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martedì 1 dicembre 2009

CASSETTA DELLE IDEE

Antonio F. Udine


Leggo da tanto questo blog e ne sono entusiasta. Per questo, avendo oggi motivo di chiedere una cosa lo faccio con voi.
Nell'azienda dove lavoro come operaio è stata messa una cassetta delle idee dove ognuno può inserire ciò che vuole. Idee e suggerimenti per lavorare meglio.
I miei compagni di lavoro vorrebbero scrivere qualcosa ma non sanno come e se sia giusto farlo. Io ho alcune idee ma mi domando se sia giusto dirle. Penso cioè che sia un sistema per ottenere gratis dei suggerimenti che se chiesti al di fuori dell'azienda avrebbero un costo mentre a noi probabilmente ci verrebbe una stretta di mano. Però a guadagnarci alla fine sarebbe solo la proprietà.
Potete dirmi cosa ne pensate?
Grazie


Mio caro Antonio,
grazie dei complimenti che fa e che ormai aprono tutte le lettere in arrivo, seguendo una moda radiotelevisiva, quasi a volersi far benvolere.
Non c'è bisogno di questo. Lo dico a LLei ed a eventuali altri. Noi rispondiamo a tutti nel tentativo di essere utili e dare una mano a risolvere qualche problema. Quindi, anche se non ci fossero i complimenti, va assolutamente bene ugualmente.
E veniamo alla cassetta delle idee che, di tanto in tanto, viene rispolverata dalle aziende. Finirò per divenire antipatico ma quando vien tirata fuori c'è sempre sentore di qualcosa dietro, come se si fosse costretti.
Che dire? Ha in parte ragione. Se i suggerimenti dati venissero dall'esterno certamente avrebbero un costo ed anche piuttosto alto. Tentare di averli gratuitamente....costa meno! A volte le aziende arrivano ad un punto morto. C'è qualcosa che non va ma non si capisce. I costi sono alti ma non si sa perchè. Il processo produttivo è lento ma non si intuisce come migliorarlo. Ci sono operazioni difficili e lunghe che non si sa come abbreviare. La gestione in ufficio è problematica e con molta burocrazia ma non ci sono idee o visioni per modernizzarla. Insomma, c'è sempre qualcuno che, in una riunione se ne esce con l'unica idea innovativa e creativa: “perchè non creiamo una cassetta delle idee dove chiunque, se vuole, può inserire la propria per migliorare il lavoro?”
Ed è anche l'unica idea, probabilmente, di quella riunione, su cui tutti concordano felici. Finalmente qualcosa è stato trovato.
Tutti i giorni poi l'addetto alla raccolta va a spiare per vedere se qualcuno ha depositato l'idea risolutiva e se va bene, in tutta la durata in vita della cassetta, si potranno ritirare un paio di foglietti striminziti con sopra scarabocchiati pochi suggerimenti che, dal punto di vista del suggeritore sono vissuti come geniali e da chi li legge, semplicemente cose risapute.
Questo avviene perchè nel meccanismo classico mentale dell'ideatore della cassetta, si sviluppa la paura che ad idea buona ed eventualmente accettata si debba pagare. E nulla è peggio che pagare un'idea. Quanto vale? Ed è giusto pagarla? Se è un dipendente a suggerirla, non fa parte del proprio lavoro nell'ambito aziendale la collaborazione affinchè tutto l'ambiente abbia a migliorare e svilupparsi? Eppoi, perchè dare qualcosa solo per il fatto che qualcuno si sia messo a scarabocchiare su un foglio qualcosa che lo ha impegnato per qualche minuto? Magari minuti facenti parte dell'orario di lavoro. E che cosa direbbero gli altri se un collaboratore, solo perchè ha suggerito qualcosa, dovesse avere più di loro? Un aumento? Non se ne parla. Un una tantum? Di che entità? Mamma mia quanti problemi per aver chiesto quello che di norma andrebbe dato gratis. Insomma, facciamo così: una pacca sulle spalle ed eventualmente un caffè alla macchinetta. Tanto, non è che chi ha avuto l'idea si sia rovinato a darla.
I Suoi colleghi sono restii a dare idee ed anche Lei, a quanto scrive, non sa che fare. Personalmente ritengo che la cassetta delle idee possa essere un'idea ottima se dietro c'è davvero un progetto azienda/dipendenti; un inizio di una collaborazione estremamente aperta in cui tutti devono tirarsi su le maniche per trovare come far andar meglio qualcosa che non va. Proprio per questo, andrebbe premiato in qualche modo ogni suggerimento, rendendolo pubblico magari attraverso una riunione. In quel contesto, l'ideatore dovrebbe avere la possibilità di parlare e spiegare bene i motivi del suggerimento ed anche i miglioramenti che questo porterebbe.
Dovrebbe poi essere istituito un piccolo gruppo di analisi del suggerimento per definirne la fattibilità. Questo gruppo dovrebbe coinvolgere il Capo del settore interessato al suggerimento, un esperto aziendale, l'ideatore dell'idea ed un paio di altri collaboratori scelti a caso tra coloro ritenuti “costruttivi” anche se totalmente estranei al settore.
Facciamo un esempio: un operaio ha un suggerimento. Il gruppo dovrebbe essere presieduto dal Direttore di produzione, eventuale il Capo Fabbrica, un esperto Amministrativo per l'analisi dei costi, l'ideatore ed altri due impiegati. In pratica, il gruppo deve tendere a sviluppare l'idea per renderla applicabile sia in termini produttivi che con i costi. I due impiegati “extra” sono coloro che, nulla o poco capendo del settore, possono intervenire con domande banali, se si vuole stupide, al fine di smuovere o trovare vie diverse alle soluzioni che, se pensate e date da persone del settore, spesso riescono poi per contenere difetti di applicazione.
Diciamo cioè che dovrebbe nascere un piccolo brainstorming in cui tutti possono dire la loro col fine di arrivare a sviluppare al meglio l'idea.
Quindi, l'idea della cassetta, se vista in questo modo può essere utile. Se vista solo nel modo come prima l'ho descritta, crea fastidi e, lo dico sottovoce, spesso nelle aziende si creano fastidi.
Va dunque fatto il suggerimento? Io lo farei per il gusto di farlo, non con l'intento di ottenere qualcosa che, se viene sarà una gradita sorpresa, ma se non dovesse venire, non era questo lo scopo. Vede, Antonio, ho più volte detto che difficilmente le idee sono di una sola persona. In questo stesso momento, nel mondo, decine di persone stanno probabilmente pensando di sviluppare un nuovo progetto. L'idea è nella testa di molti. Qualcuno si ferma a riflettere; un altro va avanti deciso. Un terso pensa a raccogliere fondi prima di sviluppare l'idea ed un altro ancora vuole rifinirla prima di portarla avanti. Poi, all'improvviso queste persone apriranno un quotidiano ed un giorno vedranno che qualcun altro ha avuto la loro stessa idea. Peccato. Nemmeno la soddisfazione di essere stato il primo ad esporla.
Questo per dirLe che se Lei ha un'idea per qualcosa di utile, il non dirla non porta vantaggio a nessuno. L'azienda non sa che può contare su qualcuno con idee e Lei, se se la tiene, comunque non incamera nemmeno un grazie.
Se poi il dirla migliora il lavoro, verrà migliorato anche l'ambiente e ne godrà anche Lei. E se l'azienda dovesse guadagnarci e finisse per “fischiettare guardando in alto” , pazienza. La brutta figura non la farebbe Lei.
Cordiali saluti.