidamente ciò che potrebbe essere cambiato. Se ne parla al diretto interessato si fa subito un nemico perché costui è sinceramente convinto di far bene il lavoro. Quindi, Ti raccomando solo questo: segui il lavoro; ciò che Ti viene detto, ma non farne questioni personali. TienTi per Te le cose che ritieni potrebbero essere cambiate. Avrai tempo per metterle in atto.
Inizia umilmente, per carità. Non andare alla ricerca dei difetti degli altri pronto a cambiarli, solo perché io Te l’ho detto. Sarà il tempo che Ti dirà quando e come metterci del Tuo. Prima impara. Imparerai le tecniche giuste e quelle sbagliate (il bagaglio di difetti del collega). Nel tempo poi, saprai scegliere da solo quelle utili. Sappi però che anche Tu, nel tempo, lentamente affiancherai alle tecniche giuste, quelle sbagliate; ovvero inserirai nel Tuo lavoro, Tue logiche personali che altro non sono che difetti che non vedrai e che un domani,un’altra persona potrà correggere. E così via....
In bocca al lupo.