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venerdì 11 settembre 2009

MATERNITA' E LAVORO

lettera firmata

Buongiorno,
ringrazio anticipatamente per l'attenzione e chi potrà rispondermi....
Ho 36 anni e sono assunta come impiegata 2 livello contratto commercio (in un negozio di una spa) dal febbraio 2003, ho sempre messo passione e impegno nel mio lavoro, mai fatto un giorno di mutua, sono sempre stata disponibile, tant'è vero che ho ricevuto premi ed aumenti, il mio superiore più diretto era ed è una donna di 20 anni più grande, senza figli non per scelta, insicura, falsa e 'bisognosa' di aiuto in molte cose (per esempio tutta la parte informatica che spettava a lei l'ho sempre fatta io a nome suo... però, si sa, nessuno è perfetto e andavamo abbastanza bene proprio perchè ci compensavamo, diciamo che a me andava benissimo essere il suo braccio destro perchè mi dedicava trattamenti di favore che io ritenevo giusti, perchè ripeto, arrivavo dove non arrivava lei. Un altro difetto di questa persona è giudicare purtroppo le persone per i rapporti personali e non solo per il lavoro (ad esempio l'ho vista accanirsi più volte contro una collega perchè appena sposata non la invitava a vedere casa sua.....)folle eh? Tornando a me, ero talmente felice e soddisfatta della mia vita che (sposata dal 2001, con il mio compagno dal 1992) non credevo ci fosse posto per i figli, fino a che ad aprile 2006 scopro di aspettare un bimbo.........lo comunico al lavoro, tutti felici a dire 'era ora', a giugno il mio medico decide per l'astensione anticipata dal lavoro e sto a casa, i rapporti con tutte le mie colleghe e il mio capo rimangono ottimi, tutto come prima, il mio bimbo nasce a dicembre e rimango veramente sconvolta dalla meravigliosità dell'essere mamma, come ho fatto a non pensarci prima! Tutto passa in secondo piano, conta solo il mio piccolo e decido anche di prendermi i 6 mesi di facoltativa, al termine dei quali mi propongono 1 mese di ferie, nel frattempo sono di nuovo in gravidanza, a rischio da subito, ma il bimbo non ce la fa e lo perdo....brutto colpo, sto un mese in mutua, non me la sentivo proprio di stare in mezzo alla gente e sorridere quando un soffio poteva farmi piangere....rientro in piena forma a gennaio 2008, trovo tutto e tutte cambiate, non sono più io la vice responsabile ma lo è la sposina che la responsabile criticava tanto....per quanto riguarda me addirittura da per scontato che diventerò part time, fa un sacco di allusioni alla maternità e ai figli, mi dice che potrei stare ancora a casa se volessi, basterebbe dire al mio medico che sono depressa(???qui le ho riso in faccia....), dice chiaramente che non assumerà mai una donna con figli........per me nessun problema, sorvolo su tante cose e vado avanti senza far pesare nulla (neanche che per tutto il primo mese non ho avuto mai una domenica libera, lavoro sempre di pomeriggio, quando avevo accennato una preferenza per il mattino ecc) anche perchè per scontare ferie e permessi accumulati lavoro 4 ore anzichè 8, da un lato è anche più giusto che chi è più presente si occupi di certe cose e poi infondo il mio stipendio non è cambiato......ad aprile 2008 apro di nuovo maternità anticipata....sono felice di starmene di nuovo a casa, non amo più il mio lavoro come prima e comunque certe situazioni messe in piedi apposta per provocarmi non aiutano......una collega mi dice che la mia capa ci è rimasta male perchè non le ho dato la notizia personalmente......sinceramente non mi importa e visti i trattamenti ricevuti non cerco il chiarimento ma nemmeno lei del resto......A dicembre nasce il mio piccolo al termine dell'obbligatoria mi propongono 3 mesi di ferie, accetto e, sorpresa, aspetto il mio terzo piccolo!!!!! Sembra quasi una barzelletta.......e comunque ora non mi possono più vedere, ieri mi ha telefonato la mia responsabile per dirmi di firmare la lettera che hanno lì per me dove l'azienda comunica che da spa diventa srl (credo che abbiano cambiato solo me così qualcun'altra può avere il mio livello.....)e non mi ha detto una parola, solo lo stretto necessario, sembrava un nastro registrato......da un lato non me ne importa nulla perchè da quando ho i miei piccoli il lavoro è passato in secondo piano (secondo però non ultimo, in circostanze diverse non sarei qui a pensare di licenziarmi in un prossimo futuro)dall'altro dico possibile io che mi sono sempre comportata bene, ed era più che riconosciuta sta cosa, devo ricevere un trattamento simile solo perchè sono diventata mamma? Un giorno forse svuoterò il sacco con la mia capa, mi sfogherò e la manderò a c......però non vorrei darle la soddisfazione che lei vorrebbe cioè farle capire che mi ha ferita e che quindi ha un pò di importanza nella mia vita.......come dovrei comportarmi? Mi scuso perchè mi sono dilungata e porgo i miei migliori saluti.

Gentilissima,
quando ricevo lettere come la Sua rimango sempre un po' perplesso perchè, sono più che altro lettere di sfogo che tendono a presentare una situazione di cui c'è solo da prendere atto. Inoltre, quando si parla di maternità si tocca un argomento che spesso non rende obiettivi, anche giustamente, ma così è. A leggere bene, ci si accorge che in fondo in fondo Lei chiede solo se è giusto comportarsi come si comporta. Cosa posso dirLe? In fondo la Sua lunga lettera dice già tutto. In Lei è avvenuto un cambiamento straordinario, naturale. Cambiamento che, detto tra noi, è un po' il classico timore del datore di lavoro soprattutto quando la persona interessata è brava e lavora bene.
Lei era in gamba, collaborava bene ed aiutava anche il Suo Capo con una sorta di intesa per cui ciò che l'altra non sapeva fare veniva fatto da Lei. Poi, il tradimento. Tradimento nel senso di collaborazione; di improvvisa mancanza di certezze da parte del Suo Capo, di un aiuto che c'era e che inevitabilmente con l'assenza non ci sarebbe più stato. Insomma, la Sua prima maternità ha cambiato Lei ma, creando inevitabili problemi al Suo Capo, ha cambiato anche quest'ultima. Noi ci arrabbiamo sempre maggiormente quando a crearci i problemi sono gli amici piuttosto che i nemici ed il Suo Capo, probabilmente, ha pensato questo. In fondo, se ci pensa, la Sua assenza ha posto anche il Suo Capo nella condizione di svelare ad altri le Sue difficoltà per certi lavori che prima svolgeva Lei. C'era cioè tra Voi una intesa che è venuta meno. La gravidanza e la maternità creano situazioni anche mentali ovvie quanto giuste. Infatti, passato questo periodo, ecco cosa succede dalle Sue stesse parole, relativamente al lavoro: “Tutto passa in secondo piano, conta solo il mio piccolo e decido anche di prendermi i 6 mesi di facoltativa, al termine dei quali mi propongono 1 mese di ferie, nel frattempo sono di nuovo in gravidanza.....”
Non posso fare i conti di quanto lei sia mancata ma mi pare di capire che sia stato un periodo molto lungo. Secondo Lei, al di là della maternità che è una gioia tutta Sua, se guarda la cosa dall'ambito del lavoro, non penso possa pensare che le cose sarebbero rimaste o avrebbero dovuto rimanere uguali. Sul posto di lavoro manca una persona, tra l'altro necessaria, è quindi obbligatorio che la struttura venga riassestata per subire il colpo. Cosa che è stata fatta e che è giusto sia stata fatta. E' un rischio naturale che un lavoratore deve conoscere. Ci sono i nostri diritti ma ci sono anche le necessità aziendali che vanno fatte quadrare. Se in un ufficio dove solitamente operano donne, improvvisamente la maggioranza dovesse essere in maternità, che si fa? Si chiude l'azienda? Lei stessa pi, come Le ho fatto presente sopra, descrive ciò che è accaduto in Lei. Tutto passa in secondo piano tant'è che dopo essere mancata per il parto, decide di prendere anche 6 mesi di facoltativa. Evidentemente erano maturate le feria e decidono quindi di dargliele. Nel frattempo è ancora in attesa.
Credo che la situazione sia stata davvero delicata ed era assolutamente pensabile che Lei avrebbe poi trovato cambiamenti sia nel lavoro che nelle persone.
Torna, ma i giochi sono fatti. Si dà da fare, lavora e sgobba ma l'ambiente non è più lo stesso. Certamente è così, ma anche Lei non è più la stessa. Ci pensi. Parliamo di cambiamenti proprio perchè ci cambiano. Ed il Suo modo di vedere l'ambiente di lavoro e le colleghe non è più lo stesso di prima. Nota le sfumature e gli atteggiamenti. E come sempre, in queste situazioni, si tende a personalizzare, ad ampliare, a vedere tutto e tutti contro noi. Lei scrive, proprio a proposito di questo momento: “sono felice di starmene di nuovo a casa, non amo più il mio lavoro come prima e comunque certe situazioni messe in piedi apposta per provocarmi non aiutano......una collega mi dice che la mia capa ci è rimasta male perchè non le ho dato la notizia personalmente.....”
Come vede, il cambiamento c'è stato sul lavoro ma anche in Lei. Il lavoro non è più obiettivo primario; non è più in cima ai Suoi pensieri; è felice di starsene a casa. Quando noi ci troviamo a dire questo siamo già “di parte”. Vediamo la realtà con occhi diversi.
Ma destino, volontà o disattenzione fa si che le cose.... non finiscono lì. Ed ecco quindi che Lei nuovamente scrive: “al termine dell'obbligatoria mi propongono 3 mesi di ferie, accetto e, sorpresa, aspetto il mio terzo piccolo!!!!! Sembra quasi una barzelletta.......e comunque ora non mi possono più vedere, “
Si, sembra quasi una barzelletta ma, come si può dire che il datore di lavoro, in questi casi, deve far finta di niente. E' talmente tanto tempo che Lei manca, che inevitabilmente la struttura non può essere quella di prima. Ora, ci credo, che inizino a pensare che per Lei è difficile trovare un posto, anche perchè non vi è sicurezza di presenza. Da quanto scrive e da come si esprime non penso che il datore di lavoro si sia comportato male. Lei si è comportata bene, sin quando ha lavorato ed il datore si è comportato bene tenendoLe il “posto”.
Non sbagli ora dicendo che se la stanno prendendo “solo perchè sono diventata mamma”. Forse, mi scusi la battuta, lo è diventata...troppo.
Comunque, lei chiede un mio parere su come comportarsi. Come faccio? Che dico? Io credo che Lei oggi sia mamma a tutti gli effetti (il lavoro è passato in secondo piano, scrive) e davvero il lavoro non è più importante.
Vede, quando si fanno queste scelte, si cambia. D'ora in poi Lei troverà il lavoro sempre più noioso; poi pesante; poi non più motivante. Poi troverà sempre qualcosa che non va nelle colleghe ed in quello che fanno e continuerà a criticare il Suo Capo. Tenere in piedi lavoro e famiglia (con quel po' po' di famiglia che ha) è difficile perchè la testa...va.
Sta a Lei capire se può fare a meno del lavoro. Se si, si licenzi e si dedichi a ciò che, intimamente vede come Sua nuova missione; anche perchè continuando a lavorare, finirebbe per svolgere un po' meno bene entrambi i compiti. Ma credo che Lei abbia già dentro di sé la risposta alla domanda che mi ha posto e sappia già anche cosa fare. Forse chiede una conferma; una spintarella.
Se smettesse di lavorare vedrà diversamente anche le colleghe ed il Capo ed i rapporti torneranno quelli di prima. Va accettato che anche da parte loro vi sia stato un atteggiamento cambiato. E' naturale come è naturale che Lei si senta un po' estraniata dal gruppo. Ne faceva parte ma l'assenza che ha necessariamente rivoltato l'organizzazione l'ha posta in una situazione quasi esterna. Lei si sente “fuori dal gruppo” ed il gruppo stenta a reinserirla in quanto oggi è quasi un nuovo inserimento in un gruppo rifatto.
Valuti dunque obiettivamente e serenamente le Sue priorità di vita per il futuro. Poi, decida e se decidesse di abbandonare il lavoro lo faccia senza rancori verso nessuno. La vita va avanti e gli atteggiamenti che noi vediamo negli altri, a volte, sono caricati di nostre aspettative.
In bocca al lupo e.....se decidesse di proseguire il lavoro, si fermi nell'esplosione demografica, altrimenti li farà impazzire tutti.