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martedì 16 dicembre 2008

PARLARE IN PUBBLICO

Annamaria z. (loc. n.c.)

Sono un junior product manager da un anno in un'azienda italiana con legami internazionali. Sono responsabile di alcuni prodotti minori proprio per imparare il mestiere, che curo con passione perchè per me sono tutto e voglio, col loro successo ottenere anche il mio. Faccio male?
Ora accade che il prossimo mese ci sarà la riunione della forza vendite ed il mio capo in una riunione ha distribuito i compiti per presentare le strategie del prossimo periodo. Poiché, al di là del direttore vendite, le novità del marketing verranno presentate dai P.M. Ogni responsabile di prodotto parlerà di ciò che vorrà fare. Il P.M. Da cui dipendo mi vuole coinvolgere ed anziché presentare lui i miei piccoli prodotti vuole che lo faccia io.
Non mi sento tranquilla perchè non ho mai parlato a numerose persone e penso che potrei fare cose sbagliate giocandomi la credibilità. Da qualche giorno sto mettendo su carta ciò che devo dire e penso che finirò per leggere per non commettere errori e seguire un filo. Il guaio è che se dico tutto quello che vorrei dovrei parlare delle ore. Sono in un vicolo cieco e non riesco a venirne fuori. Ho chiesto ai colleghi di darmi una mano e si sono messi a ridere. Hanno risposto che ognuno fa il suo e che devo imparare. Carogne!
Come devo muovermi? Che fare?
La ringrazio per quello che vorrà dire.

Cara Annamaria,
il Suo problema è vecchio come il mondo e, mi creda, se ne può uscire. Se Lei ha tempo di cercare in archivio, troverà alcune risposte che potranno aiutarLa. Se Le facessi un trattato di come affrontare un pubblico Le farei probabilmente confusione, in questo momento. Lei non ne ha bisogno. Mi soffermo quindi su un punto della Sua lettera perchè potrebbe aiutarLa e risolvere il tutto.
Lei dice che si sta scrivendo ciò che deve dire e leggerà. Ecco: l'azione del leggere ciò che si vuol dire è l'unica cosa sbagliata che può fare. Dica tutto ciò vuole, lo faccia come vuole ma non legga. E' forse il suggerimento più azzeccato che posso darLe per aiutarLa. Qualunque cosa venga letta davanti ad un pubblico, anche ad un meeting aziendale, appare da subito noiosa e chi ascolta porge orecchio per qualche minuto poi si allontana con la mente.
Chi sta dietro ad un leggio, come un politico, è noioso già di per sé e dà un'immagine vecchia, non spontanea.
Leggere è tedioso perchè chi legge ha pochissimo se non alcun contatto con gli occhi verso chi ascolta. Non ha praticamente alcuna gestualità perchè è fermo con la testa china sui fogli per non perdere la riga e, se muove le braccia, le muove malamente. Non essendoci gestualità quasi certamente c'è monotonia. Chi ascolta vede un pezzo della persona che parla (magari solo spalle e testa) ed anche questo è negativo. Non vedo, a mio parere, una persona energica porsi nella condizione di leggere ciò che deve dire. E chi fa il Suo mestiere dev'essere brioso, energico, moderno, stimolante. Lasci la lettura a vecchi bacucchi che sono sempre più interessati a fare bella figura che non a far comprendere. Molto meglio fare sbagli, chiedere scusa sorridendo, riprendere un discorso non portato alla fine piuttosto che arrivare, leggere le cose tute per benino, salutare e tornare al posto. Anche perchè chi ascolta sa anche leggere e potrebbe leggere da solo le cose da Lei scritte e dette, non crede?
Penso che leggere sia il modo migliore per bloccare la personalità. Sorrido sempre quando vedo persone che leggono sforzandosi di essere naturali perchè non ci riescono e finiscono per essere patetici.
Quindi, credo d'averLe fatto comprendere che è sempre preferibile qualcuno che dica le cose in modo libero piuttosto che leggerle stando ingessato.
Per superare questa situazione veda la riunione come un semplice incontro tra amici. Ammettiamo che Lei si trovi in un gruppo di cui conosce qualcuno e qualcun altro no. Le vien chiesto un parere su qualcosa. Che fa? Risponde di aspettare che deve scriversi ciò che deve dire eppoi legge oppure dice ciò che pensa e si pone nella situazione in cui interagisce liberamente? Lei risponderà con sicurezza prontamente senza pensare a nulla e la cosa sarà assolutamente naturale.
Ebbene, la Sua presentazione dovrà seguire la logica di libertà di espressione sui temi che presenta. O se vuole ancora un esempio, immagini di trovarsi ad una riunione di condominio dove è tenuta a dire qualcosa o dove Le vien chiesto un parere? Anche in questo caso che fa? Penso che risponderà senza problemi. Porti questo concetto anche nella Sua presentazione.
Certamente dovrà prepararsi un poco. Certamente avrà qualche dato da segnarsi e certamente i punti importanti dovrà ricordarli. Ma per tutto questo basta che Lei si segni degli appunti e li sviluppi mentalmente. Poi magari dirà meno di quello che avrebbe voluto ma questo spesso è un vantaggio perchè permette a chi ascolta di intervenire per avere approfondimenti o chiarimenti.
Ora Lei sta scrivendo il discorso. Bene. Lo faccia, lo rilegga fin che vuole, poi inizi a prendere punto per punto e metta su carta un simbolo, una parola chiave, un disegno, una cifra che Le servirà per richiamare alla mente quanto deve dire.
Alla fine si ritroverà con un foglietto con una scaletta striminzita di punti di riferimento in sequenza. Trascriva chiaramente questi simboli su un foglio A4 e lo appoggi al tavolo. Lei si metta a fianco, in piedi, senza barriere tra Lei e chi è seduto davanti e, poiché dice essere la prima volta che parla, inizi con un bel sorriso mettendo a conoscenza del pubblico proprio il fatto che è la prima volta e che chiede eventualmente di non essere massacrata dai fischi (ovviamente è un'iperbole ma serve per rompere il ghiaccio).
Dica su cosa vorrà intrattenerli eppoi inizi. Dia un occhiata al foglio ed al primo simbolo; riporti alla mente il collegamento e parta. Si muova lentamente, gesticoli il giusto, tenga il tono della voce in modo che tutti possano udirla e guardi negli occhi le persone.
Potrà sbagliare qualcosa e se lo farà si scusi e torni indietro nel discorso. Di tanto in tanto chieda al Suo pubblico se è tutto chiaro quanto detto e se non lo fosse dica alle persone di tenersi le domande di chiarimento per la fine della presentazione. In questo modo permetterà a tutti di avere chiarimenti ed a Lei di approfondire l'argomento.
Ricordi sempre e poi sempre che sta semplicemente parlando ad altre persone come Lei. Nessuno è li per giudicare se darLe un Nobel o meno. Immagini di essere tra amici e tra amici si parla, si discute, si alza il tono della voce e lo si riabbassa, si fanno battute spiritose e non ci si prende sul serio. Ecco, mentalmente questo dev'essere il Suo approccio. Non si prenda sul serio. Tutto è un gioco. Deve solo e semplicemente dire ad altri cose che Lei ha in mente e, tuttalpiù, discuterne dopo per convincerli che quanto Lei ha detto loro è ciò che va fatto per il bene del prodotto, dell'azienda e di loro stessi.
Non La mangerà nessuno, vedrà che andrà tutto bene.