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martedì 8 marzo 2011

COLLOQUIO E POI?

Alberto ( loc. n.d.)

Buona sera, mi chiamo Alberto.
Le faccio una domanda veloce che mi attanaglia da qualche mese riguardo ad un colloquio.
Ad ottobre feci un colloquio per un'azienda che cercava una figura professionale come la mia. Fatto il colloquio mi hanno detto che i requisiti li avevo tutti, che avevo fatto una buona impressione e che, dopo aver fatto altro colloqui, se avessero deciso qualcosa sarebbe stato per gennaio.
Ho un amico che sento ogni tanto tramite facebook che lavora in quell'azienda, tra l'altro dovrei essere la figura da affiancare proprio a lui. Così qualche giorno dopo gli ho chiesto se avevano parlato di me, rispondendomi che non sapeva nulla ma che comunque gli avevano detto che gli avevo fatto un'ottima impressione.
Il tempo passa e arriva gennaio senza nessuna notizia... contatto il mio amico che mi dice che non hanno ancora deciso nulla perchè è sorta un'altra priorità in azienda (anche se non ricordo cosa riguardava) ma che comunque la figura serve. Passa un altro mese e mi permetto di disturbare di nuovo il mio amico che mi dice che non sa ancora nulla ma che appena sa qualcosa, nel bene o nel male, mi farà sapere.
Più passa il tempo e più ci si fa strane idee, tra cui che questa persona è un po' distratta e magari non si è ricordato di avvertirmi ecc...
A questo lavoro ci tengo molto perchè mi cambierebbe completamente la vita, inoltre una figura come la mia può lavorare in poche aziende, sopratutto in città non proprio grandi come è appunto la mia.
Finalmente farei un lavoro che ho sempre desiderato fare e che ho studiato per fare.
Quindi la domanda è molto semplice: Dovrei scrivere una mail per chiedere qualche informazione al responsabile che mi ha fatto il colloquio oppure rimanere in attesa di qualcosa? Ho avuto consigli contrastanti da parenti ed amici... alcuni dicendomi che se avessi scritto avrei compromesso il tutto, altri che era mio diritto sapere cosa avessero deciso.
Voi cosa mi consigliate di fare?
Grazie
Cordiali saluti



Mio caro Alberto,
prima di dirTi che fare, voglio spiegarTi perchè a volte ed anche piuttosto spesso avvengono queste cose.
Una persona viene convocata per un colloquio e comunque, sempre, al di là che la persona vada bene o no, gli vien detto quanto hanno detto anche a Te (che avevi i requisisti; che hai fatto buona impressione e che Ti avrebbero richiamato) Non preoccuparTi. E' la norma e vien detto a tutti; quindi non è detto che non sia vero, nel Tuo caso.
Lo dicono semplicemente perchè non possono o non hanno mai il coraggio di dire in faccia ad una persona “ci spiace ma Lei non va bene. Secondo noi non è adatto per questo lavoro ecc..ecc.”
Questo atteggiamento di falsa cortesia per non creare problemi ad alcuno e lasciare le persone in modo cortese, se è una bugia bianca che male non fa ad un impreparato, non è certo di grande aiuto a chi vale perchè costui se ne esce dal colloquio ed inizia a sperare nel successivo colloquio che potrebbe non avvenire mai.
La cosa è deleteria e molto perchè la persona intervistata inizia, dopo poco, a porsi dubbi sulla propria capacità, sul fatto della buona impressione e così via. Iniziano i tarli a tal punto che ad un eventuale altro colloquio per un'altra posizione e con un'altra agenzia, la persona si presenta meno sicura di sé, più guardinga ed attenta a non sbagliare, ponendosi nella condizione di non apparire poi per quello che vale. ImmaginaTi quando la cosa prosegue, come accade, per numerosi colloqui! Morale a zero.
Però purtroppo accade ed essendo la norma, è bene che chi va ad un colloquio ne prenda atto. Ed indipendentemente da quanto gli dicono, capisca che è un modo per chiudere un dialogo, ne più ne meno che dire “grazie ed arrivederci”.
In fondo la persona si è presentata a spese proprie, perdendo del tempo ed il minimo che l'intervistatore può fare è di fargli una “carezza” simbolica che non si nega a nessuno.
Detto questo, veniamo ad un altra situazione che si presenta in un colloquio. Solitamente, per una posizione, l'agenzia deve cercare di presentare più persone. Non potrà mai offrire all'azienda un solo candidato perchè se questi fosse eliminato, si chiuderebbe l'affare.
Così, l'agenzia sente più persone e ne presenta almeno quattro o più. In quel gruppo c'è il vincente (ovvero colui che viene visto come ipotetico ideale) e ci sono persone che servono da corollario ovvero altri giovani che vengono mandati ad un incontro con l'azienda cliente solo per far numero e far sì che venga meglio fuori la figura di quello “vincente”.
Come dire all'azienda: “ti do l'asso giusto però sta a te decidere chi scegliere. Tanto, man mano che intervisti gli altri, ti accorgerai che quello che va bene c'è”
Questa è la cosa disdicevole delle interviste: usare alcune persone ed il loro tempo mandandole a colloqui con le aziende pur sapendo che non avranno alcuna possibilità. Bello, vero?
Naturalmente reperire più candidati, farli arrivare alla sede dell'agenzia, intervistarli e farne una scheda, porta via un po' di tempo. Ecco quindi che il primo intervistato inizia a vedere che passa il tempo ma nessuno lo chiama.
Dubbi ed ansie, anche perchè su quel colloquio e su quella posizione, come Tu hai fatto, la persona inizia a fare progetti.
I tempi si allungano anche perchè nessuna agenzia, pur magari avendo già in archivio, diversi nominativi di persone idonee, offre subito questi nomi alla società cliente.
Presentare diversi candidati dopo pochi giorni dall'incarico significherebbe non aver fatto alcuna selezione e quindi....come si potrebbe poi farsi pagare un lavoro non fatto.
Meglio lasciar credere alla società cliente che c'è voluto molto tempo e lavoro. Ed il tempo passa.
Quando poi i nominativi vengono presentati (nominativi e schede con curricula) le aziende non sono sempre pronte a proseguire. Può accadere che motivi interni abbiano davvero fatto deviare l'attenzione su altre problematiche e priorità.
Ciò che Ti ha detto il Tuo conoscente potrebbe essere piuttosto vero. Non è una cosa rara.
Ci sta pure che sia una bugia perchè lui stesso non sa come dirTi che hanno scelto un altro, ma questa è una valutazione che devi fare Tu proporzionalmente alla conoscenza ed al rapporto che hai con lui.
E veniamo alla Tua domanda: che fare? Scrivere o no?
Vi sono due linee di pensiero.
Non farlo, perchè facendolo lasci intendere di aver bisogno di lavorare e quindi Ti metti in una condizione di sudditanza in fase di eventuale trattativa.
Farlo, perchè chiedere se una trattativa va avanti o no non preclude nulla.
Sembra che farsi vivi con l'agenzia sia esercitare una pressione e nessuno vuole essere pressato. Ci sta pure che farsi vivi con chi ha fatto l'intervista sia un modo per dire che aveva promesso una risposta che non ha dato, facendogli capire di non aver agito molto correttamente.
Questo è un po' vero. Un intervistatore dovrebbe avere assoluto rispetto del convocato e quindi, se i tempi si allungano o vi sono situazioni che frenano il tutto dovrebbe alzare il telefono ed avvisare la persona. E' un atto di cortesia che dimostrerebbe professionalità ma, come sempre, la professionalità devono sempre dimostrarla gli altri.
Ed ecco il mio parere.
Fatti vivo. Non vedo grossi problemi. Tutto dipende dal come e da cosa dici.
Non ho capito dalla Tua lettera se hai già un lavoro e lo stai cercando. Io Ti suggerirei di telefonare o mandare una e.mail e, mentre ricordi l'incontro, dì che sei stato contattato da un'altra agenzia per un altro lavoro e che vorresTi evitare di iniziare un dialogo (facendo presente che potrebbe essere per Te interessante quanto no) senza sapere se quello in corso deve intendersi chiuso.
Aggiungi che lo fai per correttezza perchè non trovi giusto aprire una trattativa mentre il Tuo intervistatore crede che Tu sia ancora disponibile per lui.
Passi quindi la palla. Sarà il Tuo intervistatore, a dirTi se tutto è ancora possibile perchè l'azienda non ha preso decisioni o se invece è stata fatta una scelta diversa e quindi Tu puoi ritenerTi libero.
Se hai bisogno, riscrivi.
In bocca al lupo.