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mercoledì 26 ottobre 2011

ANCORA UN RICHIAMO

M.L. (loc. n.c.)

Salve!
oggi ho ricevuto tramite R.R.R. la seguente comunicazione da parte della coop sociale dove lavoro come socia dipendente.
E' stato rilevato che lei il giorno 17/10/11 si presentava alle ore 08 e 16 minuti presso gli uffici amministrativi della Cooperativa dove lei deve svolgere le mansioni previste dal suo incarico.
Le ricordiamo che nelle indicazioni a lei impartite, così come anche indicato nella lettera d'assunzione da Lei sottoscritta, risulta in maniera evidente che l'ora di inizio lavoro presso gli uffici amministrativi della cooperativa,è prevista per ognuno dei cinque giorni della settimana per le ore 08,00.
Essendo questa infrazione essersi ripetuta, negli ultimi mesi, più di una volta ed anche con ritardi a presentarsi in ufficio superiori alla mezz'ora, nel contestarLe quanto sopra, ai sensi e per gli effetti dell'art. 7 della legge 20 maggio 1970, n. 300, La invitiamo a volere presentare le Sue eventuali osservazioni o giustificazioni entro cinque giorni dal ricevimento della presente.
Dunque... la mattina del 17/10/11 giungevo in ritardo come scritto nella lettera e il direttore amministrativo mi faceva notare (non in modo garbato e civile... ma pazienza!) che ero in ritardo, io ho risposto che mi spiaceva ma i lavori stradali per la realizzazione di una rotonda avevano creato una colonna molto lunga (quella mattina c'era in giro il mondo!!!)...lui subito mi ha risposto che non era un problema suo e che dovevo partire prima...,ho cercato di fare notare che ero partita da casa alle 7.30 per percorrere una strada che mi porta al posto di lavoro in 10 minuti al massimo, e che era stata una cosa inaspettata tutto quel traffico, ma mi ha zittita dicendomi che anche la settimana prima avevo fatto ritardo, ho risposto che sapeva perfettamente che mi recavo al lavoro con la febbre alta e che per non creare problemi ai colleghi mi sono sempre presentata a fare il mio dovere recuperando anche con 45 minuti laddove ritardavo di 15 minuti....subito mi ha detto che quello che stava facendo era un richiamo verbale a cui sarebbe seguito un richiamo scritto.... ho fatto notare che anche altri colleghi arrivavano in ritardo e che a loro non veniva fatto nessun richiamo....anche quella mattina due colleghi hanno avuto rispettivamente 15 e 20 minuti di ritardo. Per i ritardi che mi contesta dei mesi precedenti lui ha sempre saputo che avevo problemi di salute e che mi recavo ugualmente al lavoro per non creare disagi... se poi considero che dal 24 agosto al 26 settembre sono stata assente.....
Io vorrei rispondere nel seguente modo:
Prendo debita considerazione di quanto comunicatomi con raccomandata n. del....e per il futuro mi atterrò alle disposizioni contenute in essa. ma vorrei anche scrivere qualche cosa in merito ai colleghi che hanno fatto e fanno tuttora ritardi se credono di agire come hanno fatto con me....non mi sembra una bella idea....ma quantomeno ridirlo verbalmente....attendo Vostri consigli.
P.s. Sicuramente la prossima volta che non mi sento bene andrò dal medico...
Grazie!


Cara M.L.,
mi par d'aver capito che il Suo Direttore, il giorno 17 Le abbia verbalmente contestato il ritardo dicendoLe che sarebbe seguita la contestazione scritta.
A dire il vero, se precedentemente malgrado i ritardi non Le aveva mai detto nulla, quella del 17 doveva essere la prima contestazione verbale a cui non avrebbe dovuto seguire, per lo stesso motivo, lo scritto.
Prima avvengono le contestazioni verbali e poi, ma per successivi ulteriori divergenze, si passa ad inviare lo scritto. Farlo contemporaneamente non sarebbe corretto. Comunque, facciamo finta che sia giusto così.
E veniamo al problema. Lei ha trovato traffico ed è arrivata in ritardo. La colpa non è Sua ma di altri ecc..ecc..
Se lo accetta, devo dire che la colpa invece è Sua. Purtroppo ognuno di noi può incappare in un improvviso ostacolo, ma per “improvviso” si può intendere un incidente stradale che blocca la strada lasciandoci senza vie d'uscita e senza quindi permetterci di mantenere i nostri impegni.
Lavori in corso per una rotonda, sulla strada che facciamo tutti i giorni, non può essere motivo per non essere puntali e nemmeno per trovarci sprovveduti. Semplicemente sta a noi agire in modo affinchè questo non accada.
Può non crederci ma io in tutta la mia vita professionale non sono mai arrivato tardi al lavoro. Ad un paio di appuntamenti invece, per motivi davvero gravi e non dipendenti da me (incidenti stradali che bloccavano tutto il traffico) non sono arrivato tardi; non ci sono proprio arrivato.
Dev'essere nella nostra capacità il saper valutare le situazioni che possiamo trovare sul nostro cammino. Se io devo trovarmi ad un appuntamento in una città a 200 Km. da casa mia, alle 10.00 del mattino, non penso di partire due ore prima perchè facendo i 100 all'ora, ci arrivo.
Calcolo le ipotesi di traffico che potrei trovare; le eventuali code in autostrada, qualche ingorgo che so possibile in un paio di punti sulla strada e metto anche in conto un qualsiasi disagio personale che possa arrivare inaspettato. Cerco di capire dove posso essere attorno alle 8.00 che è l'ora di ingresso nelle città; orario che sicuramente crea rallentamenti.
Detto questo, faccio i miei calcoli e se penso che sia corretto e tranquillo partire da casa alle 7.30, automaticamente il mio cervello pianifica la partenza alle 7.00 o anche prima.
Preferisco arrivare ad un impegno di lavoro cinque o dieci minuti prima e magari aspettare o andarmi a bere un caffè, piuttosto che arrivare due minuti dopo.
E' più forte di me ma non riesco a fare diversamente. Non sopporto che chi mi aspetta debba aspettarmi. Chi arriva tardi ai miei appuntamenti...pazienza per lui. E' lui che non ci fa una bella figura.
Le ho raccontato questo per farLe comprendere che non devono esserci rotonde che tengano; non devono nemmeno esserci febbri che tengano o malesseri vari.
Se non si sta bene si sta a casa o si chiama un medico ed è la sua giustificazione che ci mette al riparo da equivoci. Il ritardo, mi creda, non va bene anche perchè nessuno può valutare se davvero dietro al ritardo c'è il malessere o la disorganizzazione o lo scarso attaccamento al lavoro.
Ricordo i miei ritardi a scuola o le assenze date dal mal di pancia. Quante palle dicevo! Il fatto che m'arrabbiavo pure se i professori non ci credevano e m'inquietavo sino al punto di credere io stesso che quanto dicevo era vero.
Comunque, poiché Lei deve rispondere al richiamo, penso che ciò che Lei scrive, e precisamente:
“Prendo debita considerazione di quanto comunicatomi con raccomandata n. del....e per il futuro mi atterrò alle disposizioni contenute in essa.” sia la cosa più breve e corretta che si possa fare.
Non aggiunga altro sui ritardi dei colleghi perchè far polemica non serve e può solo metterLa in cattiva luce. Se il Suo Capo vuole, i ritardi sa vederli anche lui. Non possiamo ne io ne Lei entrare nel merito del motivo per cui ad altri non fa contestazioni (magari le ha anche fatte e Lei non lo sa).
Se Lei accennasse anche verbalmente alla cosa (volendo fattibile) potrebbe sentirsi rispondere che non sono problemi Suoi.
D'ora in poi quindi, sperando che la rotonda venga presto conclusa, parta prima e metta in preventivo tutti gli eventuali ingorghi che può trovare. Faccia vedere che sa arrivare anche in anticipo e che quanto è accaduto è stato davvero un caso.
Se poi dietro ai ritardi, anche per cause di salute, c'è una certa insofferenza verso il lavoro che fa o verso l'ambiente, non stia a perdere tempo. Io suggerisco sempre di trovare un altro lavoro perchè non c'è mai nulla di peggio che rimanere in una posizione o in una mansione che non sia motivante.
Buon proseguimento.