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martedì 3 novembre 2009

DIMENTICARE

Rita Perugia

Gentili signori,
leggo sempre con interesse quanto scrivete e mi sembra che, nel panorama di quanto pubblicato in rete, tra miriadi di scemenze il vostro sia davvero un ottimo e serio servizio. Complimenti.
Vengo alla mia richiesta. Opero in un ufficio con diverse altre colleghe. Il lavoro mi piace abbastanza, nel senso che essendo un lavoro amministrativo e di gestione, non è che ci sia da impazzire dalla gioia. Tuttavia cerco di farlo al meglio. Ho però un problema che spesso mi viene fatto notare e che, anche se non fosse, noterei io perchè mi prende sul lavoro ed anche nella vita privata. Alcune cose le ricordo perfettamente alla virgola, altre le dimentico dopo poco.
Il problema è che vi sono cose, situazioni, frasi o altro che come mi sono dette o spiegate, io dimentico. Ascolto quando se ne parla, capisco e sono certa di ricordare per cui non prendo precauzioni anche perchè non so come potrei fare, ma alla fine, dimentico. La cosa è abbastanza fastidiosa perchè sembra che io voglia snobbare certe cose o non seguire le direttive ma è così. Perchè accade? Potete aiutarmi?

Mia cara Rita,
la risposta che posso darTi è rapidissima. Semplicemente noi dimentichiamo ciò che non ci interessa. Il nostro cervello opera alla meglio per catalogare quanto ritiene possa servirgli in futuro e scartare il resto. Quando noi non siamo interessati a qualcosa, nel senso vero del termine, inviamo al cervello un messaggio con cui gli diciamo di non accantonare, di non archiviare perchè tanto quell'informazione non è così utile e necessaria da essere tenuta in conto.
E lui agisce di conseguenza.
Quasi certamente Tu, che alla fine non mi sembri così interessata al lavoro che svolgi, Ti sei già data delle norme “personali” avvisando il Tuo cervello di ciò che deve ricordare o non vale la pena archiviare. Ascolti quindi ciò che Ti viene detto; al momento sei perfettamente cosciente ma se ritieni che l'informazione non sia così utile per Te, comunichi al cervello di non tenerne conto più di tanto. Magari verrà messa in lista d'attesa e dopo qualche ora o giorno, nulla variando, buttata nel cestino della memoria.
Come sul lavoro questo vale anche nella vita. Tendiamo a ricordarci maggiormente delle cose piacevoli, utili, emozionanti, accattivanti, necessarie ed invece, spesso, i problemi, le nozioni, le scadenze, gli impegni pesanti e tutto quanto non ci interessa poi molto, li mettiamo nel dimenticatoio.
E' una scala dei valori che diamo in automatico.
“Questo lo ricordo o lo devo ricordare perchè mi è utile”. “Questa cosa non mi interessa”. Con queste due frasi informiamo il cervello di come deve agire. Poi viene un automatismo. Non dobbiamo nemmeno più dirlo. E' tutto un insieme di atteggiamento mentale che dà le indicazioni e dice cosa fare. Così, quando magari dimentichiamo una cosa, ci domandiamo perchè capiti e siamo imbarazzati non avendo la sensazione d'essere intervenuti nella valutazione.
Per finire quindi: noi ricordiamo ciò che desideriamo ricordare e dimentichiamo ciò che, secondo noi, non è interessante ricordare.
Ora sta a Te fare un esame e capire come agire in futuro. Se quanto detto in ufficio Ti crea problemi e va ricordato; per riabituare il cervello a prenderne nota, usa la penna. ScriviTi, come un tempo si faceva e come ancora oggi si dovrebbe fare, le cose che Ti vengono dette. Apri un quaderno e prendi nota di tutto. In riunione, ascolta e scrivi. Se il Tuo Capo Ti dice qualcosa, apri il blocco e scrivi. Già l'azione dello scrivere avverte che la cosa va ricordata ed implica quindi un coinvolgimento del cervello che, in questo modo, tornerà ad abituarsi a ricordare.
Penso infine che anche la valutazione sul Tuo operato possa in qualche modo cambiare e Tu ne possa trarre un vantaggio professionale.
Ciao.