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giovedì 13 agosto 2009

GUAI IN FAMIGLIA

F. (loc. n.d.)


Buon giorno,
ho trovato il Suo blog mentre cercavo qualche risposta su internet, cercherò di riassumere (anche se non è il mio forte) la mia situazione:
ho 25 anni e sono una lavoratrice dipendente, nel 2006 per fare una "cortesia" a mio padre, che non vive con me, ho aperto una ditta individuale (facendogli praticamente da "presta nome") commercio all'ingrosso. Ho quindi aperto un conto corrente, richiesto un prestito per "acquistare" la rimanenza del magazzino di mio padre (il quale praticava già questa professione, ma con delle scuse un po' confuse mi ha convinta che la scelta migliore per lui fosse di chiudere l'attività, e continuarla a mio nome......)
Devo ammettere che non ho mai seguito le sorti dell'azienda in quanto fiduciosa nei confronti di mio padre che reputavo una persona responsabile (non nego che lui ha un forte potere psicologico nei miei confronti e che mi era stato sconsigliato da alcuni parenti di dare inizio a tutto questo)!
Nel corso quindi di questi tre anni mi sono arrivati degli avvisi di pagamento da parte di "Equitalia" che aveva acquisito tutti i crediti a favore dell'Inps e di altri enti. Ogni volta gli consegnavo la "famigerata" posta e venivo rassicurata con bugie e scuse, finchè ricevendo l'ennesima cartella, sollecitata e appoggiata dal mio compagno mi sono armata di coraggio e mi sono recata da Equitalia per richiedere un estratto conto (risultato: da 2006 ad aprile 2009 non era mai stata versata una rata dell'Inps).
Con l'estratto conto dell'Inps mi sono recata dal commercialista (che avevo incontrato una sola volta per le firme iniziali) e gli ho raccontato un po' i fatti, che lui immaginava, perchè mio padre veniva puntualmente sollecitato ai versamenti, (giacchè avvengono in via telematica ad ogni scadenza gli chiedevano la somma dovuta) ma ogni volta lui temporeggiava, o diceva che si sarebbe arrangiato (impossibile), ma non potevano più di tanto insistere. Inoltre il commercialista non sapeva che io sono lavoratrice dipendente, ma era convinto fossi studentessa (cosa che gli aveva detto mio padre, falsa) quindi le dichiarazioni dei redditi non sono mai state integrate con i miei CUD (Unico 2007 x i redditi del 2006 e Unico 2008 per i redditi del 2007) quindi non so se si può definire così ma immagino di si: frode al fisco!
A questo punto con il 30.06.2009 ho chiuso l'attività e mi trovo una cifra di circa 15.000,00 Euro da versare dovuta da: parcelle del Commercialista, Inps, Net, imposte, Iva e l'importo calcolato sull'integrazione fatta agli Unico 2007 e 2008 con i miei CUD......
Ho deciso di non rateizzare con gli enti, ma bensì chiedere un prestito alla banca (quello iniziale per il magazzino è stato per fortuna estinto....) e pagare immediatamente!
Il dubbio che mi hanno fatto sorgere però è questo: io posso chiedere l'esonero dal versamento dei contributi Inps in quanto come lavoratrice dipendente vengono già versati? Posso farlo anche adesso, chiedendo il rimborso di quelle rate che ho già versato?
Non voglio commentare la disonestà di mio padre, voglio solo lusingare me stessa per la forza che ho avuto nel prendere in mano questa situazione che altrimenti sarebbe andata avanti per chissà quanto e la forza di recarmi in banca, presentarmi e chiedere soldi!
La ringrazio per l'attenzione, e spero di ricevere una risposta quanto prima, visto che ho poco tempo per prendere decisioni!
Cordialmente,
F.


Mia cara F.,
quando si hanno problemi e si è in difficoltà ci si attacca alla speranza di qualunque suggerimento ed io purtroppo non posso proprio aiutarTi perchè ciò che chiedi esula dalle nostre conoscenze e per precisa volontà non entriamo mai nel merito di ciò che non conosciamo.
Che dire? Hai già detto tutto Tu. Si cerca sempre di stare attenti fuori casa ed a volte i bidoni li abbiamo vicini. Non entro nel merito di ciò che Tuo padre può aver fatto dei soldi perchè evidentemente li ha buttati, a meno che non ci sia dietro qualcosa per cui i soldi doveva darli ad altri.
In ogni caso, per incapacità o altro, il guaio e la tristezza è che alla fine ha fregato Te ed ora Ti tocca iniziare la Tua vita con un bel debito da saldare.
La situazione è piuttosto complessa e molto delicata per cui conviene che Tu prenda un po' di tempo (ci vuole davvero poco) e vada all'INPS della Tua città a chiedere informazioni. Ci sono appositi uffici e persone predisposte, molto preparate, che potranno dirTi cosa è meglio fare. Spiega loro tutta la situazione e ne verrai fuori certamente.
Io non entro nel merito perchè, al di là del fatto che diamo aiuto essenzialmente per materie che non includono questa, rischierei davvero di darTi un consiglio che, se non perfetto, potrebbe comportare ulteriori delusioni e dispiaceri.
Quando nelle nostre faccende è coinvolto il fisco (o lo Stato in genere) occorre stare attenti perchè si può passare in un attimo dalla parte di chi froda. Ti consiglio quindi di non perdere davvero ulteriore tempo. Puoi recarTi anche direttamente all'Ufficio Entrate e parlare con qualche Dirigente. Esponi bene il caso e chiedi aiuto e suggerimenti per come uscirne senza successivi problemi, relativamente al Fisco stesso.
In tutta questa storia però, l'unico consiglio che mi sento di darTi è di trovare una soluzione per quanto riguarda lo Stato ma di affrontare con più grinta il Tuo commercialista e vedere se davvero valga la pena di dare quanto chiede (o per lo meno, se tutto o in parte).
Il fatto è che lui era cosciente che l'azienda era Tua e quando parlava con Tuo padre senza avere risposte o pagamenti, non doveva tergiversare ma doveva contattare Te. In questo modo Ti avrebbe avvisato e messo in allarme. Tu stessa scrivi che Lui “immaginava” la situazione. Ed allora, se l'immaginava, doveva essere più serio sul lavoro. Un Suo interessamento precoce avrebbe salvato molto.
Devo dirTi, purtroppo, che anche Tu non sei immune da colpe perchè la posta la ricevevi Tu e quindi avresTi dovuto affrontare il problema prima. Ma poiché scrivi che davanti a Tuo padre hai sempre avuto un atteggiamento di inferiorità psicologica, non posso incolparTi ulteriormente.
PrendiTi i tempi necessari ma chiarisci con tutti gli uffici competenti la Tua posizione. Fai capire che sei in difficoltà perchè non hai disponibilità economiche e chiedi tutti i prolungamenti possibili o, la possibilità di riduzione di eventuali oneri passivi.
Non si fa da prestanome a nessuno. Non dovevi farlo nemmeno per Tuo padre che, mi pare di capire, non fosse immune da situazioni negative precedenti. E se per caso ci si intesta un'azienda, la si gestisce. Per lo meno Ti saresTi accorta subito come poteva andare.
Sono solo dispiaciuto nel non poterTi aiutare meglio. Comunque, visita con urgenza l'INPS e l'Ufficio Entrate. Il commercialista lascialo per ultimo: se lo merita.
Poi, mettici una pietra sopra e riparTi. Ti auguro tutto il bene di questo mondo.
Vedrai che ce la farai.
Ciao