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martedì 17 gennaio 2012

IMPIEGATO O OPERAIO ?

F.M. (loc. n.c.)

Buongiorno,
l'azienda dove attualmente lavoro sta attraversando un momento di fortissima crisi.
In questa azienda sono stato assunto nel 2XXX e nonostante avendo inizialmente mansioni di coordinatore di magazzino per la produzione macchine, sono stato inquadrato come operaio ma con la promessa di diventare impiegato.
A lungo degli anni per la stessa azienda ma in divisioni diverse ho svolto varie mansioni, a mio avviso, impiegatizie. Ne elenco alcune per dare un esempio
ACQUISTI - buyer/approvvigionatore e contrattazione sui prezzi, gestione offerte per codici a clienti, gestione e manutenzione dei listini di acquisto, riordino settimanale delle scorte, sollecito materiale ordinato
EXPEDITING - emissioni di ordini di produzione e controllo avanzamento anche su DRP, ricerca dei codici a fronte di richieste aspecifiche provenienti da clienti.
GESTIONE MAGAZZINO RICAMBI: programmazione missioni di prelievo, gestione logistica di magazzino, inserimento a sistema degli ordini evasi, e bollettazione finale.
Durante tutto questo tempo ho sempre chiesto che venisse rispettata la promessa di diventare impiegato a tutti gli effetti, ma la risposta e' sempre stata negativa motivata dal fatto che l'azienda e' in crisi.
Tutto questo per dire che quasi sicuramente verro' ricollocato come operaio montatore macchine oppure in carpenteria di produzione.
La mia domande e' se l'azienda può fare questo cambio mansioni visto il mio passato da impiegato a tutti gli
effetti.
grazie e saluti




Caro F.M.,
Lei, come scrive, è stato inquadrato come operaio e con la bella promessa di passaggio a livello impiegatizio.
Successivamente, per quanto è chiaramente visibile dai compiti svolti, Lei di fatto è divenuto impiegato ma se, come sempre, non si chiariscono subito le cose, poi finiscono per perdere valore.
Le richieste vanno fatte al momento giusto e sempre per iscritto perchè è solo in quel modo che un domani si può dimostrare che ciò che si pretende era stato detto.
Ora Lei non ha in mano nulla e le Sue rivendicazioni è come se partissero da oggi o dal giorno in cui le farà. Ed in quel momento sarà facile dire che, non essendoci stata nessuna rivendicazione, di fatto Lei aveva accettato lo stato di cose.
Oggi Lei vorrebbe salvaguardare il Suo futuro con un giusto ricollocamento ma per far questo dovrebbe provare che ha svolto le mansioni che ha svolto.
Può farlo? Ha colleghi pronti a confermarlo come testimoni? Ha qualche scritto dell'azienda da cui si possa capire il ruolo che Lei ha svolto?
A volte basta una comunicazione tra uffici in cui uno dichiara all'altro di rivolgersi a X per risolvere un problema in quanto è compito di X seguirlo. Se esistono documenti, memorandum, note, lettere o altro, raccogliendole potrà avere una base su cui poggiare le Sue pretese.
Personalmente sui colleghi farei poco affidamento perchè quando si tratta di testimoniare per un collega contro l'azienda....è obiettivamente dura e chiedere di fare questo ottiene spesso solo la rottura di un'amicizia.
Lo si può fare solo se con un ex collega non più in azienda ma che, quando c'era era consapevole del lavoro che Lei svolgeva o, meglio ancora, era partecipe. Può trovarlo?

Ed ora devo farLe un discorso che faccio sempre ed ultimamente sin troppo.
Quando si decide di intraprendere un'azione contro l'azienda per cui si lavora, la si può vincere o perdere ma anche se la si vincesse è difficile pensare di poter rimanere serenamente al proprio posto serenamente. Quando si rompono gli equilibri non si rimettono in sesto. Un dipendente che vince una causa può ottenere un risarcimento ma, quasi sempre, se ne deve andare perchè il Suo reinserimento nell'organigramma creerebbe situazioni imbarazzanti e potrebbe creare precedenti pericolosi facendo venir voglia ad altri di seguire la stessa strada.
Lei dirà: ma allora dobbiamo sempre soccombere, accettare e tacere anche quando si ha ragione? Le rispondo: si, se non si hanno altre strade. No, se si può vivere senza quel lavoro o se si hanno pronte altre soluzioni.
I colpi di testa non hanno mai fatto bene ad alcuno e le vittorie di principio riempiono le strade di disoccupati.
Se Lei ha documentazioni inoppugnabili o amici ex dipendenti che non hanno nulla da perdere a testimoniare, porti avanti le Sue pretese, sapendo però che poi sarà difficile tornare a vivere bene in azienda.
Altra soluzione potrebbe essere di accettare il ricollocamento e nello stesso tempo mettersi sul mercato vendendosi per le funzioni che ha effettivamente svolto e che, proprio per questo, dimostrerà di saper fare. Se poi sul libretto di lavoro risulterà “operaio” starà a Lei dire senza problemi che rimanendo in azienda avrebbe avuto il passaggio a breve, passaggio già concordato, ma che per Sue scelte aveva poi accantonato per non creare all'azienda ulteriori difficoltà oltre a quelli già esistenti, preferendo uscire.
Altra possibilità: accantoni le prove delle mansioni svolte. Poi cerchi un lavoro esterno. Quando lo avrà trovato, chieda un colloquio in azienda e dica che Lei è pronto ad uscirne, aiutando quindi a risolvere una situazione di crisi ma per far questo Lei chiede il passaggio di mansioni. Ovviamente Lei firmerà la lettera di dimissioni che consegnerà nel momento in cui verrà a maturare quanto chiede.
L'azienda risolve un problema e Lei un altro.
Veda Lei.
Cordiali saluti..