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domenica 23 novembre 2008

AZIONI SINDACALI

Mario (Loc. n.c.)
Buongiorno. Mi chiamo Mario, giovane lavoratore con alle spalle qualche problema di rapporti interpersonali che devo chiarire per comprendere se dipendano da me o anche da altri. Le scrivo per avere un consiglio. Sono stato licenziato dall'azienda presso cui ho svolto l'ultimo incarico. Questo è durato un tempo brevissimo: praticamente il periodo di prova.
Non sono stato affatto contento di come si sono svolte le cose per cui ho deciso di impugnare il licenziamento e procedere con una vertenza sindacale. Ritengo che siano loro (in parte) ad aver sbagliato assumendomi come apprendista solo per pagarmi meno, e pretendendo invece le prestazioni di un impiegato normale. Non voglio certo dire di essere il migliore perchè so di avere molto da imparare, tuttavia non si sono comportati bene e non voglio darla vinta a questa azienda che mi ha trattato come un sacchettino usa e getta. Ovviamente per ragioni di privacy non posso dire tutto.
Preciso inoltre che ho trovato un nuovo lavoro, dove mi trovo molto bene e dove vengo considerato come parte di un "sistema" dove io posso fare la mia parte, e soprattutto, sapere il perchè di quel che faccio.
Volevo tuttavia chiedere; è possibile avere delle conseguenze con questo gesto? Temo la ritorsione della suddetta azienda, che mi impedisca di lavorare in futuro diffamandomi. Per precauzione cancellerò dal mio curriculum l'esperienza con questa azienda. Sono però stato molto combattuto a causa di una possibile complicazione in futuro. Mi sono detto anche che se tutte le aziende facessero così, i sindacati non avrebbero ragione di esistere, però ho sentito questo genere di voci, sebbene non ne ho mai avuto prova certa. Credo che non sia sempre giusto tacere e subire, considerato anche che mi sono sempre comportato bene, seppur sbagliando.
Sono giunto a un punto in cui non posso mollare con la mia battaglia e il desiderio di vendetta è forte. So che non è un bel sentimento, però mi assumerò tutte le responsabilità del caso. non so dove mi porterà la mia battaglia però stavolta non me la sento di tacere ancora.
La ringrazio per l'attenzione

Caro Mario,
eccoci nuovamente a discutere di casi in cui un giovane lavoratore non supera il periodo di prova. Va detto che il mondo del lavoro, di fatto, è una trasposizione del mondo della ns. vita, dei rapporti e degli affetti. Quando un individuo non viene accettato nell'ambiente del lavoro e viene eliminato è come se venisse allontanato dai propri amici o rifiutato dal mondo in cui si muove. I comportamenti possono essere differenti da persona a persona ma, quasi sempre, la reazione è di rifiuto perchè sentirsi allontanati è frustrante e demotivante. Ci si sente traditi e questo è difficile da digerire.
Tu Mario hai deciso di impugnare il licenziamento e procedere con una vertenza sindacale. Quando si agisce così lo si fa perchè si ritiene d'avere totalmente ragione mentre Tu scrivi e lasci intendere che, si, hai ragione ....anche se hai sbagliato in qualcosa. Questo, a mio parere, avrebbe dovuto già farTi capire che iniziare un'azione quando si sa già che in parte si è nel torto, non è eccessivamente vantaggioso. Se fossimo nel mondo del calcio Ti direi che ben che vada si terminerà con un pareggio e quindi nessun vantaggio ne per l'azienda ma soprattutto (sottolineo soprattutto) nemmeno per Te.
Chiaramente dici che ritieni sia stata l'azienda ad aver (in parte) sbagliato in quanto Ti ha assunto come apprendista solo per pagarTi meno, facendoTi poi fare il lavoro di un vero impiegato.
Sai cosa penso? Penso che un'azienda che assume una persona giovane, che non conosce; che non sa quanto e cosa possa fare; di cui non ha prova di capacità, sia nel giusto quando l'assume come apprendista. Il termine “apprendista” sta proprio a significare “colui che non conoscendo appieno una mansione, viene inserito nell'ambito del lavoro affinchè possa impararla”.
Il fatto poi che l'azienda Ti abbia messo a svolgere la mansione di un impiegato è altrettanto giusto. Pensaci: cosa avrebbe potuto fare? MetterTi a guardare cosa facevano gli altri per farTi imparare? E' un po' demotivante. Quindi, molto meglio inserire l'apprendista nel giro normale del lavoro, badando a a far si che possa imparare senza commettere tanti errori. Ma mi pare che questo non Ti sia andato molto bene.
Così Ti sei rivolto ad un sindacato intentando una causa perchè ritieni di aver ragione (torno a dire, in parte). Il verbo “ritenere” è la pacchia del mondo legale. Avvocati e uffici legali campano sulle persone che “ritengono”. Guai se un cliente non ritenesse. In ogni causa i clienti sono convinti, anzi arciconvinti di ritenere d'aver ragione ed è proprio così che gli avvocati vivono.
Ammettiamo ora per un momento che, cosa assai improbabile, l'azione sindacale sia vittoriosa. Cosa accadrebbe? DovresTi essere reinserito nel vecchio posto di lavoro? Ci torneresTi? E come pensi, di venir accolto e di essere trattato? Con un tappetino rosso? Ti sentiresTi di pensare al Tuo futuro in una posizione ed in un ambiente che non Ti voleva?
Ma poiché di posto ne hai già uno nuovo, a cosa mira l'azione? Ad ottenere danaro? Sinceramente mi piacerebbe sapere cosa Ti ha detto il Tuo Sindacato per convincerTi che l'azione legale è fattibile. Mi pare di capire che forse sei un po' suscettibile e sopratutto irruente nelle decisioni. Dici d'avere un forte desiderio di vendetta ma con la vendetta non è mai campato molto bene nessuno, tranne che gli Studi legali e sindacali.
Ma andiamo oltre. Hai fortunatamente già trovato un nuovo lavoro. Ed anziché essere felice di questa situazione e pensare al futuro (magari attento a non commettere più gli errori passati) Ti rivolgi al passato occupando la Tua mente con pensieri rancorosi di vendetta. Sei libero, per carità, di farlo; ognuno è responsabile del proprio futuro e della propria vita, ma.....Ti giova? Porta vantaggi?
Poi continui scrivendo, della nuova azienda e del nuovo lavoro, “mi trovo molto bene e qui vengo considerato come parte di un "sistema" dove io posso fare la mia parte, e soprattutto, sapere il perchè di quel che faccio.” Pensieri belli che Ti auguro Tu possa ridire tra qualche tempo e per sempre. Non è però che le stesse cose Le hai pensate anche nella precedente esperienza ? Perchè, vedi, all'inizio, tutti pensano queste cose, salvo poi cambiare parere quando il lavoro diventa routine e la novità non è più tale.
Ma torniamo al punto cruciale. Hai dato incarico al Tuo sindacato di intervenire, poi Ti sei posto il dubbio. Avrò fatto bene? Non è che poi circola la voce e potrò trovarmi in difficoltà? L'azienda sarà vendicativa? L'azienda farà ritorsioni? Mi diffamerà?
Belle domande. Ma come fai, caro Mario, a domandarTi se l'azienda sarà vendicativa e questo Ti nuocerà se Tu per primo hai iniziato ad agire con senso di vendetta ? Se la colpa della chiusura del rapporto è da addebitarsi ad entrambi, come dici, eppoi non accetti che sia finita anche per colpa Tua e fai causa, mi pare che l'azione vendicativa parta prima da Te. Poi, semmai ne seguisse una da parte dell'azienda, questa sarà una conseguenza. Non mi pare che l'azienda abbia iniziato a diffamarTi e Tu per questo hai agito di conseguenza. Quindi, usando parole molto semplici, mi pare proprio che Te le stai andando a cercare.
Personalmente non credo che l'azienda stia a pensare di fare ritorsioni perchè le aziende hanno be altro a cui pensare sopratutto quando hanno chiuso un rapporto perchè non funzionava. Si chiude e si va avanti. Ciò che conta è produrre, lavorare e portare a casa per crescere. Stop.
Certo che se l'ex dipendente intenta una causa, le cose cambiano. Se sei Tu a tirar dentro l'azienda in un'azione, che deve fare? Stare a guardare? A parte l'eventuale causa che potrebbe vincere senza alcun problema, è naturale che, semmai qualcuno chiedesse informazioni su di Te l'azienda non potrà darle buone. Come potrebbe fare altrimenti? Può un'azienda, su richiesta, non dire ad un'altra che l'ex dipendente gli ha fatto causa? E pensi siano molte le aziende felici e contente di assumere qualcuno che, se le cose non vanno appena bene, corre dal sindacato per una vertenza? A Te l'ardua risposta.
Dici che toglierai dal curriculum il nome di quell'azienda. Puoi farlo ma se non sbaglio, forse sul Tuo libretto di lavoro o da qualche altra parte esiste un timbro o una nota di assunzione. Puoi cancellare anche questa? Non credo.
Scrivi che non è giusto tacere davanti a queste cose. E' vero, non è giusto tacere quando si ha la certezza di ragione assoluta ma quando si ammette una parte di colpa anche propria è masochismo. Concludi la Tua lettera con un proclama finale che Ti fa forse sentire un po' eroe ed un po' Don Chisciotte.
“Sono giunto a un punto in cui non posso mollare con la mia battaglia e il desiderio di vendetta è forte. So che non è un bel sentimento, però mi assumerò tutte le responsabilità del caso. non so dove mi porterà la mia battaglia però stavolta non me la sento di tacere ancora.”
Nemmeno io so dove Ti porterà la Tua battaglia,ma credo non molto lontano.
Io alzerei le spalle, farei un sorriso, guarderei in faccia il futuro, mi rimboccherei le maniche e direi: “forza, mettiamoci sotto. Il passato è passato. Chi se ne frega. Devo guardare avanti e costruire il mio futuro”
Comunque, Ti auguro di cuore di riuscire a trovare un equilibrio interiore perchè sei giovane, la vita è lunga e se inizi a crearTi questi problemi ora, anziché cercare di capire come correggerTi, avrai di che piangerTi addosso un domani, magari maledendo le aziende. Ma questa è un'altra storia ed un ritornello che ho già sentito.
Cordiali saluti