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giovedì 9 aprile 2009

MOBBING

Francesca T. (loc. n.c.)

Vi scrivo perchè mi trovo in una situazione disdicevole in quanto nel mio ufficio e nell'azienda in cui lavoro sono soggetta a mobbing e questo mi sta creando problemi anche psichici.
Tutto è nato quando il vecchio Capo se n'è andato ed è arrivato al suo posto un giovane di belle speranze e poca esperienza tant'è che io ho dovuto seguirlo ed aiutarlo suggerendogli cosa fare, altrimenti chissà cosa avrebbe creato.
Ed anziché essermi grato ha iniziato a trattarmi in un modo sgarbato e, avanti di questo passo, le cose sono sempre andate di male in peggio. Io ho vent'anni di esperienza ed un giorno il Capo mi ha chiesto di portargli il caffè in ufficio perchè aveva ospiti e non poteva uscire. E' vero che la sua segretaria era fuori ufficio per lavoro ma avrebbe potuto attenderne il ritorno. Io non sono una cameriera. Ho comunque portato il caffè per educazione ma alla prima occasione gliel'ho fatto notare. Da quel momento, anziché capire che gli avevo fatto un favore, ha iniziato ad isolarmi ed oggi sono praticamente a fare delle cose che possono fare i ragazzini che arrivano come primo impiego.
Questo ha portato lentamente anche i colleghi a vedermi in un modo diverso e vedo che loro stessi mi rivolgono poco la parola e fanno comunella tra loro.
Sto impazzendo. Mi date una mano e dirmi cosa devo fare? Non sono mai stata iscritta ad un sindacato perchè non credo in loro, ma questa situazione mi fa pensare che forse dovrei farlo.
Aiuto.

Carissima Signora Francesca,
quando sento parlare di mobbing cerco sempre di andare molto cauto nei giudizi e nei pareri da dare perchè oggi molta gente vede mobbing anche dove non c'è e, quasi sempre, dietro c'è una situazione in cui il mobbing è usato e sfruttato per ottenere qualcosa. In altre parole, basta un minimo dissidio per gridare al mal trattamento ed alle sevizie mentali per cercare semmai qualcosa da ottenere.
Ho trascritto interamente la Sua lettera e la lascio ai lettori perchè probabilmente tra loro potrebbe esserci qualcuno che sa “leggere tra le righe”.
A dire il vero, Lei è stata estremamente sincera nello scrivere a tal punto che ha descritto una situazione che quasi certamente (dico quasi) dipende o è dipesa da Lei. Il vecchio Capo se ne va. Probabilmente era lì da tempo ed avevate iniziato assieme. Altri tempi, altri rapporti ed, a volte, forse, altre ipocrisie. Arriva il nuovo Capo che Lei descrive come un giovane di belle speranze, senza intuire che così dicendo lo sta già classificando, come uno che vorrebbe fare ma che non ne ha la capacità. Ecco allora che dall'esperienza ventennale nasce in Lei l'idea di intervenire su di lui come magari faceva e Le era permesso fare col Capo precedente. Nulla di male se ciò è chiesto, ma se diventa ingerenza, può creare problemi.
Il nuovo Capo, mi pare di capire, se n'è stato zitto (forse per educazione o forse perchè Lei poteva essergli d'aiuto). Ma l'aiuto si dà quando viene chiesto e non si obbligano le persone a riceverlo se non lo chiedono. Tant'è che la prima volta che davvero il Capo s'è permesso di chiederLe un favore (il caffè in ufficio) Lei si è di fatto rivoltata contro questa cosa non sentendosi una cameriera.
Mancava la segretaria e la richiesta fatta a Lei, quasi quasi doveva essere presa come “non c'è chi gli è più vicino, si rivolge a chi d'altri ha più fiducia”.
Trovo un'azione davvero brutta l'aver fatto poi presente al Capo che Lei non è una cameriera in quanto certamente non s'era rivolto a lei ritenendoLa tale. Ma si sa, quando si comincia a veder male le cose (e Lei ha cominciato quando è appunto arrivato il nuovo Capo) si finisce per vivere male il tutto.
Lentamente è stata messa in un angolo ed oggi anche tutti i colleghi La vedono male. (Riporto ciò che Lei scrive ed è tutto da verificare).
Personalmente io credo, anche per esperienza, che in questi casi le colpe possono essere di entrambi. Sappia però, che molto più spesso di quanto non si creda, c'è qualcosa nell'impiegato che, anche e a volte involontariamente, l'ha portato a ritenersi sotto mobbing.
Vede Signora Francesca, noi viviamo in un mondo di lavoro in cui le persone valide tendono, con i dovuti benefici, a diminire. Lavorare otto ore in un ufficio non significa lavorare bene; significa essere presente. Otto ore di presenza, possono spesso significare 4 ore di vero lavoro. Questo per farLe capire che un imprenditore o un'azienda, quando ha veramente a che fare con qualcuno valido, se lo tiene stretto. Mi creda Non ho mai visto in vita mia un'azienda che abbia voluto davvero liberarsi di qualcuno valido o l'abbia voluto mettere in condizioni d'andarsene, perchè poi è difficile trovarne un altro.
E' spesso in noi l'idea di essere oppressi, schiavizzati, sfruttati e pensiamo questo perchè riteniamo d'essere più in gamba di quanto gli altri credano ma poi facciamo ben poco per dimostrarlo a tal punto che, a volte (ecco il mobbing fai da te ) ci chiudiamo in noi stessi dicendo “non faccio più niente perchè non mi meritano”.
E ci si mette in un angolo con la speranza che siano gli altri a venire a chiederci come mai siamo pensierosi, tristi, irati, nervosi, tesi. Ma gli altri non vengono e questo alimenta lo stato di tensione perchè ci sentiamo abbandonati ed iniziamo a domandarci perchè mai tutti ce l'hanno con noi. Non riceviamo ovviamente risposta e questo aumenta ancor più la negatività della situazione in una spirale senza fine.
Così si passa il tempo a costruire piani d'attacco, a vendicarsi anche dei colleghi che anziché aiutare e darci ragione, ci lasciano nel nostro brodo e si, pensa, come fa Lei, ad iscriversi al sindacato per farla pagare al Capo.
Non so sinceramente se ho descritto anche il Suo caso; certamente ho descritto una buona parte di situazioni vissute da affetti da mobbing.
Come posso aiutarLa? Non Le dirò certamente come vendicarsi di un Capo che, alla fine, pensando di rivolgersi a chi poteva risolvergli un problema, ha poi involontariamente creato una situazione che Lei ha addirittura ritenuta offensiva. Non posso anche perchè, sarei estremamente scorretto se lo facessi senza sapere l'altra versione.
Posso invece aiutarLa dicendo che, al di là del mobbing vero o presunto, se Lei è davvero brava ed ha l'esperienza di vent'anni di lavoro, dovrebbe incanalare le Sue forze per cercare un posto altrove.
Dovrebbe vivere più serenamente la situazione, sorridendo ai colleghi ed interagendo con loro. Ha da fare lavori semplici? Bene. Li faccia col sorriso. Vorrà dire che dovrà impegnarsi e stancarsi meno. Perchè non pensa questo?
Nessuno Le toglie lo stipendio. Viva un po' meglio il tutto e si impegni a trovare altrove la soluzione del problema, pensando però (lo dico con molta lealtà) che da quanto ha scritto, Lei appare un tantino sopra le righe. Ho sentito un po' di arroganza o di sufficienza. Allora, mi chiedo, non sarà forse stato anche questo Suo comportamento subito negativo davanti al nuovo Capo che a fatto si che Lei non vedesse più nella giusta dimensione ciò che faceva, tanto da portarLa a sentirsi da sola e non più parte di un gruppo?
Ci pensi, si risponda e trovi una soluzione che se vuole sa trovare.
Cordiali saluti