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venerdì 14 gennaio 2011

BENEFIT

Michele (loc. non conosciuta)

Buongiorno,
per diversi anni ho avuto a disposizione, tra altri benefit, l'abbonamento annuale ai mezzi pubblici che utilizzavo per recarmi sul posto di lavoro.
L'anno passato l'azienda ha deciso di sospendere l'erogazione di tale benefit riconoscendo l'importo dello stesso in busta paga.
Ovviamente tale importo, vuoi per le tasse vuoi per le convenzioni che singolarmente non possono essere ottenute, non è sufficiente ad acquistare l'abbonamento personalmente.
Quale tipo di logica deve essere applicata alla valutazione di quanto debba essere monetizzato un benefit che viene eliminato dall'azienda?  
Grazie.


Egregio Sig. Michele,
un benefit è qualcosa che va al di là degli accordi nazionali di lavoro e che viene concordato o concesso dalle aziende nella misura e con sistemi che ognuna sceglie.
Ce n'è per tutti i gusti e quello concesso a Lei ne è la riprova.
Essendo un accordo che intercorre tra un dipendente e l'azienda (meglio sarebbe dire che è qualcosa che l'azienda decidere di concedere ad un dipendente) il mantenimento o la cessazione di tale extra è quassi sempre legato a situazioni aziendali su cui c'è poco da dire.
Il fisco tiene sempre molto sotto controllo questi benefit perchè si tratta sempre di remunerazione occulta. Nel Suo caso Lei usufruiva di un certo valore su cui non venivano probabilmente pagate trattenute e tasse.
Tenga presente che sui benefit vanno in ogni caso pagate.
Quando le aziende si accorgono d'essere nel mirino di controlli vari aggiustano il tiro e concordano nel chiudere il benefit.
Le aziende meno serie lo tolgono e tutto finisce lì.
Le altre, giustamente mettono in busta paga il valore del benefit. A questo punto i comportamenti sono due:
a) per far si che il dipendente non debba soffrirne, si mette in busta paga un valore più alto del benefit ricevuto in modo che il netto da trattenute sia pari a quanto prima percepito. In questo caso l'azienda si ritroverà ad avere un costo superiore.
b) l'azienda mette esattamente in busta paga il valore del benefit, pur sapendo che in questo caso il dipendente dovrà rimetterci qualcosa. E su queste decisioni (sparagnine o giuste) non si può intervenire. Ognuno fa le valutazioni che vuole.
Chi non ha mai percepito nulla dirà “ringrazia il cielo che tu ce l'hai”. Chi riceve un benefit di solito dice “non vedo perchè devo avere meno di prima”.
Come sempre si tratta di capire quanto è il meno di prima. Se la cifra che si perde è piuttosto importante, il dipendente può, conti alla mano, farlo presente all'azienda e chiedere un adeguamento (ma si tratta sempre di accordi che, alla fine, lasciano amaro in bocca nei rapporti, da una o dall'altra parte). Comunque, se si vuole, lo si fa.
Per finire: non c'è una logica di valutazione generale per monetizzare un benefit. Proprio perchè è qualcosa tra azienda e dipendente, anche i contratti di lavoro dicono e poi chiudono un occhio. Nessuno creerebbe un caso per un benefit monetizzato non perfettamente.
Le aziende guardano sempre al risultato finale e, in questo caso, dopo aver monetizzato sullo stipendio il benefit, spesso ci si trova con stipendi non più allineati tra dipendenti allo stesso livello e questo, è sempre da evitare. Prima, quando godeva del benefit, quasi certamente il Suo stipendio era allineato ad altri. La differenza stava proprio nel benefit. Oggi non è più così.
Spero d'averLe chiarito qualche dubbio.
Cordiali saluti.