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venerdì 5 agosto 2011

AUTOIMPREDITORE

D.G. (loc. n.c.)


Buongiorno,
ho bisogno di informazioni nell'ambito del diritto del lavoro comunitario.
Dovrei iniziare un lavoro della durata di circa un anno in cui presto servizio per una società francese.
Il lavoro lo svolgerei qui in Italia, da casa, e le commissioni sono date da una percentuale sul fatturato che riesco a produrre.
Tale società vorrebbe che io mantenessi la totale indipendenza, ovvero assenza di subordinazione. Sarei tuttavia libero di gestirmi autonomamente per quanto riguarda gli orari di lavoro e i mezzi scelti per raggiungere il mio obiettivo.
Da contratto, dichiarano che il compenso previsto sarà maggiorato dell'aliquota iva presente in italia solo nel caso in cui io presento loro una mia regolare partita iva. Inoltre spetterebbe a me auto-gestirmi in modo da essere in regola con il fisco italiano; loro non hanno nessun obbligo nè responsabilità a tal riguardo.
In Francia è presente una realtà contrattuale nuova che è quella dell'"auto-imprenditore", che se non ho capito male si applica al mio caso.
A questo punto le mie domande.
1) Un contratto così come ve l'ho descritto è plausibile?
2) Ho per forza bisogno di aprire una partita iva? Posso non aprirla e quindi non ricevere la maggiorazione del 20%?
3) Sui miei guadagni, quali e quante sono le tasse da pagare? in che modo dovrei dichiararle per la mia dichiarazione dei redditi?
4) Sono costretto a iscrivermi alla gestione separata inps? Da quanto ne so devo farlo solo se il mio fatturato supera 5000 euro l'anno o se il mio rapporto di lavoro dura più di 30 giorni con la stessa azienda; e quest'ultimo sarebbe proprio il mio caso. Sbaglio?
So di aver posto una questione abbastanza complessa ma spero di avere una risposta celere e chiara perchè ne ho davvero bisogno.
Grazie


Egregio D.,
la mansione che Lei andrebbe a svolgere è ne più ne meno quella svolta da un Consulente che opera ovviamente in modo indipendente, senza legami contrattuali con la società che gli dà lavoro.
Anziché essere pagato con una quota fissa a lavoro ultimato, viene compensato in percentuale su quanto fatturato.
Non c'è nulla di diverso rispetto ad un accordo simile accettato e svolto con una società italiana.
Quindi: un contratto così è assolutamente plausibile.
Certamente Lei dovrà aprire una partita IVA perchè, di fatto, svolgerà un lavoro a tutti gli effetti; lavoro i cui compensi vanno dichiarati.
La società non La obbliga a farlo e se Lei decidesse di non inviare la fattura pro-forma contenente anche il valore dell'IVA, è Lei che si mette in una posizione sbagliata rispetto al fisco e quindi ne pagherebbe le conseguenze. Inoltre, la Società estera non può essere sempre aggiornata sulle eventuali variazioni delle percentuali iva che il lavoratore di un altro Stato potrebbe subire, ne delle varie normative estere. Sta quindi al Consulente farsi carico della correttezza delle richieste.
Le tasse da pagare sono quelle relative agli scaglioni che pagano tutti (Le auguro di pagare tanto).
Non mi è chiaro se Lei ha comunque già un'attività dipendente o questo è il primo lavoro. Me lo domando perchè se Lei fosse, ad esempio, lavoratore dipendente, avrebbe problemi ad aprire una partita iva.
Per quanto riguarda la gestione separata INPS, è molto meglio che Lei vada a chiedere direttamente alla sede INPS della Sua città. Vi sono a disposizione funzionari preparati appositamente per dare tutti i chiarimenti a chi si rivolge loro.
Dovrà poi consultarsi con un Commercialista perchè l'apertura di una partita IVA prevede comunque l'iscrizione alla Camera di Commercio e, forse, venendo Lei pagato in percentuali sul fatturato (leggasi provvigioni) può darsi che La obblighino anche ad iscriversi all'Albo Agenti di Commercio e conseguentemente all'Enasarco. Fatto che non sarebbe obbligatorio per le normative europee ma che in Italia viene ignorato.
Ehi, si! L'Italia è specializzata nel complicare le cose semplici e nel deprimere ogni iniziativa.
Le normative europee permetterebbero gestioni più snelle e meno burocratiche ma in Italia occorre salvaguardare le Associazioni, le iscrizioni agli Albi, le Caste (oggi di moda).
Per terminare quindi, al di là di ciò che Le ho detto, deve andare all'INPS per la parte di chiarimenti che a loro compete e da un Commercialista per sapere con precisione, cosa va fatto.
Tenga poi presente che, indipendentemente dal guadagno che otterrà, per le varie scadenze e conteggi avrà sempre bisogno di uno di loro.
Cordiali saluti