Ricerca personalizzata

mercoledì 12 dicembre 2007

Dopo gli studi

R. Rovereto
“......ora quindi, dopo gli studi, sto iniziando la ricerca del lavoro. Naturalmente vorrei, come tutti, entrare nel mondo del lavoro per quanto ho studiato ma mi rendo conto che potrebbe essere difficile e poiché ho necessità di lavorare per renderemi indipendente, non disdegno nulla........”


Ho ripreso questa parte della lettera perché è già significativa. Molti, troppi o tutti i giovani che escono dalle scuole di qualunque livello, partono con principi o ideali che, nel tempo, finiscono per tramutarsi in boomerang. Si pensa che una laurea possa aprire tutte le porte ed in ogni caso quelle per il settore per cui ci si è impegnati. Non è così. Oggi una laurea va vista solo come miglioramento della propria cultura personale; un bagaglio che permetterà al laureato di avere maggiori conoscenze e maggiori sicurezze, oltre ad un miglior approccio nell’analisi delle situazioni in cui potrà trovarsi nella vita.
Quindi, caro A.R. il Tuo approccio al mondo del lavoro può essere, per i tempi in cui viviamo, corretto. Devi però stare attento a “vivere” bene ciò che andrai a fare. Mi spiego meglio.
Non importa ciò che Tu farai, l’importante è che Tu lo faccia al meglio delle Tue capacità. RicordaTi sempre questo concetto. Se Tu affronterai qualsiasi lavoro con quest’ottica, diventerai il primo in quel lavoro e quindi troverai la soddisfazione nello svolgerlo e la soddisfazione sarà il motore che Ti permetterà di operare con successo.
Passione. Mettici passione. Non iniziare mai un lavoro pensando che è solo provvisiorio sin quando non troverai altro perché, in questo modo, inizierai male e continuerai peggio. Chi pensa questo, non è mai coinvolto in ciò che fa e non darà mai risultati che lo rendano differente dagli altri che fanno lo stesso lavoro. Non mi stancherò mai di ripetere (l’ho detto infinite volte in passato e lo dirò ancora) che ognuno deve sentirsi, in quello che fa, il Direttore di se stesso; il Capo. Solo se Tu approccerai la Tua mansione pensando non di essere un semplice lavoratore ma il Direttore di Te stesso, avrai successo. Ciò che Ti dico ora è un esempio vero su come si possa essere apprezzati e premiati.
Pulire le strade non è, nella nostra attuale cultura di lavoro, un lavoro magnifico perché non si sa approcciare questo lavoro nel modo corretto. Chi lo fa, parte dal principio che sia non motivante, stancante, pesante ed altro ancora. Così, un addetto alle pulizie parte il mattino già stanco per quello che gli spetta; fa il suo giro con un muso lungo una spanna e cerca di fare alla svelta per fermarsi al bar a fare quattro chiacchiere che lo motivano di più. Non va, col pensiero, oltre al naso. Il suo compito è solo pulire le strade. Nessuno gli dirà mai bravo. L’obiettivo: arrivare a sera ed aver fatto il giro del rione. Alla fine del giorno sarà stanco, addirittura più mentalmente che fisicamente solo perché non ha trovato alcuna motivazione o interesse in ciò che ha fatto.
Poi un giorno, nello stesso rione e nella stessa mansione, arriva un’altra persona. Il lavoro è lo stesso ma questa nuova persona lo approccia in un modo diverso. Lui non deve pulire le strade, deve far si che quelle strade a lui affidate siano linde. Questo è il suo obiettivo. Quando passa per quelle vie e guarda in terra, deve vedere tutto in ordine, pulito. Il mattino inizia con l’intento di togliere ciò che durante la notte è caduto. Foglie, carta ed altro. Ogni carta che vede e raccoglie gli dà soddisfazione. E’ un punto pulito. Non ramazza velocemente perché l’obiettivo del suo lavoro è: la sua zona dev’essere la più pulita di tutte. Man mano che procede si guarda dietro e controlla, come se fosse un controllore che controlla il suo stesso lavoro. Lo fa per se stesso. Quello è il suo lavoro e deve compierlo al meglio. La soddisfazione nasce proprio dai risultati che lui stesso si è dato.
Questo però non passa inosservato agli abitanti. Qualcuno inizia a vedere che davvero, da quando c’è quella persona, le strade sono migliori. Poi sono in diversi ad accorgersene e iniziano le considerazioni. “Ma sai che è davvero bravo ? Si vede che lavora con serietà. “
In un mondo in cui queste cose non si fanno più, la gente se ne accorge ed inizia a dirlo pubblicamente, a voce alta. Viene detto allo stesso stradino. “Tu sei davvero bravo” E fioccano anche i premi. I negozianti iniziano a dargli qualcosa quando pulisce perfettamente davanti al negozio. Alcuni cittadini gli allungano mance. Lui ringrazia e prosegue. Il suo obiettivo è tenere sempre pulito quel pezzo di città. Ci sta riuscendo e la sua soddisfazione aumenta. Alla sera non è poi così stanco e pensa a quello che dovrà fare il mattivo dopo. Quando pensa, vede il suo lavoro dal punto di vista di un Capo. Analizza il lavoro, critica e si loda.
Il Comune, alla lunga, viene a sapere della cosa. Qualche abitante lo ha riferito. Lui continua a fare il suo mestiere ma è il migliore. Glielo hanno detto e, per quel poco che è stato possibile, gli è stato riconosciuto. Oggi, gli accoppiano i nuovi assunti affinchè lui li prepari. Domani....chissà. Ma non è questo che vuole o voleva. Lui desiderava solo svolgere comunque bene quel lavoro perché l’obiettivo era “farlo al meglio”. E’ diventato il migliore nel suo campo. E’ poco essere riconosciuto tale?
Quindi, caro A.R., non importa ciò che Tu andrai a fare. L’importante è che Tu lo faccia sempre al meglio. Alla fine, credimi, questa è la molla che Ti darà soddisfazione.