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mercoledì 20 gennaio 2010

LAVORO: CHE FARE?

Mario (Loc. Piemonte)

Buongiorno,
Sono Mario ho trent'anni e scrivo da XXXXX. Innanzi tutto Le faccio i miei più sinceri complimenti per l'utilissimo blog. Le sto facendo grande pubblicità tra i miei conoscenti, lo meritate! Le scrivo perchè ho bisogno di un aiuto...Sono un barista, ho un locale di mia proprietà in un paesino di provincia  e svolgo questa attività da circa tre anni (prima ero lavoratore dipendente). Oggi ho capito che questo lavoro non fa per me per svariati motivi. Intendiamoci...ho capito che non voglio più fare il barista non il lavoratore autonomo, ed è qui che sta il problema! Mi piacerebbe avviare un'altra attività, eliminando le cose che non mi vanno del mio attuale lavoro, orari impossibili (fino a 14 ore al giorno, merce deperibile,haccp...) ma proprio non so quale...Mi sono guardato attorno, ho cercato, ho ipotizzato qualunque tipologia di prodotto, dalla ormai abusata telefonia agli articoli religiosi, cartoleria, articoli per la casa, videoteca, e poi le tecnologie "verdi", quelli che vendono pannelli solari ecc...ma per ogni idea che mi sembra a primo acchito geniale c'è sempre qualcosa che, giustamente,mi frena, vuoi l'entità dell'investimento, vuoi la "particolarità"dell'idea stessa...alla fine sono sempre punto e accapo! Questa è la mia domanda:esiste oggi un'attività che si possa avviare in una piccola cittadina di provincia che non preveda un grosso magazzino (es. ferramenta, abbigliamento) non alimentare, e che non soccomba nella morsa dei supermercati? Non cerco i soldi, il mio obiettivo non è l'arricchimento ma la serenità che può portare un lavoro tranquillo .So che quello che Le chiedo è davvero difficile, confido nella Sua esperienza...La ringrazio in anticipo e attendo con impazienza il suo verdetto!!


Accidenti Mario, cosa mi chiede!
In una delle primissime lettere a cui ho risposto (credo già nel periodo in cui le mettevo in rete) rispondevo proprio ad un caso come il Suo che si riferiva ad un giovane negoziante del sud ed a cui davo alcuni suggerimenti per attirare la clientela.
Il Suo caso è un po' diverso ma il senso è lo stesso. Lei ha provato per poi accorgersi che il classico bar (sogno di tutti coloro che vogliono mettersi in proprio) necessita di una gestione onerosa in termini di tempo e altro. E come tutti, anche Lei si è messo a cercare una soluzione che non viene. Posso dirLe che il Suo caso è forse un po' più difficile in quanto Lei non è in un grosso centro ma opera in un “paesino” di provincia. Nei paesi è più facile far funzionare un bar che altre attività ed il motivo è presto detto: al bar ci si va perchè solitamente si va al bar sotto casa, comodo, dove si possono incontrare amici. Le altre attività sono molto frenate dal fatto che, ormai, quando il consumatore abbisogna di qualcosa, non va a cercarla nel paesino dove abita ma si dirige verso il grosso centro che ha una zona centrale predisposta con boutique, nomi famosi o catene. E se non va in centro si dirige verso qualche centro commerciale.
Nelle scelte che si fanno per aprire un'attività, si deve ormai tener conto di queste realtà. Lei ha provato sulla Sua pelle queste cose. Mi parla di varie attività che ha analizzato e poi scartato anche se inizialmente sembrano tutte di grosso successo.
In realtà oggi tutti vendono idee per nuove attività fin quando si scopre che l'idea geniale è solo di chi propone l'investimento in quanto, poi, tutte le spese sono del gestore senza la minima garanzia di successo. Direi caro Mario, che comunque non ci sono idee assolutamente sbagliate o proposte che non siano valide. Tutte possono funzionare a tre condizioni: ampia disponibilità economica; accettazione del rischio ed eventuale perdita dell'investimento, localizzazione ideale per quel tipo di apertura. Sulle prime due condizioni non entro nel merito perchè sono assolutamente personali. Sulla terza possiamo invece dire qualcosa e poiché Lei è in un paesino, quello che Le dico ha valore. Aprire un'attività diversa da quella che Lei ha implica
ottima conoscenza del territorio
numero abitanti
numero abitanti interessati all'eventuale iniziativa (target di riferimento su cui far affidamento). E' chiaro, ad esempio, che se mi rivolgo ai giovani e questi sono una netta minoranza sul totale abitanti e questa netta minoranza tende inoltre a spostarsi in città, la mia iniziativa avrà un sicuro poco successo.
conoscenza delle abitudini e usi della popolazione
flusso e spostamento degli abitanti per studio o lavoro da e per il paese
difficoltà o meno per arrivare alla grossa città o centri commerciali
capacità di spesa della popolazione
disponibilità al cambiamento nelle abitudini
Queste sono solo le prime valutazioni su cui va posta attenzione. Non potendoLe dare una risposta certa e sicura, voglio aiutarLa a ragionare per il futuro.

Ipotizziamo, come dice da quanto scrive, che Le venga proposta una vendita di pannelli solari. Energia del futuro, risparmio, ampie possibilità ecc..ecc.. C'è poi un investimento da fare. Ma sarà rischioso? Basta fare alcune valutazioni. Esempio: com'è il clima nella Sua zona? In quante giornate all'anno c'è sole e in quante manca, c'è nebbia, piove? Perchè un pannello solare è utile se può approfittare di molte giornate di sole (meglio ancora se d'inverno). Questo perchè sarà più facile convincere i clienti ad acquistarlo se si garantisce loro che può funzionare molto. Fatta questa prima analisi, occorre vedere quanti sono i potenziali clienti predisposti (tra l'altro dev'essere un tipo di clientela innovativa e la mentalità della gente del territorio ha un grosso valore).
Quante sono le potenziali ville, villette, condomini, aziende che possono essere interessate? Va da sé che tendenzialmente è più facile installare i pannelli sulle nuove case ancora in costruzione che su quelle vecchie. Anche questo è un calcolo da fare perchè dà la base del mercato su cui si deve operare.
Fatto questo, una buona scorsa al paese potrà dire se esistono già pannelli solari installati e se già esistono, significa che almeno alcuni clienti innovatori sono già stati serviti. Sono contenti di quanto fatto? Lo suggerirebbero ad altri?
Queste prime analisi possono già dare un responso, ma si può andare oltre. Quante abitazioni o attività industriali utili ci sono in paese o nei dintorni? Ipotizziamo che siano 500 (puro numero). Non si potrà mai pensare di servirli tutti. Va fatto quindi un calcolo di buon senso e questo potrebbe dire che sarebbe un grosso successo arrivare a servire il 20% del parco potenziale. Avremmo quindi 100 installazioni. Cosa comporta vendere e far installare 100 sistemi di pannelli? Quale utile può dare? E, finalmente, questo utile è tale da giustificare un investimento? E terminato questo, come funziona il proseguo?
La stessa logica va applicata ad ogni altro settore d'attività. Si analizza il mercato disponibile, si calcola la possibile raccolta di clientela; le si dà una capacità di spesa mensile e si valuta se l'utile derivante da quegli introiti rendono buono l'investimento.
Detto tutto questo, vediamo cos'altro dirLe. Lei parla di ferramenta, abbigliamento....
Per indirizzarLa dovrei davvero conoscere molto bene il paese in cui Lei vive ed opera, cosa che non conosco. A sensazione e ad esperienza posso subito dirLe che eliminerei ogni qualsivoglia forma di investimento che abbia la base sull'abbigliamento perchè questo è proprio ciò che il consumatore con potenzialità d'acquisto utile va a cercare in città e non in paese. Salvo che il Suo paese sia in montagna, che abbia piste da sci vicine per cui un negozio specializzato potrebbe andare bene.
La logica della ferramenta ha più motivo d'essere perchè il parco clienti non è giovanissimo e perchè solitamente si va in ferramenta quando ci si accorge d'aver bisogno di qualcosa nel momento d'uso e quindi non si tende ad andare lontano per cercare ciò che serve. Dico che è più logico ma, attento. Vi sono decine di centri commerciali con catene apposite legate al bricolage. In questo caso, per l'investimento, occorre chiedersi: “a quale distanza ho i potenziali concorrenti? La loro pubblicità viene distribuita anche nel paese?”
Le risposte che potrà darsi, Le diranno come agire, tenendo sempre presente che anche in questo settore gli investimenti per gli stock non sono piccoli.
La cartoleria può andar bene solo se vicino c'è una scuola molto ben frequentata e comunque andrebbe abbinata a qualcosa d'altro.
In un paese, se Lei non avesse scritto che il Suo problema è anche il cercare di non lavorare 14 ore al giorno, io mi sentirei di suggerire di analizzare l'acquisto di una edicola in centro. Ma l'edicola ha un impegno d'orario pari se non superiore al Suo e quindi...
Posso ancora dirLe che, sul territorio esisteranno certamente attività in vita da chissà quanto e quindi, funzionanti. Lei può spargere la voce ed interessarsi ad altre attività.
Importante è che, chi vende, sia disponibile totalmente a mostrare incassi, spese ed utili, senza nascondere nulla. Non creda ad eventuali incassi che vengono detti fatti in nero perchè su quelli, non potendo Lei avere un controllo, non può assolutamente fare conto.
Potrebbe anche, ammesso che l'attuale locale sia Suo e sia anche spazioso, oltre che permettere una diversificazione, cercare lentamente di tramutarlo in altro. Ad esempio, aggiungendo le carte telefoniche per poi avere una vetrinetta con alcuni telefoni. Inserire uno spazio cartoleria o un banco dolciumi sfusi e via via, togliendo spazio al bar per ampliare il settore che funziona meglio.
Circa i telefoni, potrebbe contattare un gestore di un negozio in città e concordare con lui. Lei potrebbe tenere in assortimento la linea di quel negozio divenendo in pratica una succursale. Quel gestore godrebbe di un punto vendita extra a tutto vantaggio dei suoi affari, riconoscendo a Lei un giusto profitto per quanto fa.
L'investimento sarebbe più che altro a garanzia dei pezzi esposti e non per acquisti, trattandosi di merce di quel negozio
Idee come queste può applicarLe ad ogni settore. Possono non funzionare ma tentar non nuoce.
Riflettendo mi rendo conto che Lei parla di attività legata al paese. Possono però esserci attività esterne. Tutto quanto detto, naturalmente può essere visto anche in un ambito allargato.
Mi chiedo anche: Lei non ha un hobby? Questo non potrebbe divenire fonte di lavoro? Spesso non si pensa che le conoscenze che noi abbiamo di un nostro hobby possono essere un forte stimolo per un'attività ad esso legata, unito al fatto che la passione è una grossa base di esperienza per iniziare un'attività con maggiori probabilità di successo.
Anche in questo caso però, valgono tutti i suggerimenti dati per l'analisi del mercato.
Per finire: Lei dice che trova pesante il lavoro relativo alla gestione del bar ma, mi creda, qualora dovesse mai gestire un'altra attività di vendita, dopo poco troverebbe impegnativa anche quest'altra gestione. Le norme da seguire sono ormai pesanti in tutti i lavori ed è per questo che spesso dico che occorre trovare ed evidenziare in ogni lavoro le cose positive che da esso nascono, minimizzando quelle meno positive. Nel Suo caso, Lei dovrebbe fermarsi a riflettere per capire i punti positivi del lavoro attuale. Ci pensi. Prenda un foglio ed inizi a scriverli. Faccia cinque punti ed a fianco di ognuno scriva ciò che Le piace di ciò che fa. Oggi magari crede di non aver alcun punto positivo da scrivere ma vedrà che pensandoci, vengono fuori. Potrebbe anche avere la sorpresa di vedere che cinque punti non bastano.
Fatto questo, dovrebbe incanalare sempre il Suo pensiero su queste cose positive e prendere da loro nuova carica. Vedrà che se inizia a pensare a ciò che c'è di bello in ciò che fa, i lati negativi tenderanno ad essere sopportabili o addirittura a scomparire.
Mi rendo conto che l'impegno di ore è notevole ma se si organizza un po' potrebbe trovare, nell'arco delle stesse ore, spazi da vivere per rilassarsi. Solitamente le ore occupate sono date dalla presenza nel punto vendita, non tanto dal lavoro continuo (magari lo fosse!) che il bar può dare. Quindi, in quegli spazi morti potrebbe iniziare a crearsi un “mondo virtuale” di hobby o altri interessi, esattamente come se fosse a casa anziché nel bar. Sopratutto non dimentichi però mai, per questo o per altri lavori, di pensare sempre ai punti positivi che ne può trarne e su questi faccia perno. Forse le cose andranno meglio.
Mi auguro d'esserLe stato almeno un pochino d'aiuto. Di più, mancandomi troppe variabili, davvero non posso.
Cordiali saluti.