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domenica 16 dicembre 2007

Attività in proprio

Teresa S. Bergamo
“......ho letto questo sito o blog e vedo che date aiuti ed informazioni. Non credo che il mio problema sia tra quelli trattati, ma ci tento perché sono davvero confusa. Ho terminaro gli studi da 3 anni. Ho cercato di trovare un lavoro ma niente. Allora i miei hanno deciso di darmi i loro risparmi per permettermi di aprire un’attività mia, ovvero un negozio nel paese dove abitiamo. Sono euforica. Faccio bene ?.....”

No. La risposta è secca. Non fai bene per tanti motivi e Te li spiego, anche se, come dici Tu, in questo spazio non dovrei dare risposte su questi temi. Approfitto però per dire che viene aperto un settore che chiamerò “varie” proprio per permettere a chi come Te ha da chiedere qualcosa che non entra nei settori classici.
I motivi, Teresa, sono presto detti. Negozio, in un paese, con i risparmi dei Tuoi genitori. Tre no. Partendo dalla fine: i risparmi dei Tui genitori devono servire a loro ed alla loro vecchiaia. Se li perdessi, come è molto probabile, il danno sarebbe enorme. Se proprio vuoi buttarTi in un’attività in proprio, fallo a rischio Tuo, con un prestito se vuoi, ma non da parte della famiglia.
L’idea: un negozio. Può darsi che i Tuoi, dopo tre anni in cui non hanno visto uno sbocco per Te, abbiano deciso (forse anche a malincuore) di intervenire loro, dandoTi l’idea più ovvia e banale che ci sia. Aprire un negozio. Abiti in un abbastanza piccolo paese alle porte di una città che è servitissima da ogni sorta di centro commerciale. Pensi che la clientela non vada più in città per gli acquisti, dove tra l’altro avrebbe un’ampia scelta, per venire da Te?
L’Italia oggi è piena di nuovi negozi, aperti da giovani come Te che, senza alcuna esperienza, credono d’aver trovato la soluzione della vita che ha termine dopo pochi mesi. Voglio dilungarmi e spiegarTi per bene alcune cose che potranno servire ad altri.
Un negozio è un’attività vera e propria, non un gioco. Prima di aprirlo occorrerebbe effettuare ogni sorta di analisi di mercato ed altro. Ad esempio:
abitanti generali; abitanti del rione; quanti altri hanno la stessa attività in città o nella zona; come funzionano. Eppoi: dove voglio o posso posizionarlo? C’è passaggio? C’è clientela adatta? C’è traffico di auto? C’è possibilità di comodo parcheggio? Quanto mi serve per aprirlo? Che stock devo avere? Che fine fanno gli stock se le vendite sono inferiori? Quanto ogni mese devo sicuramente incassare solo per pagare le spese? E quanto devo vendere solo per pagare questo? Inoltre: l’idea. Occorre avere un’idea innovativa, che magari nessuno al momento ha avuto (ma credimi, è diffficile).
Sono quotidianamente visibili nuove attività aperte nei luoghi più disparati ed inutili a cui predire qualche mese di vita è troppo. Giovani che partono con una faciloneria incredibile e perdono soldi, non loro, senza capire quanto c’è stato dietro per accantonarli.
Birrerie, paninoteche, osterie messicane, argentine, wine bar, per passare alle parrucchiere o peggio, a negozi di idee regalo. Si aprono attività in zone dove non ci si può fermare con l’auto; dove la clientela è rionale e piuttosto anziana; dove non passa un cane nemmeno morto. Eppure tutti, quando iniziano un’attività sono convinti che anche se altri hanno fallito, per loro sarà diverso perché possono contare su tanti amici o conoscenze. Beata ingeniutà.
Hai mai notato, magari anche nel Tuo paese, che quando c’è un subentro di nuova attività difficilmente funziona? I motivi sono due:
il negoziante sapeva bene che l’attività stava andando a scemare e l’unico modo per cavarci fuori qualcosa era di vendere la licenza. Non affittarre, perché non avrebbe risolto nulla. Vendere ad un altro che magari non conosce bene il mercato.
Il negoziante aveva un’attività buona. E’ stanco. Vende. Ma anche i clienti sono stanchi e si allontanano col negoziante. Perché accade questo? Perché spesso, per amiciza negli anni; perché il negoziante ci conosce e non possiamo fargli il torto di non acquistare da lui almeno qualcosa, si continua a frequentare il punto vendita ma non c’è nulla di meglio di un cambio per non andarci più. Col nuovo entrato non ci sono vincoli, conoscenze, amicizie e quindi si è liberi.
Insomma, cara Teresa, se vuoi aprire una Tua attività, fallo pure ma solo dopo aver risposto alle domande che ho posto e dopo aver analizzato bene tutti i pro ed i contro. Fallo soprattutto con i soldi non dei Tuoi genitori. E’ un rischio? Che lo sia davvero. Altrimenti inizieresTi davvero male. Ora una mia curiosità: passeggiando per le strade o in qualunque centro commerciale, spesso leggo in vetrina cartelli con richiesta di personale femminile. Quando chiedo maggiori chiarimenti (è il mio lavoro) mi dicono che non si trovano ragazze disposte. Nessuno nemmeno entra a chiedere informazioni. Perché, dopo tre anni dalla fine della scuola, anziché pensare ad aprire un negozio, non entri in uno con questi cartelli? PotresTi fare una bella esperienza; guadagnare, e capire se un domani quella potrà essere la Tua strada.