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martedì 14 luglio 2009

SBAGLIARE SEMPRE

Ferruccio B. Firenze

Sbaglio sempre. Qualunque cosa faccia, sbaglio. Non so perchè ma è ormai certo. Mi pare di essere quel famoso personaggio pessimista che vede sempre nero. Se credo in qualcosa è sbagliata. Se penso di fare, è già stato fatto; se faccio, sbaglio. Ma c'è un modo per fare bene e cercare di non sbagliare?
Cosa ne dice lei? Io la leggo sempre perchè dice sempre cose giuste. Vorrei tanto che mi aiutasse. Grazie

Caro Ferruccio,
peccato che Tu non dica la Tua età e cosa fai nella vita. Avrei avuto un seppur piccolo ritratto di Te.
Vediamo. E' difficile dire cosa va fatto o non va fatto per non sbagliare. Non ci sono regole che possano funzionare per tutti anche perchè ognuno tenderebbe sempre ad aggiustarsele su misura. Posso semmai dirTi una regola che io ho sempre cercato di seguire. Per me ha sempre funzionato, magari potrebbe aiutare Te.
Ho sempre cercato, ad esempio, di non seguire le tendenze. Può darsi sia stato il mio carattere, certamente un po' ribelle, certamente disposto a dire “no” per avere poi la soddisfazione di cercare una soluzione alternativa e quindi essere molto più utile e collaborativo. Sta di fatto che mi sono sempre comportato in modo istintivo per arrivare paradossalmente ad essere più contributivo. Tutti andavano in una direzione? Sorridevo. Mi sembravano caproni. Tutti seguivano una moda o un pensiero culturale in auge? A mio modo di vedere costoro erano privi di qualunque senso critico; superficiali. “Andiamo dalla parte ove van tutti, così non sbagliamo” Ecco, questo pensiero, questo atteggiamento classico del gruppo, non mi pareva utile. Mi rendeva piuttosto diffidente. Per me la logica era ed è che quando tutti si muovono in una direzione significa che quell'idea che ha indirizzato e guidato quel movimento è già nella fase di esaurimento. I primi, solo i primi possono essere salvati. Coloro che avevano avuto l'idea iniziale possono essere definiti “creativi” perche, all'inizio, avranno dovuto per forza superare ostacoli per portare avanti la loro idea, magari combattendo l'incomprensione della massa che poi, man mano che quell'idea risultava vincente, si aggregava. Una volta fatto questo, quando l'idea era ormai un movimento consolidato, si univano tutti gli altri. Ad esempio i conformisti e quelli che, per muoversi, hanno bisogno di sapere di andare dalla parte delle certezze sicure.
Ma vedi Ferruccio,quando accade questo, stai pur certo che c'è già senza dubbio qualcuno che si sta muovendo in altra direzione, lanciando un'altra idea, un'altra possibilità, un altro movimento. E questi sono coloro che, in quel momento hanno idee nuove e che iniziano a battersi contro il conformismo; quello stesso conformismo che i primi del precedente movimento, paradossalmente, avevano voluto superare ed annullare finendone poi essi stessi dentro come in una grande macina.
Mi sembra da ciò che scrivi, che Tu oggi sia colui che, nel dubbio di sbagliare segua l'onda. Vada cioè nella direzione della massa, pensando che se ci van tutti vuol dire che è giusto così. Ma, come ho detto, quando la massa va in una direzione, ormai i giochi son fatti
La titubanza, la paura di apparire diversi porta quasi sempre a seguire gli altri. Non importa cosa facciano ne il pensiero che seguono. Se lo hanno gli altri, si può fare. E niente si faceva prima e niente si farà dopo. Poi, ci si ferma, si cerca di guardare il risultato ottenuto e ci si accorge, come fai Tu, che non si è fatto nulla o, se si è fatto, si sono fatti errori.
Mi sembra che qualcuno o più di uno abbia detto, ad esempio, che la moda va fatta e non seguita perchè chi la segue è già fuori moda. Ecco, questo concetto è perfettamente calzante con quanto ho scritto. Quando tutti vestono seguendo la moda del momento, quella stessa moda non è più “la moda”, ovvero qualcosa di nuovo da sfoggiare prima degli altri. Colui a cui far riferimento è l'innovatore, l'ideatore, il creatore, non tanto coloro che lo seguono pedissequamente solo perchè così va fatto. Certamente, quando una moda viene lanciata, il creatore sta già lavorando al dopo, a creare ciò che sarà il futuro.
Nell'ambito del lavoro (anche se Tu non mi chiedi espressamente questo) essere alternativo significa non prendere per oro colato e seguire le istruzioni o i movimenti alla lettera. Occorre invece cercare di trovare in queste istruzioni o movimenti alcuni punti da sviluppare e che permettano di andare oltre; di migliorare, di scovare nuove soluzioni o scoperte, pur operando con le stesse regole. Non c'è nulla che debba e si possa fare in un solo modo. C'è sempre un'alternativa ad una soluzione. Ebbene, sii creativo. Preso atto di un movimento, di un'idea, di un concetto, cerca un modo diverso per andare oltre e per sviluppare quello stesso metodo con altra forma, aggiungendo qualcosa di nuovo a cui altri non hanno pensato.
Nei gruppi di lavoro, la massa segue gli orientamenti e le richieste che ad essa giungono senza sapere che questa tecnica porta poco. Nelle organizzazioni servono coloro che intuiscono e poi sviluppino nuovi metodi, nuovi mercati, nuove idee commerciali, prima degli altri. Chi segue....
Non so, Ferruccio, se posso esserTi stato utile. Ti ho dato solo una delle mie poche regole di vita che poi adattare al lavoro.
Se ne vuoi ancora, scrivimi.
Ciao