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lunedì 17 ottobre 2011

NON CREDUTO E RICHIAMATO

L.I. ( loc. n.c.)

Salve,
sono un agente di commercio che obbligato dalla Sua azienda a svolgere diverse mansioni, in primis quella di merchandiser (non retribuito per questa ulteriore mansione),ha ricevuto una lettera di richiamo.
Motivazione: Un responsabile di un punto vendita ha contattato telefonicamente l'azienda per avvisare che mi rifiutavo di mettere degli antifurti sui prodotti.
Alle accuse mosse ho giustificato telefonicamente dicendo che in realtà le cose non erano così.
Purtroppo la merce non è stata antifurtata dall'azienda e il Direttore pretendeva che io la rispedissi al mittente.
Io ho fatto come il Direttore chiedeva ma poi mi sono visto recapitare la lettera.
Lavoro per questa azienda da diversi anni ed è la prima volta che mi capita una situazione del genere.
Probabilmente non sarò stato particolarmente simpatico al Direttore.
Ma è possibile essere richiamati sulla base di opinioni altrui e non tenere in considerazione quello che un collaboratore integerrimo da anni comunica?
Grazie




Egregio L. I.,
avevamo chiesto via e.mail alcune delucidazioni per poterLe dare un parere forse più corretto ma non avendo avuto risposta rispondiamo a quanto ci chiede.
Mi pare di capire che Lei sia un Agente monomandatario e come tale, con un contratto che prevede la disponibilità ad agire secondo i dettami dell'azienda che rappresenta. Tra questi, anche quello di svolgere la mansione di merchandiser (controllo dei prodotti offerti al pubblico, esposizione della merce se richiesta dal negoziante, controllo di presenza della merce sullo scaffale; gestione delle promozioni o evidenziazione prodotti ecc..ecc..)
Queste mansioni possono non essere retribuite extra se gli accordi aziendali non lo hanno previsto quando si è stati assunti. In altri casi, ma dipende dalle aziende, viene dato un corrispettivo per il tempo usato. Dipende dalla sensibilità e dalla disponibilità delle aziende stesse che, notoriamente non sono mai larghe di manica.
Si può arrivare a farsi pagare queste mansioni definibili extra attraverso una trattativa sindacale interna ma per far questo occorre che vi sia un apparato che lo permetta. Devo dirLe che nell'ambito degli Agenti plurimandato ciò è impossibile mentre potrebbe esserlo nel settore degli Agenti monomandato perchè alcune volte il lavoro dell'Agente monomandatario è stato equiparato a quello di un venditore dipendente. Infatti svolgendo questo compito per una sola azienda si è tenuti a seguire ogni regola e richiesta dell'azienda, esattamente come un impiegato diretto.
Ma, come sempre, per mettersi a disquisire con l'azienda su queste richieste, occorre che vi sia un forte gruppo di agenti “dipendenti” tutti d'accordo. Cosa quasi impossibile.
Detto questo, mi par di capire che Lei si sia trovato in un punto vendita ed abbia visto, o il Responsabile Le abbia detto, che alcuni prodotti non avevano l'etichetta anti taccheggio.
Non si capisce dal Suo scritto, cosa sia poi accaduto. Pare che il responsabile del punto vendita abbia telefonato alla Sua azienda dicendo che Lei non voleva fare il lavoro di etichettatura e Lei, successivamente o in quel preciso momento ha invece detto telefonicamente al Suo Capo che non era così.
Non mi dice però come stavano effettivamente le cose ed io devo solo immaginare anche se faccio un po' fatica.
Posso sbagliarmi ma mi pare di capire che il Suo Direttore avendo creduto che Lei non volesse fare il lavoro Le abbia detto di far rispedire indietro la merce. Ma Lei non aveva spiegato telefonicamente come stavano le cose? Oppure aveva solo detto come stavano le cose senza dirsi disponibile ad etichettarle?
Credo che il problema stia tutto qui.
Se Lei non si è detto disponibile a fare il lavoro ha portato il Direttore a dirLe di rispedire il tutto.
A questo punto, è vero che Lei ha fatto ciò che il Direttore chiedeva ma costui preferibilmente avrebbe voluto sentirsi dire che Lei sarebbe stato disponibile a fare il lavoro nel punto vendita piuttosto che far tornare la merce. Non crede?
Quindi, la lettera di richiamo, se le cose sono andate in questo modo, è evidente che va intesa per ciò che non ha fatto pur se ha obbedito al Direttore.
Sarebbe un po' strano che il Direttore scriva un richiamo per aver obbedito ad una sua richiesta.
Forse Lei non è simpatico al Direttore, come scrive Lei stesso, ma forse il fatto va visto a sé, senza pensare a legami di simpatia/antipatia.
Concordo con Lei che non occorrerebbe essere richiamati sulla base di ciò che dice un cliente senza aver sentito bene il proprio collaboratore e questo mi meraviglia.
Solitamente avviene l'opposto. Il cliente ha sempre ragione (quando lo si ha davanti) ma tra azienda e venditori le cose sono diverse e, al di là di ciò che dice un cliente, quando un venditore vale e lo si ritiene un elemento utile, lo si ascolta e gli si dà credito.
I richiami danno sempre fastidio, è ovvio, per cui mi chiedo se non ci siano stati precedenti, anche piccoli che sommati, abbiano portato al fatto accaduto.
Ora sta a Lei. Se ritiene che la cosa Le dia fastidio o se pensa che il Direttore ce l'abbia con Lei, poiché difficilmente potrà mandar via lui, potrebbe pensare, con calma, di essere Lei a salutare l'azienda che non si comporta bene nei Suoi riguardi.
Non sottovaluti questa ipotesi. A meno che il Direttore non sia impazzito (ma anche se fosse non potrebbe cambiarlo) l'inviare una lettera di richiamo vuol dire che qualcosa che non va, c'è nel Vostro rapporto.
Quando si rompono gli equilibri è inutile chiedere di chi è la colpa. Per Lei è del Direttore e per lui è Sua. Quindi, va preso atto di un rapporto che si è o si sta incrinando e si agisce di conseguenza.
Spero d'aver capito bene il Suo scritto e la mia risposta è subordinata a ciò che ho compreso. Se ho sbagliato tutto, me ne scuso.
Cordiali saluti.