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giovedì 5 giugno 2008

Creatività

AnnaMaria B. Livorno
“...io non credo d'essere adatta al mondo del lavoro. Sto facendo una fatica enorme cercando di resistere in un team. Capisco che ognuno di noi debba portare il proprio contributo di lavoro e questo lo faccio ma quello che non riesco è portare qualcosa di nuovo. Non so se riesco a spiegarmi. Giorni fa siamo stati coinvolti in una riunione in cui la dirigenza ci ha chiesto di portare innovazione, idee, cambiamenti. Ci siamo un po' guardati in faccia. Abbiamo ovviamente risposto di si (non potevamo dire di no) e poi, terminata la riunione, le reazioni sono state:
ci vogliono eliminare
vogliono che le dimissioni vengano da parte nostra
abbiamo finito il nostro periodo in quest'azienda
cosa cavolo possiamo portare di nuovo
che cambiamenti possiamo fare
Queste sono state le reazioni. Io non ho parlato perchè sono l'ultima arrivata, ma se lo facessi non saprei che dire. Secondo Lei cosa significa una riunine del genere e cosa ci si aspetta da un gruppo come il nostro?....”

Gentilissima Dottoressa AnnaMaria,
tiro un sospiro, allargo le braccia eppoi Le rispondo. Io credo che la Vostra Dirigenza Vi abbia chiesto semplicemente un po' più di mordente; un po' più di innovazione in quello che fate e, buon ultimo, un po' più di creatività. Il Vostro gruppo ha mai sentito questa parola? Penso proprio di si. Non è questo un termine che va solo sentito ma anche messo in opera, soprattutto nel lavoro che Lei fa.
L'azienda ha dovuto per certi versi richiamarVi all'ordine, facendoVi capire che si aspetta da Voi qualcosa di extra, ovvero di normale.
Se devo schiettamente dire come la penso, dico anche che le reazioni avute dal gruppo dopo la riunione, reazioni che Lei mi riporta, sono demoralizzanti. Io non lavorerei in un gruppo simile, ne lo vorrei in azienda. Ha letto bene? Cinque reazioni assolutamente negative, prive di ogni possibile apertura mentale, improntate al non cercar di vedere al di là del proprio naso.
Lei vive in un team di pessimisti riuniti e forse, mi scusi lo è anche Lei.
Poiché però Lei mi chiede aiuto, vuol dire che pur non “vedendo” molto in là, sente d'aver bisogno di una mano. Forse non è negativa del tutto ma solo una persona poco ottimista in un gruppo di distruttivi. Mettiamola così.
Allora, parliamo un attimo di creatività. Forse la cosa che ho più apprezzato nei collaboratori per tutta la vita svolta nelle organizzazioni è stata la creatività. Non mi interessava la cultura, l'esperienza e la conoscenza. Tutte cose che vengono col tempo. Quello però a cui sono sempre stato attento è stato proprio il cercare di contornarmi di persone creative o che, capendole, intuivo la possibilità di svilupparla in loro.
Vede AnnaMaria, non esiste grosso problema che non possa esser superato con una buona dose di creatività. Essa aiuta anche ad agire con calma, perchè mentre si pensa ad una soluzione creativa per un problema, si è obbligatoriamente calmi. Molte situazioni imbarazzanti e difficili si superano con un pizzico di creatività; molti prodotti in azienda abbisognano di appoggi creativi per essere lanciati; le informazioni alle vendite, più sono creative e meglio vengono recepite; le gare per i venditori perdono mordente se dietro non c' è uno studio creativo. La creatività è innata in alcuni ma la si può imparare. Vi sono tecniche che se vorrà Le suggerirò. In questo momento posso dirLe questo. Il pensiero laterale (una tecnica che aiuta la creatività) dice di scartare sempre la prima soluzione che viene in mente quando devi risolvere un problema. Perchè la prima soluzione è la più ovvia, la più banale e certamente la meno creativa. Si deve allora, dopo aver scartato questa ipotesi di soluzione, pensarne ad un'altra. Forse anche questa andrebbe scartata per trovarne una terza. Insomma, la creatività la sviluppi e la migliori, togliendo le banalità per arrivare ad altre soluzioni. Provate, Lei ed i Suoi colleghi, a metterVi attorno ad un tavolo. Usate una sala non disturbata e che nessuno venga a chiederVi che fate. Mettete sul tavolo un problema (uno qualsiasi) e quindi cercate la migliore soluzione. Ognuno deve dire la Sua, senza problemi. E' una specie di brainstorming semplificato ma, inizialmente è più che sufficiente. Vedrà che dopo un po', quando uno di Voi dirà quella che secondo lui è la soluzione, un altro lo correggerà su qualcosa dando il proprio parere. Un terzo aggiungerà qualcosa e così via. Ci sarà un momento in cui vi troverete d'accordo nel dire che avete trovato quella che secondo Voi è la migliore soluzione. L'analisi di un altro problema non va fatto subito in quella sessione. Un problema per volta, quindi.
Ed ora una raccomandazione che vale per Lei ma anche per tanti giovani che magari leggono questa lettera.
Non importa il lavoro che Vi troverete a fare. Qualunque esso sia però, ricordateVi di approcciarlo creativamente. Sarà tutto più facile, più entusiasmante, più divertente. I bambini, che non hanno ancora incrostazioni mentali dovute al condizionamento della vita, esprimono il massimo della creatività con una facilità che lascia stupiti. Basta seguirli nei loro giochi per rendersene conto. A volte ci danno spiegazioni creative su quello che stanno facendo che, se fossero usate nell'ambito del lavoro, varrebbero chissà cosa. Noi tutti dobbiamo riflettere. La creatività la si può mettere in qualunque lavoro, come nel gioco.
Cerchiamo quindi di essere nel lavoro, giocosi e creativi tanto quanto sono seri i bambini nel gioco.
E per carità, non mi scriva più “cosa ci si aspetta da un gruppo come il nostro” perchè mi verrebbe voglia di risponderLe.
Cordiali saluti