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giovedì 12 gennaio 2012

RICHIAMO DISCIPLINARE

D. (loc. n.c.)

Buongiorno,
ho ricevuto IL PRIMO RICHIAMO DISCIPLINARE dal mio titolare (in poche parole alla fine dell'anno essendo la ditta messa un po male, il mio titolare mi ha chiesto di licenziarmi e io ho rifiutato dicendogli che se vogliono mi licenziano loro; se no perderei il diritto alla disoccupazione e gli altri diritti di cui godrei. Da quel momento sono stato "preso di mira" e cercano di aggrapparsi a qualsiasi cosa per potermi lasciare a casa.
Il motivo del primo richiamo è che a fine anno, ho avuto la febbre e ho chiamato il titolare dicendogli che non mi sarei presentato perchè non mi sentivo bene e che avrei utilizzato i permessi in questi giorni PENSANDO APPUNTO DI FARGLI UN PIACERE, e lui mi ha risposto che non c'erano problemi), la lettera comunque dice:

Ai sensi di quanto previsto dall'art. 7 della legge 20/05/70 n.300 e dall'art. 99 del vigente CCNL PER I DIPENDENTI DELLE IMPRESE EDILI E AFFINI, siamo a contestarle quanto segue:

Il giorno 27/12/2011 abbiamo ricevuto una sua telefonata in cui informava che non sarebbe venuta a lavorare quel giorno visto che "non si sentiva bene":

Le ricordiamo che il CCNL da noi applicato all'art. 98, prevede che "in caso di assenza per malattia, il lavoratore deve inoltre trasmettere entro 3 giorni il relativo certificato medico".
Ad oggi 5/1/2012 non abbiamo ancora ricevuto alcunchè, pertanto lei risulta a tutti gli effetti assente dal posto di lavoro senza un giustificato motivo, situazione contemplata all'art. 99 del CCNL menzionato.
Tanto le contestiamo a norma della legge 300/70 e le comunichiamo che lei ha a disposizione 5 gg di tempo dalla data di ricevimento della presente , per sottoporre alla nostra attenzione le sue giustificazioni.
Qualora, trascorso il suddetto periodo, non ci sia prevenuta una valida giustificazione , ci consideriamo liberi di adottare il provvedimento disciplinare più idoneo. Siamo ad auspicare che nell'ottica di un corretto rapporto lavorativo non si vadano ma reiterare comportamenti similari.
Cordialmente
VOLEVO UN CONSIGLIO SU COSA RISPONDEGLI, VISTO CHE PENSO CHE IN TAL SETTORE VOI ABBIA COMPETENZE.
ASPETTO UNA VOSTRA RISPOSTA. GRAZIE



Egregio D.,
la mia risposta è piuttosto rapida.
Il Suo datore di lavoro mi pare un po' confuso perchè si tira la zappa sui piedi da solo.
Le invia un richiamo scritto senza prima averLa richiamato verbalmente (almeno Lei non mi parla di questo).
Torno a dire che la norma afferma che relativamente ai richiami, salvo eccezionali casi in cui questo non rientra, la prima volta si deve richiamare il dipendente in modo verbale.
Successivamente e se il problema persiste lo si potrà richiamare per iscritto, richiamandosi al precedente richiamo verbale non ascoltato.
Il lavoratore dovrà dare risposta scritta con le motivazioni. Se queste non dovessero essere prese in considerazione si potrà passare, con un terzo richiamo, al licenziamento.
Ma dal dire al fare...ce ne vuole.
Le ho detto che il Suo datore mi pare un po' confuso e Le spiego il motivo.
Le manda una lettera di richiamo in cui prima afferma d'aver ricevuto una Sua telefonata che informava del problema e poi scrive che non avendo ricevuto alcunchè, al 5 Gennaio, Lei risulta essere stato assente ingiustificato ecc..ecc..
Sotto un profilo di norme, non avendo inviato il documento medico, Lei sarebbe in effetti in torto ma il fatto d'aver telefonato per avvisare della malattia non dovrebbe permettere al datore di dire che non ne era al corrente. Se poi Lei ha detto che avrebbe usufruito giorni di permesso, non capisco perchè mai avrebbe dovuto mandare certificato medico.
Insomma, è più una storia di ripicca che altro perchè altrimenti logica e buonsenso dovrebbero darsi la mano.
Cosa rispondere?
Ovviamente Lei è libero di dare qualsiasi altra risposta e ciò che Le dico è una personale espressione di quanto penso. Potrebbe, innanzitutto rivolgersi ad un patronato di un qualsiasi Sindacato, anche se non è tesserato. Spiegando la faccenda potrebbe farsi predisporre la lettera da loro.

Se mi trovassi io in questa situazione, non so se facendo il giusto o no, risponderei mettendo per iscritto esattamente quanto Lei ha scritto aprendo questa lettera:

“alla fine dell'anno mi avete chiesto di licenziarmi e io ho rifiutato dicendo che se volete farlo dev'essere per vostra volontà. In caso contrario perderei il diritto alla disoccupazione e gli altri diritti di cui godrei. Da quel momento non vorrei essere stato "preso di mira" e non vorrei che questo richiamo fosse parte di una strategia per arrivare a quell'obiettivo.
Sperando che così non sia, mi vengono richieste giustificazioni al mio comportamento circa la mancanza dal lavoro. Premesso che avendo Voi stessi scritto che avevo prontamente avvisato della mancanza, trovo sorprendente che appena dopo scriviate che ero assente senza giustificato motivo, visto che ne eravate al corrente.
Certamente la mia comunicazione è stata solo verbale e non per iscritto. In termini tecnici questo potrebbe essere stato un errore di prassi e se così fosse, me ne scuso ma penso ancora e sempre che tra galantuomini una cosa detta verbalmente ed accettata, abbia valore. Se si vuole.
Al di là di questo, non ho mandato certificato medico in quanto telefonicamente avevo ben chiarito che avrei approfittato dei giorni di permesso, pensando di agevolarVi e di farVi un favore.
Non vi è stato dunque nel mio comportamento nulla che possa essere valutato contrario ad un buon rapporto e, se per qualche motivo, sono stato non compreso chiedo scusa per non esserci riuscito.
Non ho i altre motivazioni.
Faccio comunque presente che avete ritenuto di inviarmi un richiamo disciplinare scritto senza per altro aver mai ricevuto in precedenza, secondo prassi, alcun richiamo verbale.

Vogliate gradire ecc....ecc...


Come le ho scritto, può rivolgersi ad un Sindacato. Senza dubbio potrà darLe un parere legale più corretto e più affidabile. P uò prendere spunto da quello che io farei (è però ilmio pensiero) o può dire altro.
Sta a lei vedere se dietro a quel richiamo non ci sia stato in passato qualche altra situazione di tensione che potrebbe porre tutta la storia sotto un'altra luce.
Io non posso saperlo e quanto dico è sempre relativo a quanto chi scrive mi fa credere. Le mie risposte quindi sono subordinate a questo.
Mettere per iscritto la prima frase è certamente molto forte perchè significa tirare un diretto ad un avversario che non se lo aspetta. Veda Lei sino a che punto vuole spingersi.
Tenga presente che poiché il richiamo Le è stato inviato o consegnato per iscritto, la risposta dovrà essere sempre scritta ed inviata per raccomandata con ricevuta di ritorno, cosicchè lei possa avere una ricevuta dell'invio. Se invece vuole consegnarla a mano, deve farne una copia e farsela firmare, sul fondo, sotto la scritta “per ricevuta” prima di consegnare l'originale.
Cordiali saluti