Ricerca personalizzata

giovedì 15 aprile 2010

ESSERE GRUPPO

N.N. (loc. detta ma non pubblicata)



Mi firmo per correttezza ma le chiedo cortesemente di non pubblicare il nome perché sarei probabilmente molto riconoscibile nell'ambito di quanto svolgo. Anzi, lascio a lei anche la possibilità di ridurre o togliere i passaggi della lettera che potrebbero, a suo modo di vedere, farmi riconoscere.
Sono un imprenditore, diciamo medio-piccolo, dell'imprenditoria italiana, ma piuttosto noto per quanto produce la mia azienda.
Sono venuto a conoscenza del suo blog casualmente perché un dipendente aveva lasciato il video acceso su una sua pagina al termine della giornata lavorativa.
Avrei potuto avere da ridire in quanto ciò significava che, almeno per qualche momento, non aveva pensato al lavoro da svolgere in ufficio. E' accaduto però che, per curiosità mi son messo a leggere quanto in quel momento era in video trovando utile ciò che leggevo. Così mi sono messo a cercare altre risposte e credo, a quel punto, d'aver non perso ma dedicato più tempo a leggerla che non a fare altro.
Ho quindi capito che non potevo dir nulla al mio dipendente grazie all'utilità che le sue risposte possono dare in decine di situazioni lavorative.
Perché oggi le scrivo? Perché gradirei un suo parere su una situazione che vede spesso aziende ed imprenditori in bilico tra il fare e non fare. Mi spiego meglio: abbiamo tutti tendenza a non far perdere tempo a chi lavora per noi. L'ottimizzazione del tempo; il sincronismo tra varie funzioni; i compiti precisi, il calcolo in percentuale dei risultati verso il tempo impiegato ed altre cose che non sto a dire perché lei ne sa quanto me se non di più.
In tutto questo modo anche piuttosto militare di vedere l'organizzazione c'è qualcosa che mi sfugge e che mi fa sospettare che, al di là dei vari dictat comportamentali, ci sia qualcosa che non va. Non so più se la rigidità intesa come precisione di ruoli e mansioni oltre cui non andare, sia ancora valida o se lo sia sempre stata.
Può dirmi il suo parere che terrò in doverosa attenzione? La ringrazio


Egregio Dottore,
ho cercato di togliere, come vedrà, dalla lettera ulteriori passaggi che avrebbero potuto farLa riconoscere sopratutto nel settore e nella zona in cui opera. Ho anche ridotto le sue domande, facendone un concentrato. Rispondo alla Sua richiesta anche se, tendenzialmente il sito è rivolto a giovani lavoratori e...un po' meno ad imprenditori arrivati. Ma poiché Lei mi chiede cortesemente un parere su qualcosa che, tutto sommato, vale anche per chi opera e non solo per chi guida, lo faccio volentieri e sarò anche piuttosto breve, proporzionalmente al mio modo di rispondere.
La gestione molto divisa in settori (ognuno pensi a fare il suo che in questo modo si arriva a fare tutto) è, a mio parere e per mia esperienza, piuttosto sorpassata. Viviamo nell'epoca della comunicazione; dei confronti; del passare le informazioni e pensare che si possa credere che se ognuno pensa al proprio piccolo compito si arriverà in minor tempo e con meno confusione a far sì che tutto funzioni perfettamente, è davvero arcaico. Se la mano sinistra non sa cosa fa o deve fare la destra, finirà che mentre la destra va in una direzione, la sinistra andrà nell'altra. Se la produzione non sa le necessità del cliente ma agisce in un determinato modo seguendo solo le istruzioni del Capo, potrebbe davvero non andare come dovrebbe. Faccio un esempio reale accaduto recentemente. L'ufficio acquisti di una importante fabbrica aveva pensato che se fosse riuscita a ridurre il numero dei codici dei cartoni da imballo acquistati, avrebbe portato un certo risparmio di tempo e danaro. Forti di questo vantaggio e sicuri di ricevere un grazie avevano sottoposto l'idea alla Proprietà che, non da meno, vedendo veramente un risparmio in tutto questo, ha acconsentito a far si che si operasse una rianalisi dei codici da gestire. Meno codici di cartoni da imballo da seguire, da acquistare, da tenere a stock ecc...ecc...
La produzione aveva gioito. Meno problemi. Insomma, finalmente una buona idea. Per far questo però si era arrivati anche a ritoccare leggermente alcuni articoli per far sì che potessero stare nei nuovi imballi. (Non ci crederà ma è vero). Una volta fatto tutto, quando la merce imballata nei nuovi cartoni è arrivata ai clienti, sono nate le prime grane. Qualcuno si è accorto che le misure dei cartoni non erano più quelle dichiarate; ed altri non riuscivano più ad impilare lo stesso numero di cartoni nelle scaffalature automatiche. Così col dubbio che qualcosa fosse cambiato, qualcun altro ha dato un'occhiata ai prodotti notando delle differenze, minime ma reali. Apriti cielo! Lamentele con la forza vendita che era assolutamente ignara del tutto.
E quello che poteva apparire una cosa normale, tanto da non coinvolgere tutte le funzioni aziendali nel cambiamento si è rilevata un autentico boomerang.
Io credo che un'azienda, oggi, anzi da tempo, dev'essere come un team sportivo in cui tutti devono giocare un ruolo assolutamente, però, consapevoli del ruolo degli altri. Il lavoro va visto come un gioco di squadra in cui non è possibile ne ignorare gli altri ne non sapere o vedere cosa fanno.
L'unione fa la forza è forse stato creato, come detto, ancor prima di quanto pensiamo da qualcuno lungimirante che s'è trovato a comprendere che per riuscire in qualcosa occorre lavorare in gruppo. Tutti i lavoratori dell'azienda devono essere consapevoli che il loro lavoro è utile proprio perchè, anche se apparentemente insignificante o di scarso valore, fa però parte di un insieme che lo rende importante. Quindi, ben vengano le riunioni in cui partecipano più settori aziendali anche se si pensa che non siano necessari o interessati. Ben vengano gli incontri di discussione tra gli impiegati e gli operai e non solo tra i Capi dei reparti. L'operaio che sa il valore che c'è dietro un oggetto “ben curato” piuttosto che un oggetto su cui si è chiuso un occhio per aumentare la produttività in termini quantitativi, lavorerà meglio e si sentirà maggiormente responsabilizzato. L'impiegato che comprende come una risposta rapida possa agevolare il venditore, permettendo magari nel tempo di ottenere un ordine in più del solito, è d'aiuto ai conti aziendali molto più di quanto non si pensi.
Ecco: Le ho risposto e Lei ha già compreso. Basta, per carità, compartimenti stagni o quasi; basta pensare che è importante solo che tutte le informazioni arrivino al boss, perchè poi sarà lui a decidere e la sua decisione sarà indiscutibilmente legge giusta. Migliaia di casi e di situazioni hanno sempre dimostrato l'opposto. Il Capo dev'essere e deve operare come un trainer; come il “mister” sportivo che più vale se riesce a “caricare” gli uomini facendoli ragionare da gruppo, da team.
Un buon manager in azienda deve portare lo stesso spirito. Creare gruppo per creare competizione verso l'esterno dando continue informazioni di ritorno sugli andamenti sia produttivi, sia amministrativi che di vendita. Insomma, tutti devono sapere tutto. E questo porterà paradossalmente anche una competizione sana all'interno.
La ringrazio d'avermi letto e d'aver compreso che quel Suo collaboratore leggendo, forse non stava perdendo tempo ma aggiornandosi su qualcosa che magari non trovava in azienda.
Cordiali saluti.