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lunedì 16 gennaio 2012

BONUS NON PAGATI

A.. O. Emilia

Buongiorno,
Mi chiamo A.O ho XX anni, lavoro da XX anni, al momento sono responsabile della divisione ricambi di un'azienda metalmeccanica.
Quando sono stato assunto, ho accettato di trasformare l'aumento salariale (rispetto alla precedente azienda) in BONUS ad obiettivi, ovviamente definito sul contratto.
Per i primi due anni mi è stata data la lettera con gli obiettivi, li ho abbondantemente raggiunti e ho ricevuto il bonus.
Gli anni seguenti, nonostante i miei solleciti (purtroppo verbali), l'azienda non mi ha mai consegnato una nuova lettera con nuovi obiettivi, e MAI mi ha pagato il bonus. Ho nettamente migliorato servizio e fatturato, raggiungendo tutti gli obiettivi di budget, avrei certamente ottenuto il bonus, invece perdo 5,000 € all'anno solo perché l'azienda non mi considera.
Vorrei, tramite un legale, pretendere i bonus non elargiti negli anni passati, in quanto previsti dal contratto di assunzione ma non elargiti perché l'azienda non mi ha volutamente dato annualmente un documento.
Pensate possa aver senso? Ho ragione io oppure l'azienda?
Grazie per una risposta.




Egregio A.,
come sempre la linea di correttezza viaggia sul filo del rasoio perchè, se il contratto d'assunzione prevede il pagamento di un bonus legato ad obiettivi, questo dovrebbe essere pagato. Occorre però vedere se il bonus, in contratto viene visto come “parte integrante” dello stipendio o ha vita a sé.
Se è parte integrante, teoricamente Lei potrebbe far valere le Sue ragioni; se invece non lo è, l'azienda potrà rifugiarsi dietro la motivazione che, fin quando si è potuto o voluto per strategie aziendali, concedere un bonus, ciò è stato fatto; mentre successivamente, non ritenendolo più importante, si è semplicemente smesso di erogarlo e facendolo, contemporaneamente, non sono più stati richiesti obiettivi da raggiungere.
Cavillando e volendo essere precisi si potrebbe dire che avendolo goduto per due anni esso dovrebbe essere valutato come facente parte dello stipendio.
A questo, l'azienda probabilmente risponderebbe che il bonus è, di fatto un premio e come tale può essere concesso, ridotto, aumentato o tolto essendo un extra.
Gli Avvocati su questo andrebbero a nozze! Ci campano.
Veniamo ad un altra considerazione: mi pare di capire che l'azienda, comunque, non Le abbia mai comunicato per iscritto che il bonus veniva tolto. Questo può essere Suo vantaggio perchè Lei potrebbe dire che, avendolo saputo, avrebbe potuto fare scelte differenti.
Ma anche in questo caso, purtroppo pure Lei ha commesso una grossolana svista: non ha chiesto per iscritto nulla relativamente al bonus ed alla sua erogazione negli anni successivi.
Uno scritto avrebbe messo nero su bianco una richiesta che, se ben costruita, poteva divenire prova di un accordo tra le parti non mantenuto.
L'averlo detto verbalmente è come non averlo detto e quindi, in una eventuale causa, l'azienda potrebbe dire che non avendolo Lei più chiesto negli anni successivi, ha tacitamente accettato la sua eliminazione.
Ripeto: se l'azienda non Le ha più consegnato un budget di obiettivi può venir meno l'obbligatorietà del bonus ad essi legato. Anche questo non fa una grinza.
Se invece Lei ha ricevuto e riceve ogni anno un budget di obiettivi da raggiungere, esattamente come prima, con la sola eccezione che questo non è più legato al bonus, tornerebbe ad avere possibilità di ragione.
Ma se Lei dovesse aver raggiunti questi obiettivi senza, purtroppo, aver mai chiesto ufficialmente che fossero legati al bonus di sempre, torna a perdere la possibilità d'averla.
Ecco perchè ho detto che tutto sta sul filo del rasoio. Basta un nonnulla perchè il giusto possa essere visto come errato e viceversa.
Relativamente ad un'azione legale quindi, forse Le ho presentato le possibilità che Le si presenteranno. Tenga presente che un Avvocato campa facendo le cause anche se non le vince.
Se proprio vuole rivolgersi ad uno di essi, lo faccia semplicemente per chiedere un parere e verificare se esistono concrete possibilità di vincere la causa. Un buon avvocato del lavoro, dovrebbe saperLe dire subito o quasi, la percentuale di successo. Poi starà a Lei accettare o meno questo rischio.
Faccia comunque un po' di tara sulle percentuali di successo che le verranno dette.
Potrebbe anche dire che Lei vorrebbe intentare causa solo con la sicurezza di vincere. Poi stia a vedere il Suo comportamento anche se, si sa, un professionista lo si paga per il tempo impegnato e non tanto per il risultato.

Ed ora, come più volte ho detto in passato, ripeto ciò che penso.

Quando si entra in collisione (datore lavoro/dipendente o viceversa) occorre preventivare che poi le cose non potranno mai più rimanere quelle precedenti.
Impensabile che, dopo una divergenza che sfocia in una causa, tutto possa tornare come prima, sia che vinca l'azienda o il dipendente. Questo anche per l'armonia che deve esistere nell'ambiente di lavoro.
Pertanto quando si decide di percorrere questa strada si deve sicuramente mettere in preventivo che i rapporti si romperanno e che occorrerà trovare un altra occupazione.
Quindi, prima di agire rifletta sulla Sua situazione. Può lasciare l'azienda? Ha sottomano un'altra concreta e sicura possibilità? Può permettersi di accettare una rottura senza che questo si ritorca sul Suo futuro?
Se potrà rispondere si a queste e ad altre domande che potrà farsi, allora potrà anche agire. Ma se così non fosse, purtroppo dovrebbe ripensarci.
Mandar giù un boccone amaro, quando non si può far altro, è obbligatorio. Inutile perdere ciò che è certo per rincorrere qualcosa che magari non arriverà.
Se dopo aver parlato con un legale dovesse capire che non val la pena di agire, agisca direttamente con l'azienda. Siamo all'inizio dell'anno. Buon periodo per inviare, questa volta per iscritto, una richiesta (con ricevuta di ritorno) per richiedere all'azienda il rispetto dell'accordo relativo al bonus concesso i primi anni e poi improvvisamente sparito o, quantomeno, chieda la ridiscussione delle condizioni.
Solo Lei sa quale sia il Suo potere contrattuale con l'azienda e su questo dovrebbe fare affidamento. Se Lei sa di essere “quasi” insostituibile; se ritiene che la Sua uscita potrebbe creare disagio e se vede d'essere un riferimento per il lavoro, le Sue proteste potrebbero avere forza.
Non voglio mettere il dito nella piaga ma è giusto che l'avvisi che comunque l'azienda,semmai volesse agire da carogna, potrebbe farlo prendendosi gioco di Lei. Come? Basterebbe accettare e poi darLe un budget di obiettivi irragiungibili. Tanto è l'azienda che sa i limiti raggiungibili o no di un ipotetico target.