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lunedì 1 marzo 2010

NEGOZIANTE CHE PASSIONE 1

Qualche tempo fa ho ricevuto una lettera da L.C. di Ancona, un giovane negoziante che, tra l'altro, mi scriveva:


L.C. Ancona

“.....In passato ho letto alcune sue risposte relativamente a ciò che riguarda il lavoro del negoziante o a tematiche simili. Erano però risposte frazionate che tenevano conto delle domande che venivano poste.
Ora, da quando ho iniziato a leggere quel suo racconto, tra l'altro bellissimo e utile, del profilo del buon venditore, mi sto chiedendo se non può scrivere il profilo del buon negoziante o se non può, con la sua fantasia, riunire tutte le raccomandazioni che possono essere fatte ad un negoziante in un solo testo, proprio come quello del venditore. Sarebbe utile a me ma anche a migliaia di altri negozianti. E' possibile? Ci può pensare?
La ringrazio per la risposta che attendo.

Avevo promesso di pensarci (la risposta si può leggere col titolo FARE IL NEGOZIANTE). Poiché il tema richiesto è abbastanza comune e copre una larga fascia di lettori interessati, affidandomi anche ad altri precedenti miei scritti apparsi sulla stampa, ho cercato di costruire, secondo la tecnica del racconto, tutto un insieme di regole e comportamenti utili a chi svolge o vorrebbe intraprendere questo lavoro. Non mancano i suggerimenti e le eventuali idee che, ovviamente, vanno prese e soppesate proporzionalmente alle realtà locali ma che pur sempre possono essere d'aiuto, stimolando a loro volta nuove idee. Nel racconto, di cui peraltro non conosco in questo momento la lunghezza, metterò in evidenza (con maiuscole) i punti essenziali in modo che, chi fosse interessato, potrà tenerli come guida.
Dovevo scegliere un genere di negozio per costruire la scena ed ho scelto l'ambito della ferramenta perchè questo tipo di negozio o di attività è più complesso di altri per la gamma, le conoscenze che necessitano e per la necessità di far fronte ad una più agguerrita concorrenza dei centri commerciali.
Va da sé che quanto scriverò ed i consigli che darò sono applicabili da qualsiasi negoziante ed a qualsiasi attività purchè ovviamente esistano le condizioni affinchè si possa operare come scriverò.
Non lasciatevi ingannare dalla tecnica del racconto che, pur apparendo per certi versi banale, manda messaggi seri.
Ho sempre trovato noioso leggere testi tecnici di qualunque tipo perchè spesso non lasciano alcun ricordo e quindi servono a ciò a cui dovrebbero servire. Nelle pagine e nelle puntate che seguiranno invece, il personaggio chiave si muove nel suo ambiente e ci delizierà o ci torturerà con i suoi pensieri. In questo modo, ascoltandolo, avremo più insegnamenti di quanti potremmo aspettarci. Alcuni non potranno essere approfonditi; altri lo saranno a sufficienza.
Non è facile far parlare questo immaginario personaggio ma ci riuscirò. Queste riflessioni vogliono essere un “tarlo”; qualcosa da leggere, da tenere vicino, da sfogliare ogni tanto, sopratutto nei momenti difficili per ricaricarsi e non perdere la fiducia, prendendo le piccole o grandi dosi di ottimismo che il nostro personaggio è disposto a dare.
Dev'essere proprio come un tarlo; lo stimolo cioè a pensare a qualcosa di nuovo per migliorare o solo per far fronte ad una necessità. Lo stimolo per tentare nuove strade quando sembra che non ci sia più nulla da fare; lo stimolo quando pare che tutto sia già stato inventato e pensato.
Il mio personaggio ci coinvolgerà liberamente, con le sue riflessioni che spazieranno dalla “comunicazione” al “servizio”; dalla “vendita” alle “idee avute” entrando ed uscendo in continuazione dai temi, proprio come faremmo tutti noi se ci trovassimo a parlare tra amici, spruzzando anche qua e là piccole dosi di psicologia pratica, sufficienti a farci comprendere le sue scelte e, forse, quelle che dovrebbero essere fatte da altri.
Ora vi lascio alla lettura. Se vorrete, alla fine, approfondiremo.


Parte 1

“Buongiorno, desidera qualcosa? Hai poi risolto il suo problema che mi diceva l'ultima volta che ci siamo visti? Le avevo fatto fare un buon acquisto?”
E' sempre molto piacevole entrare in un negozio e vedere che si ricordano di noi. Non capita spesso ma potrebbe accadere un maggior numero di volte se appena ci fosse un po' di buona volontà e la capacità di dialogare e comunicare con gli altri. Chi ama il proprio lavoro e desidera “viverlo” bene non può sottovalutare questo aspetto che permette veramente di far nascere quella benefica intesa che riuscirà a tenere legato il cliente.
Mi meraviglio sempre quando entro in un negozio della mia città ed ascolto con grande curiosità il proprietario che saluta ogni singolo cliente e ad ognuno dice qualcosa. Chiede dei figli, della moglie, del lavoro, dell'acquisto fatto la volta precedente; ricorda le richieste ricevute e non potute soddisfare; avvisa che il prodotto chiesto in precedenza è arrivato; comunica che ci sono novità adatte a quel preciso cliente e quando entra un nuovo cliente, dopo averlo analizzato e non trovando nella sua mente un ricordo, se ne esce con un pensiero sul tempo o su qualunque altra cosa che ha il grande pregio di terminare sempre con un punto di domanda.
Cosa significa? Significa che quest'uomo ha una, forse innata, ma certamente aumentata nel tempo, grande capacità di comunicazione.
Un giorno, quando si accorse che ero fermo a guardarlo e ad ascoltare ciò che diceva ai clienti, mi si avvicinò con il sorriso più rassicurante che mi sia mai capitato di vedere e mi chiese: “Lo trova strano?”
Non dovette chiedermi perchè lo osservavo:lo sapeva già. Mi chiese solo se trovavo strano il suo comportamento con la clientela.
Durante il colloquio che poi ebbi con lui, mi disse:
“E' il grande amore che ho per il mio lavoro; lo stesso amore e la stessa passione che ho cercato e cerco di passare, con l'esempio, ai miei collaboratori e che, a quanto vede (il negozio era pieno di clienti) sono riuscito a fare. Non è facile al giorno d'oggi stare ad ascoltare le richieste ed a volte le pretese dei clienti, anzi è molto difficile ed è proprio per questo motivo che occorre riflettere e capire che questo tipo di lavoro lo si può fare solo RENDENDOLO MIGLIORE.
E per renderlo migliore occorre farlo con passione. Chi ama il lavoro che fa, lo fa bene; chi riesce a farlo bene lo amerà ancora di più ed allora sarà tutto più facile. Vede – mi disse – io ricordo i clienti che entrano, quelli che acquistano, quelli che non trovano ciò che cercano, i problemi che ognuno ha e le soluzioni che io od i miei collaboratori abbiamo proposto. Forse quello che dico le sembrerà strano e potrebbe credermi pazzo – continuò – ma non ho mai avuto clienti che non trovando ciò che cercavano non abbiano atteso pur di tornare ad acquistare da noi. E' una grande soddisfazione ma anche una prova che qui abbiamo instaurato un rapporto che altrove non c'è ancora. Forse lei non se ne intende – mi disse – ma io metto in pratica semplicemente quello che i grandi professori chiamano “COMUNICAZIONE”.

La cosa certamente mi interessava e lo stimolai a raccontare.



Fine prima parte