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mercoledì 17 ottobre 2012


ACCORDI TRA  AZIENDE?
 
Lettera firmata  Napoli
 
 

Racconto la mia storia per avere un vostro parere ed indicazioni utili per affrontare il problema.
Nel Novembre 2003 a causa di una forte crisi nel settore informatico sono uscito da una Multinazionale Americana con la quale avevo un contratto a tempo indeterminato settore metalmeccanico 7° livello.
A giugno 2004 ho accettato l’incarico presso società srl firmando un contratto co.co.co. fornendo la mia prestazione lavorativa come consulente informatico presso gli uffici di una grande azienda di Napoli in maniera continuativa fino ad oggi. Ho avuto in totale 11 contratti co.co.pro. fino a gennaio 2012 e poi un contratto a tempo indeterminato 6° livello.
Le mansioni nella grande azienda sono state dapprima quelle di Analista Programmatore e poi di Capo Progetto chiamato a gestire un gruppo di consulenti che nel tempo è cresciuto da tre fino a 12 consulenti per ridursi poi a due.
Per entrare in azienda è necessario timbrare il cartellino e tuttora ho l’utenza di posta  elettronica aziendale attraverso la quale gli utenti comunicano direttamente con me le loro esigenze.
Le procedure informatiche di gestione delle applicazioni contengono come riferimento il mio nome e l’e-mail.
Le ferie sono concordate con la grande azienda.
Sono indicato come risolutore di anomalie nella procedura automatica del call center.
Attualmente sto partecipando a riunioni come elemento essenziale per il proseguimento di lavori.
Sono chiamato a presiedere in periodi festivi per attività urgenti.
E’ da considerare anche un aspetto quantomeno curioso che farebbe pensare ad un accordo tra varie società, a discapito dei lavoratori: alcuni mesi fa un collega della mia stessa società è passato ad un’altra società concorrente alla nostra (voci dicono appartenente alla moglie di un dirigente della grande Azienda) e continua attualmente a lavorare allo stesso posto, tale anomalia si sta ripetendo in questi giorni a favore di un’altra collega ed anche di un altro collega ancora.
Inoltre a giugno 2012 abbiamo partecipato ad una gara, indetta dalla grande azienda, per un progetto strategico, l‘abbiamo persa, a favore della società indicata prima, ma nonostante ciò un collega sta lavorando a tempo pieno per tale progetto lasciando a me le attività che prima svolgeva lui. Tutto fa pensare che ci sarà a breve un altro passaggio di società. Tali movimenti fanno presagire ad una scomparsa come fornitore della mia attuale società a favore di questa nuova società.
L’onorario corrisposto per la mia prestazione lavorativa è circa la metà di quello corrisposto da un pari livello interno svolgente la medesima attività.
Purtroppo temo per il mio futuro lavorativo a favore di persone dell’altra società oppure ad una proposta di passaggio sottostimata rispetto alle mie aspettative.
Sulla base di quanto descritto (tutto provabile con documenti firmati, testimonianze ed e-mail) qual è lo scenario possibile per  vedere rispettati i miei diritti? E’ possibile pensare all’assunzione da parte della grande azienda perché si è in una condizione di appalto illecito? O cosa?
Cordiali saluti



Egregio P.,
ho letto bene la Sua lettera per comprendere a fondo la situazione dato che, in alcuni punti, non è ben chiaro qualche passaggio.
Ad ogni  buon conto, sperando d'aver compreso, Le rispondo.
Lei si trova dal 2004 nella stessa azienda. Prima con accordi  co.co.co per poi esser assunto.
Evidentemente sa operare bene se da Analista è divenuto Capo Progetto con 12 consulenti che rispondono a Lei. Non so perchè poi questi si siano ridotti a 2 ma Lei opera in un settore in cui queste variazioni sono  all'ordine del giorno e quindi   credibili, operando su progetti.
Da ciò che scrive, l'azienda in cui opera La tiene in considerazione facendoLe gestire direttamente i contatti  con i clienti, per le loro esigenze,  sia indicandoLa come risolutore di anomalie nelle procedure. Partecipa inoltre ai meeting, come elemento essenziale per i lavori che svolgete.
Il fatto di fare inoltre riferimento a Lei per eventuali urgente anche nei giorni festivi, conferma quanto detto.
Sin qui tutto bene. Dov'è allora il problema?
C'è qualcosa che non Le è chiaro e che Le crea dubbi.  Mesi fa un collega è passato ad una società concorrente. Capita.
Ciò che fa rizzare le orecchie però è il fatto che nei giorni scorsi altri due colleghi hanno deciso di passare dall'altra parte.
Inoltre  quest'altra azienda sembra essere della moglie di un Vostro dirigente, e ciò   La lascia perplesso.
I progetti a cui partecipate vengono vinti da quest'altra società e, mi par di capire che, malgrado questo, qualcuno da Voi sta  lavorando ad un progetto vinto dall'altra e che comunque non dovrebbe interessarvi.
Un po' di confusione, certo, ma vede, anche queste sono cose che possono capitare.
Nel mercato nasce un'azienda che può essere del tutto estranea così come può nascere un'azienda in cui sono coinvolte persone facenti parte della Sua.
In entrambi i casi, la nuova azienda  cercherà sul mercato persone idonee ed andrà a cercarle dove pensa di trovarle.
Se la nuova azienda è di un familiare della Sua, sarà facile pescare lì. Ma può capitare che  sia estranea a tutto e tutti. Cerca  un collaboratore e lo trova.  Costui si trova bene e lo dice agli ex colleghi. Così, quando ce ne bisogno, magari è lui stesso ad avvisarli per portarli con sé. 
Ai Suoi occhi può apparire una macchinazione della proprietà ( e potrebbe essere) ma potrebbe  davvero essere andata come sto scrivendo.
Certo, c'è una società che sta svuotandosi a favore di un'altra. E  può capitare anche  questo:  che la proprietà sia la stessa e che ciò venga fatto ai fini di ridurre il fatturato, dividendolo tra le due aziende, per riuscire ad avere un carico fiscale minore.
Lei  scrive che l'altra società pare essere della moglie di un dirigente e non del proprietario.
Sto pensando che se Lei è al corrente di questo, lo saranno anche tutti gli altri in azienda, proprietà compresa. Trovo  perciò strano che il proprietario si lasci svuotare l'azienda di personale e fatturati da un dirigente. 
E' più logico pensare ad una suddivisione per altri motivi. Suddivisione che arrivi a comprendere anche il personale. Un po' di elementi qui, ed un po' là.
Se poi questi movimenti  siano indirizzati a far scomparire la società in cui Lei opera, non lo saprei; so invece che, anche se fosse, Lei non può proprio farci nulla. Ci sono cose che vanno al di là di ciò che si vorrebbe e, se non si nella stanza dei bottoni, si  può solo prenderne atto.
Lei poi scrive: “L’onorario corrisposto per la mia prestazione lavorativa è circa la metà di quello corrisposto da un pari livello interno svolgente la medesima attività.”  Non è molto chiaro ma credo Lei intenda che chi svolge la Sua stessa mansione nell'altra società  guadagni il doppio di Lei. 
Se è così, si spiega anche il motivo per cui Lei viene tenuto da questa parte, anche se mi pare strano che per la stessa mansione  un collaboratore venga addirittura pagato il doppio.
Lei teme per il Suo futuro lavorativo ed anche per un eventuale passaggio sottostimato.  Ed è questo che non capisco. Se dall'altra parte pagano il doppio perchè dovrebbero passarLa sottostimandoLa? Semmai, nel passaggio, Lei dovrebbe avere uno stipendio pari agli altri, ossia il doppio.
Mi pone infine domande  a cui  non si può dare risposta.
Se ad oggi nessuno Le ha contestato qualcosa non vedo il motivo per  azioni che facciano rispettare i Suoi diritti.  Non  sono stati calpestati; nessuno Le ho tolto qualcosa.
Vorrei anche dirLe che se l'azienda venisse svuotata lentamente  per poi chiudere, sarebbe comunque difficile far valere un diritto anche se Lei venisse poi licenziato.
Dovrebbe avere in mano documenti certi  che attestino la proprietà dell'altra azienda all'attuale proprietario di quella in cui opera, dimostrando che questa è stata volutamente svuotata.
In questo caso potrebbe ritenersi parte lesa. Ma...mi creda,  sarebbe davvero difficile portare avanti un discorso simile a meno che il gruppo di lavoratori in questa situazione non sia  almeno un centinaio.
Purtroppo certe situazioni  che non dipendono dal lavoratore  sono molto dure da gestire. Se Lei ritiene di sentirsi in pericolo, come dico sempre, prima di ritrovarsi su un marciapiede, inizi a cercare altro.
E' spesso la cosa migliore per rasserenarsi e sentirsi più sicuri.
Chiede infine se sia possibile pensare alla Sua assunzione da parte dell'altra azienda.  Certo è possibile ma se quest'altra non lo fa....
Forse Lei serve ancora lì dov'è.  Le direi di provare  a parlarne  con il proprietario, spiegando i Suoi dubbi sul mantenimento del posto di lavoro e sul fatto che alcuni siano passati dall'altra parte  svuotando questa.
Le direi di farlo ma non conosco l'ambiente, i rapporti che esistono e quindi devo essere cauto.
Sta a Lei che vive lì dentro sapere se può muoversi e sino a che punto.
Mi spiace non poterLe dire altro.
Le auguro di risolvere i Suoi dubbi.