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mercoledì 2 giugno 2010

COLLOQUI DI LAVORO

Franco B. Roma



Egregio Dottore,
mi trovo in una situazione da cui non so uscirne. Sono laureato con lode ma, malgrado questo, ogni volta che riesco ad avere un colloquio di lavoro, ricevo tanto complimenti, la promessa di un successivo incontro e poi nulla. Non so spiegarmi questo fatto che, anche se non lo voglio ammettere, inizia a crearmi problemi. Cosa ho che non va? Perchè sono tutti gentili e poi nessuno vuole approfondire? Cosa faccio di sbagliato? Quali sono i meccanismi che non so muovere?
La ringrazio se potrà darmi una risposta aiutandomi.


Caro Franco,
capirai che non conoscendoTi; non vedendoTi, non sapendo come agisci mi è impossibile dire se e in cosa sbagli. Per aiutarTi devo quindi necessariamente darTi dei consigli generici.
1° ad un colloquio di lavoro ci si presenta in ordine; con vestiario adatto all'occasione ed al lavoro che si cerca. Tanto per essere più chiari: non si va ad un colloquio in maglietta e jeans strappati o con una camicia sbottonata fino all'inguine o con pettinature moderne adatte alla discoteca, salvo che la posizione per cui ci si presenta non sia appunto relativa ad un lavoro in locali per giovani.
2° non si deve presupporre che il titolo di studio sia un lasciapassare che annulli il resto.
3° non si deve raccontare ciò che non è inerente al lavoro. Spesso, ad esempio, alla banale domanda relativa agli hobby, il candidato si rilassa, pensando che finalmente le domande impegnative sono terminate ed inizia quindi a snocciolare hobby che si ritorcono contro chi li dice. Tutti gli sport “estremi” ad esempio che possano dare infortuni a lungo termine sono da considerare con le molle; tutti i passatempi “notturni” possono indicare che durante il giorno, nelle ore di lavoro, la persona non sia nella migliore condizione fisica.
4° non parlare dei sogni se si deve dire che il sogno è di abbandonare tutto e scappare in un paese tropicale. Bello, ma può indicare che la persona ha in testa cose che non le permetteranno di essere sempre presente mentalmente sul lavoro od anche può essere un avviso per il datore di lavoro che magari, un domani, può trovarsi improvvisamente senza quella persona.
5° non rispondere prima di aver perfettamente capito la domanda ritenendo, con questo, di dimostrare, la propria prontezza mentale. Quasi sempre le risposte affrettate non sono centrate con la domanda ed indispongono chi le pone.
6° non presumere di comprendere tutto sopratutto se ci si presenta per un compito od un ruolo mai svolto. Dire sempre “si, ho capito, nessun problema, va benissimo, chiaro....” non è sempre positivo. Occorre prima sapere bene di cosa si parla.

Questi sono solo alcuni suggerimenti che posso darTi. Può darsi che Tu già li segua o forse, no.
Ora, per ultimo, Ti dirò ancora una cosa che non dovrei dire. Molte persone parlano con stereotipi come, ad esempio: “io sono sincero; dico le cose come sono; mi piace la franchezza; dico ciò che penso ecc..ecc..
Espressioni inutili perchè nessuno direbbe d'essere bugiardo; di dire cose sbagliate o che non è franco. Si agisce così quando si pensa di rafforzare un proprio ragionamento al fine di convincere chi si ha davanti.
La sincerità personale è ininfluente in un colloquio. Non si è dal confessore. Si è davanti ad una persona che ha il potere di dare o di rifiutarci, un lavoro che ci serve. Sta quindi a noi essere, almeno in questa occasione, un po' furbi. Se vogliamo quel posto....cerchiamo di rispondere nel modo che riteniamo l'intervistatore voglia sentire.
E' una bugia nel comportamento, certo, ma è inutile pretendere che chi si ha di fronte ci assuma per quanto noi siamo, se quello che siamo non è ciò che lui vuole.
Se voglio quel lavoro, devo saper anche gestire la situazione del momento, usando un po' d'astuzia. Se ci si presenta per un posto di commesso, dire che “piace stare in mezzo alla gente o che piace aver a che fare col pubblico” è ovviamente positivo. Se però si ha un colloquio per un posto di analista e ricercatore, dire quanto detto sopra, è inutile ed anche negativo per una persona che se ne deve stare tutto il giorno quasi isolata.
Quindi, anche se non dovrei dirlo, ad un colloquio di lavoro, al di là di tutto, occorre essere abili nel vendersi al meglio, cercando di capire bene cosa, chi abbiamo di fronte, sta cercando, e rispondendo di conseguenza od offrendo di noi un'immagine che calzi con la figura cercata.
Può darsi, Franco, che Tu non stia agendo in questo modo. Tieni presente che durante il colloquio Tu “devi vendere al meglio un prodotto che si chiama Franco” se vuoi che l'altro acquisti. Se non sai presentare e vendere bene questo prodotto, perchè l'altro dovrebbe comprare?
Fai quindi qualche riflessione e se non Ti ritrovi in quanto Ti ho detto, riscrivimi pure dandomi ulteriori informazioni e proseguiremo volentieri.
In bocca al lupo.