VENDITE E CRISI
A.M. Milano
Sono responsabile delle vendite in un'area del territorio
italiano. Da tempo mi sto preoccupando
della situazione del commercio perchè mi rendo conto che i rischi di perdere il
lavoro ci siano, anche se ad oggi, ho resistito abbastanza bene agli
scossoni dell'economia.
Posso sperare nel futuro? Posso, come tanti altri, pensare che si
proseguirà e che questa crisi non sarà un nuovo 1929?
Può dirmi cosa ne pensa?
Mio caro A.M.,
cosa ne penso io vale poco ma poiché Lei me lo chiedi, Le rispondo.
Credo che non ci sarà un nuovo 29. Non c'eravamo ma da ciò che sappiamo le situazioni erano
effettivamente diverse.
Malgrado gli scandali e le banche che dovrebbero fare un lavoro e ne
fanno un altro; malgrado un sottobosco di truffe legalmente accettate a scapito
della collettività, malgrado i poteri della finanza abbiano preso il
sopravvento mettendo loro uomini anche a capo di governi ritengo che la forza
dei popoli delle nazioni sia più grande di tutto questo.
Siamo stati tutti impoveriti e chi
ha permesso e promosso questo si
vanta pure di essere stato padre fondatore di questa situazione. Importante per
lui o per loro è ricordare solo le poche
cose positive che ciò ha portato, dimenticando, ignorando o fingendo che non
esistano le cose negative. Tutto qua.
Ma ce la faremo.
Da tempo è sotto gli occhi una situazione commerciale non certo
positiva, in cui operare è davvero difficile. In queste situazioni valgono
poche ma precise regole.
Tenere a bada i conti. Se un
tempo si era piuttosto tolleranti con i pagamenti dei clienti, oggi non lo si
deve più accettare.
Vanno eliminati tutti i clienti che non mantengono le scadenze o,
quantomeno, in caso non si vogliano perderli, inviare sempre ordini ridotti per
diminuire il rischio.
Meglio vendere un po' meno ma incassare.
Consegnare merce solo ad avvenuto pagamento dell'ordine precedente,
senza inventare cose astruse.
E' sufficiente dire ai clienti che l'azienda non può esporsi e che deve
limitare i rischi. Se il cliente è intelligente capirà, perchè anche lui
dovrebbe agire nello stesso modo con i propri clienti.
Circa le vendite poi, se Lei vende un prodotto qualitativamente buono,
non dovrebbe temere scossoni più di tanto.
Solitamente le aziende che soffrono di queste situazioni sono coloro che vendono prodotti
di scarsa qualità. Nei periodi di crisi, si tende a spendere meno ma quel poco che si acquista lo si vuole di buona qualità.
Sono sempre le piccole aziende che hanno poco da dare a soffrire di
più.
Sia più vicino ai clienti. Ascolti le loro difficoltà, dia loro
suggerimenti ma sia cortesemente inflessibile. Dia loro aiuti per far capire
come devono a loro volta agire, ma non ceda sui principi di correttezza che il
cliente deve avere verso Lei che lo fornisce.
Tenga presente che un cliente non ha, oggi, alcun interesse a cambiare
fornitore perchè con quello attuale ha già passato le forche caudine
dell'analisi degli uffici amministrativi mentre con un fornitore nuovo,
probabilmente non avrebbe alcun fido e quindi difficoltà ad iniziare un
rapporto.
Forza allora. Si rimbocchi le maniche come certamente starà già facendo
e prosegua il lavoro. Esca il mattino con entusiasmo; incontri i clienti col
sorriso; li aiuti ad avere fiducia e vedrà che l'ottimismo alla fine sarà
contagioso.
Tutti hanno bisogno di vedere che c'è qualcun altro che ha
speranza. Gliela dia e Le saranno
riconoscenti.
Cordiali saluti