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martedì 16 marzo 2010

STUDIARE L'ITALIANO

Gianfilippo M. (loc. n.c.)

Egregio Dottore,
leggo il blog da tempo dandogli una occhiata quando il mattino arrivo in ufficio senza pensare che un giorno ne avrei avuto bisogno anchio. Mi capita una cosa strana che voglio raccontare perche mi crea dei problemi che non penso di averne bisogno.
Sono laureato in economia e commercio e dopo esperienze varie sono arrivato in questa azienda come (mansione definita ma tolta da noi). Ho sotto di me una rete vendita e tanti clienti direzionali. Oggi le vendite come lei insegnia non vengono fatte quasi più visitando i clienti ma conttattandoli direttamente col computer con informazioni e offerte. L'o sempre fatto anche nelle precedenti ocupazioni senza che nessuno ha mai avuto da ridire. Invece qui è successo il finimondo. Mi spiego bene. L'azienda è una padronale e a aiutare il padrone cé la moglie che è una proffessoressa in pensione. Laltro giorno è venuta da me disperata perche dice che fa brutta figura l'azienda nel far leggere ai clienti delle cose scritte da me perche scrivo male. Premesso che io ci metto lanima nel costruire le mail che invio studiandole e facendole inmodo che il cliente comprenda bene le informazioni ritengo ammesso che qual'cosa non sia perfetto che non sono comunque da trattare cosi. La moglie del mio capo dice che devo andare a scuola e che non ha mai visto un modo di scrivere come il mio e che vuole vedere la laurea. Cosa che mi indispetisce. Probabilmente qualche errore ci scappa quando si scrive ma oggi non ci bada nesuno perche conta il contenuto infatti i clienti che contatto mi rispondono e fanno ordini. Io leggo quello che scrivo ma non trovo errori mentre lei mi dice che ora in poi vuole vedere cio che mando via a nome del'azienda. Che bisogna leggere Dante prima di scrivere. Mi sento umiliato anche perche in ufficio se va avanti cosi non faccio una bella figura. Cosa devo fare? Posso rifiutare?
Grazie

ps. aspetto anche un suo parere su come scrivo



Gentile Dottore,
posso dirLe che sono davvero stato molto dubbioso sulla pubblicazione o meno della Sua lettera? Avevo ed ho ancora il dubbio che sia uno scherzo ma poiché potrebbe non esserlo, Lei forse è davvero in attesa di sapere cosa penso del caso.
Innanzitutto non doveva proprio scrivere quel post scriptum perchè mi obbliga a risponderLe. Non so davvero se Lei faccia apposta ma se mi chiede un parere su come scrive presumo che abbia anche ben riletto ciò che ha battuto sul computer. O Lei ha una tastiera difettosa che parte per la tangente da sola oppure, mi creda, pure se la Sua laurea è in Economia e Commercio, non capisco (lo dico senza ironia e con tristezza) come possa aver scritto la tesi ne come, chi l'ha letta, l'abbia accettata. Sono forse brutale ma, ripeto, Lei mi chiede un parere ed io glielo do.
Si, non ha torto la moglie del Capo, la professoressa (con una “f”). Mandare in giro comunicazioni sbagliare non è affatto salutare per il buon nome dell'azienda, oltre che Suo, se è Lei a firmare. Magari qualche cliente non ci baderà ma questo non giustifica che chi scrive non debba farlo al meglio.
Valgono certamente le condizioni, i prezzi e quant'altro ma se tanto mi dà tanto, forse gli errori (che ci sono Dottor Gianfilippo, ci sono) ci saranno anche nella parte descrittiva delle offerte.
Un tempo, quando le vendite erano, ed in certi casi sono, ancora fatte di persona, a voce, gli errori lessicali si confondevano e ci poteva far meno caso. Dire “ l'o sempre fatto” a voce pare giusto; metterlo per iscritto è un'altra cosa. Paradossalmente quindi i poco preparati o predisposti all'italiano facevano una figura meno brutta un tempo che non oggi che, con i nuovi mezzi di comunicazione, va tutto per iscritto.
Ma qui c'è proprio un fattore di immagine che l'azienda vuole salvaguardare e che davvero fa bene a fare. Come posso aver fiducia di quanto mi scrive l'azienda se non sa nemmeno presentarsi? Senza pensare che diventerà o sarà divenuta lo zimbello dei concorrenti che approfitteranno di queste cose per svilirne l'immagine.
Eh, si! Ha proprio ragione la Professoressa. Occorrerebbe aver letto od occorrerebbe leggere un po' Dante o, se proprio non vuole, almeno qualche bel classico per trovare quella grazia ed un po' di raffinatezza nelle espressioni; grazia e raffinatezza che fan venir voglia di scrivere bene per leggere meglio.
Certo è che se Lei è uscito (davvero?) da un'Università con una Laurea, mi chiedo come erano i Suoi esaminatori. Forse non tutti i torti sono Suoi.
Ed ora che fare? Ciò che conta è uscire da questa situazione. In azienda, caro Dottore, non penso Lei possa far altro che accettare le imposizioni. Scriva i Suoi testi, li rilegga, li corregga se può e li dia alla Proprietà affinchè vengano rivisti.
Certo è che se Lei avesse dettato i Suoi scritti ad un'impiegata o ad una segretaria, costei li avrebbe scritti bene! Può comunque iniziare fin da ora a farlo.
Nel frattempo però, se proprio non vuole farsi aiutare da qualcuno in ufficio, mi ascolti bene. Cerchi velocemente un buon vecchio Professore di italiano in pensione e si faccia dare una mano. E' inutile che gli dica il problema. Gli presenti un Suo scritto e capirà. Lo faccia con umiltà e con umiltà si impegni a passare le Sue serate a leggere, leggere e leggere ancora.
Non c'è motivo per cui Lei non possa migliorare.
La saluto cordialmente