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venerdì 25 giugno 2010

PARLARE PER SE'

Antonio B. Milano


Ho ventisette anni e da due opero in una società commerciale, in ufficio, con altri sette dipendenti. Fino a metà dello scorso anno tutto andava bene. Avevamo un capo assolutamente preciso ma comprensivo. Un giorno ha dato le dimissioni ed è arrivato un altro piuttosto anziano che ha cominciato da subito a dare ordini nel senso cattivo del termine; a controllare, anche ad urlare se qualcosa non andava. Poiché va a braccetto con l'alta dirigenza, può permettersi tutto.
L'ufficio ha cominciato a mugugnare. Io personalmente mi sono trovato in una situazione in cui sono stato ritenuto o quasi ritenuto colpevole di un lavoro gestito male mentre la realtà è un'altra. Così tra di noi abbiamo cominciato a parlare delle cose che non vanno; di come vorremmo che andassero; come questo capo è assurdo; di come la dirigenza dovrebbe accorgersene; del lavoro che secondo noi va peggio perchè nessuno si prende più la responsabilità di niente ed altre cose. Premetto che i miei colleghi sono di tutte le età e di tutte le anzianità aziendali.
Quando si parla e io dico la mia, trovo tutti d'accordo e tutti che mi dicono si, è vero, bravo, bisogna dirlo. Così è accaduto che un giorno, all'ennesima provocazione di questo capo, io sono sbottato e gli ho detto tutto quanto non andava e tutto quanto pensavo. Per rafforzare ciò che dicevo, ho detto che anche gli altri impiegati erano d'accordo con me e la pensavano allo stesso modo.
Non lo avessi mai fatto. Improvvisamente, uno per uno si sono tirati indietro dicendo che loro ascoltavano e basta.
Il capo li ha poi chiamati in ufficio uno per uno e dato che alla fine sono stato chiamato io, mi ha detto che i miei colleghi non erano affatto d'accordo con me e che non dovevo tirarli dentro a suffragare le mie tesi solo per farmi forte. Insomma alla fine la colpa è mia perchè ho detto che anche loro la pensavano così. Mi sono preso una lavata di capo con preghiera di andarmene se non sono contento ed in oltre, per aver portato avanti un problema a nome di tutti, mi sono fatto tutti nemici.


Caro Antonio,
a ventisette anni forse non si è ancora preparati e corazzati alla vita d'ufficio, anche perchè la stai facendo da solo due anni.
Accade spesso che, in situazioni difficili, per avvalorare quanto si dice, per farsi forza e dimostrare che non si parla solo per sé, si dica “parlo a nome di tutti”.
Male, molto male! Non riesco a condannarTi perchè questo è un vezzo italiano che puoi sentire quotidianamente anche in televisione. Gli italiani non sanno più esprimere un proprio parere parlando a proprio nome. Per dimostrare chissà cosa, dicono sempre che parlano a nome degli altri. Ma perchè? Perchè parlare a nome degli altri? Gli altri se vorranno, parleranno a loro volta.
Occorre proprio imparare a prendesi le proprie responsabilità Se gli altri pensano davvero che sia giusto, starà a loro intervenire ed associarsi a quanto detto, ma mai bisogna tirar dentro qualcuno che in quel momento tace.
Un vezzo da ufficio è proprio quello di criticare tutto e tutti e dirsi d'accordo sulle critiche portate avanti da altri. Ma questo è un vezzo; un classico gossip da ufficio che termina alle cinque e mezza per riprendere il giorno dopo. E' quasi l'autorizzazione al mugugno che i marinai avevano per contratto. In ufficio si può fare gossip perchè fa parte del lavoro.
“Parlo a nome degli italiani” si sente spesso dire da qualcuno in televisione. Ma chi ti ha detto di farlo? Chi ti ha autorizzato? Perchè devi parlare a nome degli italiani? Io non ti autorizzo a parlare per me. Eppure, la gente parla a nome di altri.
E così anche Tu, in buonafede ma un po' ingenuamente, ci sei cascato. E Ti è costata molto cara. Più di quanto hai detto (che del resto è un parere e come tale un Capo dovrebbe recepirlo) la figuraccia si fa quando si tirano in ballo gli altri e questi fanno un passo indietro. Quel momento è davvero brutto.
Il Tuo Capo poi chiamandoli uno ad uno in ufficio ha avuto gioco facile a sentir dire che Tu parlavi per Te. Chi vuoi che vada a confermare d'essere d'accordo su una causa che è già persa?
Oggi Ti sei fatto tutti nemici e ci credo. Non sarà poi più nemmeno possibile ricucire con loro perchè nessuno si fiderà più a dirTi le cose ne ad ascoltarTi.
Se Tu avessi detto ciò che pensavi, senza tirar dentro loro, avresTi espresso un'opinione, discutibile per il Tuo Capo, ma comunque, un'opinione. E contemporaneamente avresTi avuto le lodi dei colleghi che avrebbero visto in Te un leader forte, senza macchia e senza paura. E' andata diversamente anche perchè in certe situazioni, se non c'è esperienza, è anche difficile riflettere.
Il guaio è che ora l'ambiente Ti è ostile. Personalmente, anche se non lo chiedi, e forse non lo fai perchè lo hai già capito, io inizierei a cercare un'alternativa di lavoro e me ne andrei semplicemente perchè non è possibile andare in ufficio e lavorare otto ore tutti i giorni del mio futuro, in un ambiente in cui tutti mi girano alla larga.
E nel prossimo lavoro....vedrai che non Ti capiterà più. Non farTene un grosso problema; devi solo stare più attento.
Ciao.