RICHIAMO
lettera firmata
Buon giorno,
venerdì ho ricevuto la mia prima lettera di
richiamo in cui il mio titolare mi sta accusando di aver utilizzato un tono di
sfida e che ho chiesto di essere licenziata ,dopo di che ho abbandonato il
posto di lavoro, questi sono i suoi motivi.
Vorrei chiedere come faccio a scrivere le mie
giustificazioni in riguardo le sue accuse, dato che sono stata costretta a
abbandonare il posto di lavoro dopo che il mio titolare mi ha insultato e
umiliato e ha utilizzato un tono minaccioso. La mia richiesta di essere
licenziata si deve al fatto che lui dall'inizio del mese mi sta chiedendo le
dimissioni e gli ho detto solo che se mi
vuole licenziare deve essere lui a farlo e non io.
Grazie
Cara,
più volte ho detto che una lettera di richiamo ha
valore quanto la risposta che si è tenuti a dare. Con la lettera viene
contestato qualcosa e si chiede al ricevente di dare giustificazioni (ovvero
chiarimenti) su quanto contestato.
I chiarimenti possono soddisfare o meno ma la cosa
dovrebbe terminare lì, perchè l'accusa e
la difesa si equivalgono e nessun
giudice baserebbe una sentenza su una lettera.
Va detto che il primo richiamo scritto dovrebbe
seguire un richiamo verbale a cui, chi
scrive, dovrebbe fare riferimento.
Se prima non c'è stato richiamo
verbale (ovvero una precisa accusa su una mancanza del lavoratore), la lettera
di richiamo sarebbe addirittura fuori
regola.
Dopo la lettera e la risposta del lavoratore tutto
potrebbe finire. Se invece il datore torna a vedere nuovamente
la stessa o altre mancanze del lavoratore, può inviare la seconda
lettera. Con la terza e ultima lettera può avviare le pratiche di licenziamento
passando però attraverso la solita prassi e dovendosela vedere con il Sindacato
a cui eventualmente il lavoratore
chiederebbe aiuto.
Detto questo, veniamo al Suo caso.
Preciso, innanzitutto, che quando mi si scrive
come Lei ha fatto, io devo prendere le
cose che mi si dicono e su queste basare le mie risposte.
Ciò non significa che io risponda il giusto in
quanto non posso sapere se le cose sono come vengono scritte o queste sono,
come spesso accade, una visione di parte di un problema.
In altri termini, per dare un vero e buon suggerimento
dovrei conoscere anche le motivazioni del datore di lavoro; motivazioni che non
ci sono mai.
In questo caso un po' di confusione c'è.
Dunque: il Suo Capo l'accusa di aver avuto un
atteggiamento di sfida; d'aver chiesto di licenziarla e d'aver abbandonato il
lavoro.
Non credo che questo sia improvvisamente nato o
scoppiato dal nulla. Cosa c'è stato
prima? Quanti lavoratori e colleghi ci sono in questa fabbrica o ufficio?
E perchè il datore si è proprio rivolto a Lei e
non ad altri se il suo scopo è solo quello di ridurre personale?
L'aver abbandonato il lavoro è piuttosto significativo
dell'atteggiamento che Lei ha avuto in quella situazione. Non avrebbe dovuto
farlo. Anche se si è ritenuta offesa doveva starsene al Suo posto. Non può dire che è stata costretta, a meno
che non sia stato il Datore a chiederLe di lasciare il lavoro ma se lo avesse
fatto, oggi non glielo contesterebbe.
Se Lei è stata offesa ed umiliata senza ragione ed
ha testimoni che possono confermarlo, può agire Lei contro un atteggiamento
sbagliato del Capo. Ma, e dico ma, occorre prima che Lei si faccia un esame di
coscienza per vedere se non ci sono state mancanze da parte Sua che hanno
portato il Capo all'esasperazione.
Lei scrive poi che dall'inizio del mese il Suo
capo Le chiede di dare le dimissioni. Perchè lo fa? Cosa c'è sotto tutto questo?
Lei avrà mille ragioni ma sinceramente mi è capitato molto ma molto
raramente vedere un Capo che voglia
disfarsi di un valido elemento, creandosi ulteriori problemi sul lavoro, a meno
che non sia un po' matto.
Concordo con Lei sulla risposta data: se il Suo
Capo non è soddisfatto di Lei sta a lui licenziarLa. Se non lo vuole fare,
sbaglia.
Si chieda però sempre perchè voglia licenziare
proprio Lei.
Comunque, le risposte da dare per iscritto alla
lettera di richiamo, sono semplici: le stesse che Lei ha scritto a me.
•
Dall'inizio
del mese Lei ha ricevuto verbalmente e più volte la richiesta di licenziarsi,
senza motivazione
•
rifiutando, vi è stata una reazione non consona da parte
del Suo Capo che ha preso ad insultarLa ed umiliarLa (faccio nuovamente presente che uso termini
da Lei scritti) per istigarLa a chiudere il rapporto di lavoro.
•
È stato
inoltre usato un tono minaccioso tale da farLe valutare l'opportunità di
lasciare momentaneamente il luogo di lavoro al fine di far si che si calmasse la situazione e non
certo per altri motivi. Se ne scusi ma dica anche che se fosse rimasta,
probabilmente il tono della discussione da parte del Suo Capo sarebbe
ulteriormente aumentato e solo lasciando il lavoro ha bloccato questo stato di
cose.
Se le cose stanno come ha detto, Le chiarisca così
come sono. Usi toni calmi e sereni nella risposta alla lettera.
Può terminarla scrivendo che non comprende le
motivazioni per cui il Suo Capo
abbia agito proprio contro Lei,
malgrado non vi siano mai stati (ammesso sia vero) motivi
di lagnanze precedenti.
Infine, il suggerimento che do sempre.
Indipendentemente da come la faccenda dovesse
finire ed ipotizzando che tutto si
calmi, si dia comunque da fare per cercare un'altra occupazione.
Lavorare in un ambiente in cui non si è graditi o
apprezzati, alla lunga crea tensione e stress, anche se si è dalla parte della
ragione. Si finisce spesso per
demoralizzarsi e si inizia a lavorare male. Tutto allora diventa pesante
ed inizia la demotivazione che è l'unica cosa da cui si dovrebbe cercare di
stare alla larga.
Poi magari, quando sarà il momento, si prenderà
Lei la soddisfazione di dire che se ne va, e magari nel momento più sbagliato
per il Suo datore.
Cordiali saluti.