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giovedì 12 febbraio 2009

MARKETING

Aldo B. Faenza

Grazie per le risposte che date. Provo anch'io a chiedere perchè non ho ancora capito se davvero rispondete a tutti oppure fate una scelta. Mi auguro di leggere questa mia mail sul blog per sincerarmi che davvero aiutate tutti coloro che vi chiedono qualcosa.
Opero da non molto tempo, diciamo come aiutante, assistente o ragazzo di bottega, nell'ufficio marketing di una media azienda.
Sfogliando alcuni tomi che ho trovato in quello che è divenuto il mio sottoscala di lavoro ho trovato una raccomandazione di un predecessore ad un suo Capo. Evidentemente mancano dei fogli perchè alcune cose non sono affatto chiare. Non è, sinceramente, che la cosa sia importante al fine del mio lavoro perchè, come dico, riguarda qualcosa che è accaduto chissà quanto tempo fa, ma la mia curiosità e l'impossibilità di dare una risposta, mi dice di chiederlo.
Ecco, si tratta di una sigla che per me non ha significato. La sigla è FCP. Vi dice qualcosa?
Vi ringrazio se potrete rispondermi.

Mio buon caro Aldo,
ogni tanto le mail che ricevo sono davvero strane e, come la Tua, impegnano perchè sono tanto ermetiche da apparire degli enigmi. Devo ritornare con la memoria indietro nel tempo e l'unico aggancio che ho con quella sigla è “free continous premiums”.
Non ricordo altri significati, anche se solitamente era inusuale usare solo la sigla che si scriveva quando in un documento, il concetto veniva riportato più volte.
Spero di non portarTi su una via sbagliata. L'FCP è una tecnica commerciale di promozione molto usata e comune. E' sotto gli occhi di tutti anche se non siamo abituati a chiamarla con questa sigla. Si tratta semplicemente di quella tecnica che invita i clienti a raccogliere tagliandi di controllo o prove d'acquisto che, una volta raggiunto un determinato quantitativo, permetterà di ottenere il classico dono scelto su da un catalogo premi. Siamo invasi da questa tecnica che non vede fine. E' una forma di fidelizzazione alla marca che i consumatori gradiscono molto. Oggi non sono solo le aziende a coinvolgere i clienti in questo modo ma anche e sopratutto le catene di distribuzione. Penso che questa tecnica non avrà mai fine perchè a tutti piace sapere che raccogliendo piccoli pezzettini di carta, si otterranno regali. In realtà i pezzettini di carta non sono mai regalati perchè il prodotto stesso che si acquista e si consuma contiene già nel calcolo del prezzo di vendita un margine che va proprio a calcolare il costo del dono.
Oggi inoltre, si è arrivati ad offrire oggetti più belli e costosi che per essere offerti necessitano di un'aggiunta di una determinata cifra, oltre ai cosiddetti punti raccolti. Questo perchè se si dovesse dare totalmente omaggio il dono, necessiterebbero una quantità di punti che nessuno riuscirebbe mai a raccogliere. Va detto inoltre che alcune aziende hanno molto marciato sul concetto del contributo da aggiungere. Alcuni prodotti infatti vengono addirittura pagati in toto dal consumatore con la quota che aggiunge ai punti. Questo avviene perchè la società che lo offre paga l'oggetto molto meno del prezzo di listino e quindi il contributo richiesto copre in toto o quasi il prodotto omaggiato.