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mercoledì 26 maggio 2010

VENDERE BIO

Luigi O. Piemonte


Gentili Signori,
seguo il vostro blog da tempo ed ora che ho una necessità mi rivolgo a voi nella speranza che possiate aiutarmi. Sono giovane, legato ad un modo di vivere sano, igienico e sportivo. Voglio aprire un'attività approfittando di un lascito avuto che mi permette di fare qualcosa in proprio. Mi sono guardato attorno ed anche per il mio stile di vita sto pensando ad un negozio di alimentari esclusivamente da agricoltura biologica. Niente di taroccato. Tutto naturale. Ritengo che i consumi ed i consumatori stiano andando verso questa direzione e che prima o poi tutto dovrà essere bio. Se parto adesso, probabilmente riuscirò ad essere tra i primi. Vorrei però qualche vostro parere che mi convincesse del tutto. Faccio bene?


Egregio Sig. Luigi,
diffido sempre un po' delle certezze e di chi è certo. Forse sarà perchè io non lo sono mai o forse è il mio lavoro di analisi che mi pone sempre nella condizione di non dare mai per scontato ciò che non può esserlo. Lei fa una vita sana, igienica e sportiva e quindi....usando un metro di valutazione che riferisce a se stesso, dice: dato che io mangio sano, faccio ginnastica ed il mio stile di vita è verso ciò che è naturale, se apro un negozio mi indirizzo verso gli alimenti bio.
Nulla di male in questo se non ci fosse che lei non analizza troppo per il sottile il mercato ma vede il mercato in virtù di quello che lei fa e di come lo vorrebbe.
Non si dovrebbe però, inserendosi in un mercato, pretendere o sperare di interessare gli altri solo perchè ne siamo interessati noi.
Il mercato degli alimenti bio è cresciuto in questi anni, e comunque molto lentamente, solo perchè vendendo prodotti definiti biologici i produttori spuntano di più. Dire che un prodotto è biologico è facile, e poco controllato. Quindi in molti ci si sono buttati. Sul biologico di questi prodotti io andrei cauto. Ci sino indubbiamente quelli veri ma forse anche tanti che non lo sono.
Quando si parla di questi settori legati all'ecologia spesso c'è dietro più politica e idealismo che altro. Se i consumatori controllassero le norme con cui un prodotto può definirsi biologico, probabilmente non sarebbe più così certo di mangiare qualcosa di diverso da ciò che non lo è, ma se va bene così e la gente compra, va bene anche a me che rifuggo dal bio o quantomeno, semmai mi capitasse di acquistarlo, lo farei su altre considerazioni che non siano il biologico.
Tornando a Lei, se analizzasse il mercato, sapendo che i prodotti bio vengono venduti a prezzi più cari, oggi come oggi forse dovrebbe porsi qualche interrogativo. Tenga presente la capacità di spesa di una famiglia; il numero sempre maggiore di persone anziane che vivono con poco; il sempre maggior numero di divorzi che creano nuovi poveri e i milioni di immigrati stabilitisi in Italia e che certamente non saranno chissà fino a quando pretenziosi consumatori di prodotti più cari. Queste sono alcune questioni che possono far riflettere.
E' vero che i produttori bio si sforzano a comunicare continue analisi di mercato da cui pare che la popolazione bio sia addirittura superiore al 50% ma è anche vero che se così fosse, in un supermercato noi dovremmo trovare il 50% dello spazio dedicato a questo settore. Cosa che non è affatto. Fanno anche piuttosto sorridere le ricerche di mercato che oggi addirittura dicono che il 60% degli italiani si dice “disponibile” ad acquistare prodotti non geneticamente modificati, facendo intendere con questo, che il 60% degli italiani compra bio.
Non è così. Per chi se ne intende di marketing sa che c'è una grossa differenza tra acquistare e dire d'essere propensi a farlo. I primi, sono una certezza. Chi è propenso, lo è molto ma molto meno. Va poi tenuto presente che nelle indagini di mercato vi è il solito fattore cortesia.
Il fattore cortesia è quell'atteggiamento che le persone intervistate hanno verso chi fa le domande e che le porta proprio ad essere cortesi rispondendo nel modo che ritengono faccia piacere. Se io faccio domande sui prodotti biologici, molto probabilmente anche chi non è d'accordo, risponderà che lui usa questi prodotti, che sono sani, migliori ecc..ecc. Se non li usa, ancor di più dirà che è propenso ad usarli. E questo per due motivi. Primo, perchè dirlo non costa nulla e poi perchè ritiene, appunto, che così dicendo, fa contento chi pone la domanda.
Un conto è fare una cosa ed un altro è farla davvero! Perciò, se Lei deve iniziare un'attività e vuole entrare in questo mercato, lo faccia solo perchè ritiene che il mercato va in quella direzione. Sul non taroccato e sul tutto naturale, Le ripeto, andrei cauto. La natura in migliaia di anni è stata di per sé più transgenica di quanto non faccia l'uomo oggi. Non credo esista prodotto che oggi consumiamo, che sia come è nato migliaia di anni fa. Le trasformazioni le ha create la natura stessa e l'uomo, in centinaia e centinaia d'anni ha favorito questo cambiamento con inneschi, incroci, rafforzamenti e lotte contro i parassiti, con tutto quanto ha avuto a disposizione. Ed oggi, in questo mondo così orribilmente transgenico, l'uomo vive molto di più di quanto vivesse nei secoli scorsi.
Quello che è deplorevole è il demonizzare il non biologico al fine di trarne vantaggio.
Come vede non posso convincerla maggiormente a fare ciò che ha in mente ma rispetto la Sua scelta. Se proprio vuole un consiglio Le dico di stare attento ai prezzi d'acquisto così da arrivare a vendere con poche differenze sui prezzi dei normali prodotti. Tenga poi sempre presente che, ad oggi, malgrado le analisi di mercato, ritengo che si tratti ancora di una nicchia a cui è interessata un'altrettanta nicchia di consumatori.
Cordiali saluti