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giovedì 11 dicembre 2008

PRESENTAZIONI VINCENTI

Francesco B. Carrara
Inutile che ringrazi per i suggerimenti che date sempre, Lo fanno gli altri e credo sappiate che anche chi non li fa, li pensa.
Problema: devo fare una presentazione ad una rete vendita. E' la prima che viene fatta e vorrei, senza farvi perdere molto tempo, avere un suggerimento solo. Non chiedo di sapere tutto ma solo, secondo voi, tra tutti i suggerimenti, quale devo maggiormente tener presente. Vi ringrazio


Egregio Sig. Francesco,
vedo che il dono della sintesi non Le manca ed anche nelle richieste non si allarga a chiedere chissà cosa ma solo un punto, quello che può in un certo senso riassumere tutto.
Non male come richiesta perchè mi ha posto nella condizione di cercare quel qualcosa che sia un po' la sintesi di tutto.
Ebbene, posso proprio accontentarLa perchè c'è un punto su cui mi batto spesso ed è la sequenza della presentazione.
Per sequenza intendo le semplici azioni concatenate che andrebbero seguite per esser certi, in breve, di riuscire ad essere chiari e convincenti.
Troppi oratori perdono tempo in presentazioni prolisse, con introduzioni che non terminano mai e che fanno temere a chi ascolta, che verrà sera prima di aver finito. Spesso l'introduzione è lunga un po' perchè chi parla non sa cosa dire e cerca di riempire lo spazio a disposizione ed un po' perchè ha paura di entrare nel vivo del discorso.
Ho sempre suggerito e suggerisco a lei Francesco di seguire questi semplici pochi punti:

CONOSCENZA
un buon meeting si ottiene quando chi parla riesce a mettere tutti i presenti in una situazione di rilassamento e serenità. Quindi, niente paroloni, niente concetti astrusi o termini che se qualcuno può comprendere benissimo, altri non riescono a farlo. Va calcolato sempre che l'età mentale di un gruppo non è quella anagrafica ma di molto inferiore e quindi occorre parlare mettendo tutte le persone allo stesso livello di comprensione. Meglio essere troppo semplici nei concetti ed essere capiti da tutti che troppo elevati nelle riflessioni per apparire importanti.

VISIONE D'INSIEME
anticipare cosa vorrete dire e cosa direte poi al gruppo, in poche parole.

BISOGNO
se è stato promosso un meeting vuol dire che c'era una ragione per farlo. Quindi, un BISOGNO.
Se c'è un bisogno da soddisfare significa che c'è pure un problema.

SOLUZIONE
va quindi proposta la soluzione (di chi parla o della società) che si ritiene possa risolvere il problema.

RAFFORZAMENTO
va data qualche prova che proprio quell'idea o quella soluzione può essere corretta per risolvere il bisogno o problema.

VANTAGGI
le persone solitamente non fanno mai nulla per niente quindi, occorrerà dare motivazioni sul perchè le persone devono seguire chi parla. Occorrerà dare loro l'idea del vantaggio che ne ricaveranno seguendo quanto viene detto. Il vantaggio potrà essere personale (come un guadagno extra o premi) oppure aziendale (come maggiori fatturati ed utili e maggiore sicurezza per il lavoro del gruppo).

DIRE COSA VA FATTO E COSA CI SI ASPETTA DA LORO
a questo punto va spiegato loro in modo chiaro tutta l'azione che va fatta e qual'è il compito di ognuno o del gruppo.

CHIUSURA
detto tutto questo, anche se apparirà paradossale, occorrerà ricapitolare tutto quanto detto

Voleva, Francesco, avere un suggerimento solo che ritengo importante e gliel'ho dato.
Un meeting può risultare concreto se i concetti vengono espressi seguendo un filo logico. Nelle righe sopra scritte c'è tutta la filosofia di un meeting. Tutto quanto non detto, non serve o serve solo a far scena e creare confusione.
Si tenga a mente sempre questa sequenza e su questa lavori. Non abbia mai timore di apparire breve nelle presentazioni. Dica quello che va detto e stop.
Ci sarà poi il tempo per approfondire facendo fare eventuali domande.
Il guaio degli oratori è sempre quello di parlare “a tempo”, di preparare una relazione chiedendosi prima “quanto tempo avrò?” e di costruire la presentazione su quel tempo.
In questo modo, cose che possono essere dette in mezz'ora, vengono diluite con noia infinita affinchè si possa riempire la mattinata, con incredibili abbassamenti di attenzione e brutte figure di chi parla.
Il vezzo degli oratori è da sempre quello di ascoltare loro stessi ciò che dicono per sentire come sono bravi nell'esposizione senza tener conto se quanto dicono è comprensibile da chi ascolta. Infatti, alla fine, si chiedono sempre “sono stato bravo?” se non addirittura, dirselo da soli “sono stato bravo”.
Mai pensare d'essere o meno bravi. Ciò che importa è chiedersi se si è stati compresi appieno.
In bocca al lupo.