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domenica 9 agosto 2009

PASTICCIACCI ALL'ITALIANA

Lettera firmata


Buongiorno, mi scuso per la data estiva di richiesta di parere, non esigo o chiedo risposte tempestive, ovviamente.Ho 26 anni ed una laurea tecnica (ingegnere) e sono stato assunto come responsabile tecnico, poichè c'è una legge che prevede l'assunzione a tempo indeterminato di un laureato tecnico per essere abilitati (usando il mio nome,negli enti pubblici competenti, in maniera continuativa) a fare certi lavori ( ex legge 36/08 - impianti). La mia sede di lavoro (da contratto) è nel mio paese mentre la loro sede è a 300 Km...così si risparmiavano pure le trasferte evidentemente, poichè io dovevo soltanto firmare delle dichiarazioni dopo aver visionato i progetti ( che poi non è mai capitato). Dopo 3 mesi di prova io ho dato le dimissioni addirittura con preavviso ( che neanche ci voleva) poichè non mi piaceva l'ambiente, non crescevo professionalmente, non lavoravo ma ero come bloccato ( ovviamente per obblighi contrattuali derivanti dalla legge), e non percepivo stipendio ( dicevano di dover aspettare perchè c'è la crisi, " tu sei giovane e non lo sai ma nelle imprese quando ci sono dei problemi si deve far pronte comune,mah" )!!!. Ricevuta la mia raccomandata di dimissioni, questi illustrissimi signori mi mandano una dichiarazione (con data 3 mesi prima) di aspettativa da firmare, perchè secondo loro non ho lavorato quindi non devo percepire stipendio. In più mi mandano una busta paga del primo mese con 4 giorni lavorativi pagati. Quindi se firmassi una cosa del genere ( anche perchè il timore di ritorsioni non è da poco) non potrei dimostrare di avere problemi famigliari ( per fortuna di cose) , quindi direi io il falso sostanzialmente, frodando lo stato (immagino), cosa che non ho intenzione di fare. Certamente intavolando un contenzioso con loro avrei tutto da perdere poichè dovrei, giustamente, pagare l'avvocato, con una parcella forse più alta di quello che dovrei percepire. Boh, loro attendono, io per adesso faccio silenzio. Grazie.


Mio caro ingegnere,
la situazione in cui si trova non è, almeno a chi legge, molto chiara. Purtroppo Lei non ha fatto nomi di Società (nomi che non avremmo comunque pubblicato) e quindi è difficile capire se e sino a che punto si tratti di società corretta o meno.
Mi pare d'essere davvero in un pasticciaccio all'italiana. Mi ricorda un film di Totò in cui, un paio di imprenditori d'assalto, senza soldi ne arte, avevano assunto Totò, ex generale in pensione per approfittare del nome ed ottenere garanzie.
Ovviamente Totò non era nemmeno pagato.
Di fatto mi pare di capire che Lei, a distanza di 300 chilometri avrebbe dovuto soltanto “firmare” dichiarazioni dopo aver visionato i progetti. Per qualche intoppo ciò non è mai accaduto ( e forse è stato pure un bene).
Ora, occorre capire se il fatto di avere un contratto, in una situazione in cui Lei non ha comunque svolto ciò per cui era stato contrattato, può dare motivo di chiedere qualcosa.
La società dice che non avendo Lei posto la firma a nessun progetto, non ha diritto a nulla. D'altro canto, Lei pretende ciò che non ha avuto.
Probabilmente Lei non avrebbe dovuto inviare una lettera di dimissioni perchè la cosa era già “morta” prima di nascere. Lei non firmava nulla e non riceveva nulla. E' vero che l'impegno contrattuale che Lei aveva bloccava eventuali altre possibilità, ma occorre vedere se queste altre possibilità le ha avute. Forse avrebbe dovuto piuttosto inviare una lettera in cui chiedeva chiarimenti sul lavoro e sugli stipendi non ricevuti.
La parte finale della Sua lettera è piuttosto confusa. Parla di non voler firmare una dichiarazione di aspettativa (che comunque non vedo perchè dovrebbe firmare) ma di aver paura di ritorsioni (ed il rischio non è da poco!) e dice che così facendo non potrebbe dimostrare di avere problemi familiari (per fortuna di cose).
Questo passaggio è piuttosto oscuro.
Tornando al problema: Lei pensa che firmando, direbbe sostanzialmente il falso, frodando lo Stato.
Lei è stato assunto ma non ha di fatto lavorato e non è stato pagato. La frode allo Stato avviene se Lei avesse incassato danaro in nero, non versato contributi o non aver fatto una dichiarazione dei redditi. Mi sembra che non ci sia stato nulla di questo e quindi non vedo la frode.
Insomma, diciamo che è stato un inizio lavorativo che l'aiuterà in futuro a stare più attento nelle scelte o ad accorgersi subito se le cose non sono chiare.
Cosa fare ora?
Non firmi nulla ed essendo Lei Ingegnere può recarsi presso la Sede dell'Associazione nella zona di appartenenza (esiste un Albo, di cui dovrebbe far parte) e chiedere lumi al loro ufficio legale, spiegando bene cosa è successo e cosa consigliano di fare. Posso immaginare la risposta ma voglio che sia l'Associazione a darla.
Un contratto d'assunzione, se legalmente fatto ha degli impegni ma Lei lo ha già chiuso con le dimissioni. A questo punto il Suo diverbio con la società è dato dagli stipendi non pagati.
Ritengo comunque anch'io non valga la pena mettersi nelle mani di un Avvocato perchè si giocherebbe su cavilli del lavoro non svolto e quanto potrebbe ottenere, non basterebbe all'Avvocato stesso.
Se poi ha pure dubbi su eventuali ritorsioni.... forse è meglio solo essersi liberato di queste persone.
In bocca al lupo!