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mercoledì 29 aprile 2009

DOV'E' L'INPS ?

R. (loc. n.c.)

Salve vi espongo rapidamente il mio caso sperando che possiate darmi una soluzione. Sono un lavoratore stagionale ,lavoro infatti come portiere di notte presso un albergo, per sette mesi l’anno dopo di che in coincidenza con la chiusura dell’albergo vengo licenziato per essere riassunto regolarmente l’anno successivo per la riapertura. Ormai sono una decina di anni che lavoro nello stesso albergo e da quando sono stato assunto ho sempre lavorato per 12 ore al giorno vedendomene retribuite solo 6,40, con un solo giorno di festa settimanale.
La situazione che subisco e’ comune purtroppo alla gran parte dei lavoratori del settore che come me non accennano a ribellarsi per evitare una sicura emarginazione dal mondo del lavoro, cosa che accade regolarmente ai pochi coraggiosi che intraprendono un’azione legale. Vivo in un territorio in cui il 70% degli abitanti lavora nel settore del turismo e dover lasciare questo settore implicherebbe uno spostamento verso altre zone d’Italia, cosa che per chi ha famiglia come me diventa un po’ difficile. Vorrei sapere se c’e’ la possibilità di intraprendere un’azione legale pur essendo stato piu’ volte licenziato e riassunto, in quali termini e se e’ possibile farlo anche a distanza di alcuni anni. Nella speranza di un vostro aiuto vi saluto cordialmente.

Caro R,,
le problematiche relative alle questioni sindacali preferisco non toccarle perchè non sono di nostra specifica competenza e sono tali i cambiamenti di norme e regole, con i rimandi, le sub scritture, gli accordi in essere, quelli che partiranno, e decine di altri orpelli che si rischia di suggerire male facendo un danno anziché dare un aiuto. Rispondo anche stavolta, come in passato guardando la cosa sotto un altro aspetto.
Credo che, volendo, Tu possa fare qualsiasi azione legale ma scrivi che non l'hai mai fatta perchè altrimenti c'è il rischio di essere isolati, mentre ora la vorresTi fare. I rischi di cui scrivi Te li ritroveresTi anche oggi. Il fatto che Tu in passato abbia accettato queste condizioni potrebbe diminuire un poco la colpa del Tuo datore di lavoro in quanto da parte Tua c'era sempre la possibilità di dire di no. Non facendolo, di fatto accettavi (come poi hai dovuto fare per necessità) la situazione.
Una denuncia può essere fatta presso un Avvocato del lavoro o andando presso l'INPS della Tua città. Se questa è la Tua decisione, Ti suggerirei di recarTi presso l'INPS di un altra città, di chiedere un colloquio con un funzionario facendo presente che preferisci momentaneamente non dire il Tuo nome per evitare problemi e chiedendo informazioni e chiarimenti sulla situazione in cui Ti trovi (lavorare 12 ore e pagamento e versamenti per 6,40).
Sarà poi l'INPS a valutare cosa si può fare e Tu potrai decidere con informazioni certe in mano. Questi casi hanno possibilità di ottenere un risultato se alle spalle nasce un movimento ampio di presa di coscienza di cittadini. Non credo però che nella zona in cui abiti, se il 70% opera nel turismo, Tu possa appoggiarTi ad altri. Devi però essere cosciente che è assai improbabile che gli Ispettori del lavoro dell'INPS della Tua zona non sappiano di questo andazzo. Impossibile che nessuno abbia mai detto mezza parola al bar! Se nulla succede significa quindi che vi è un lassismo, un menefreghismo totale e quindi Ti potresTi trovare a lottare contro i mulini a vento. E contro i mulini a vento ci si lotta quando si ha la sicurezza di poter vivere facendo altro.
Personalmente oggi contatterei il Ministro del Lavoro, scrivendo e facendo presente la situazione della zona in cui operi ed i disagi Tuoi e dei colleghi, chiedendo ovviamente l'anonimato (è possibile se lo chiedi).
Tieni presente che ad un danno Tuo (lavorare più ore per averne pagate meno) segue anche un forte danno per l'erario e per l'INPS che non ricevono gli opportuni introiti.
Contemporaneamente a questo, io mi metterei a cercare comunque un altro tipo di lavoro, anche non vicino a casa, pur di liberarmi di uno stato oppressivo che, a lungo andare, mina anche la Tua serenità. Prima o poi lo troverei.
Riassumendo:
puoi decidere di rimanere dove sei ed accettare la situazione per stato di necessità
puoi chiedere informazioni su cosa fare presso un' INPS di un'altra città
puoi recarTi da un Avvocato del lavoro e intentare causa al datore di lavoro (ovviamente perdendolo)
puoi denunciare la cosa all'INPS dellaTua città (ovviamente perdendo il lavoro)
puoi recarTi presso un Sindacato e denunciare la cosa (che sarà perfettamente a conoscenza ma che non verrà mai fatta emergere per tanti motivi)
puoi inviare una lettera (purtroppo anonima) al quotidiano locale denunciando il settore, ma ho dubbi che facciano scoppiare un caso.
puoi scrivere al Ministro del Lavoro (non al Ministero, ma al Ministro) una lettera riservata e personale, spiegando cosa avviene, quanto dovete sopportare Voi dell'ambiente, quanto dovete accettare per necessità e quanto questo costi all'economia; il tutto chiedendo l'assoluto anonimato perchè se il Tuo nome uscisse perderesTi più del lavoro. Poi devi solo attendere che qualcosa accada, a tempi lunghi.
Puoi non fare nulla di tutto questo; rimanere dove sei, cercarTi contemporaneamente un altro lavoro e solo a quel punto lasciare l'attuale occupazione senza polemiche.
Ti rimando comunque alla lettura di un contratto di lavoro del settore, nella sezione relativa al lavoro stagionale, contratto che potrai trovare sia in Internet ma che trovi anche presso la sede di qualunque sindacato. Se Ti rechi, senza dare precise informazioni, e chiedi di poter prendere visione del contratto specifico, non c'è motivo per cui Tu non possa essere accontentato.
Dove il lavoro scarseggia nascono sempre queste situazioni e questi soprusi. Non ricordo d'aver mai visto soluzioni senza che vi sia una decisa volontà di “mandare tutto all'aria” da parte di chi intraprende questa strada. E questa è la forza che porta alcuni settori o datori del lavoro ad approfittarne.
Tieni poi presente l'ambiente dove abiti. Se ritieni che vi siano legami tra quel settore ed altri, facendo scoppiare un bubbone in questo, Ti ritroverai probabilmente escluso anche da altri. Che tristezza a doverTi dire queste cose!
Per finire una preghiera: semmai Tu inviassi ad altri la lettera inviata a me, manda esattamente quella che ho pubblicato io, con quelle due o tre parole che ho corretto e che non permettono di identificare la zona.
Ti auguro che Tu possa trovare, con calma, la via che Ti dia maggiore sicurezza.
Ciao