COLLOQUIA
E ASPETTA
Edoardo (loc. n.c.)
Buongiorno
ho questo problema: non so come comportarmi dopo il colloquio di
lavoro.
Vengo contattato da una agenzia la quale mi fa subito un intervista
anche se ammette che non è loro prassi ma cosi vuole il cliente.
Il giorno dopo vengo richiamato per fissare l'appuntamento dal cliente
e cosi la settimana successiva mi reco all'appuntamento.
il colloquio va molto bene....l'azienda opera nello stesso settore del
mio impiego attuale anche se su mercati diversi e per certi settori è anche
fornitore della mia attuale azienda.
Mi dice che le cose andranno per le lunghe perchè il mio intervistatore
che è anche il responsabile è molto impegnato e perchè deve anche valutare la
posizione di un collaboratore esterno che al momento occupa la posizione per la
quale si sta svolgendo il colloquio, ma l'assunzione avverrà comunque per via
dell'enorme mole di lavoro che ha l'azienda.
Finita l'intervista vengo contattato dall'agenzia per capire l'esito
del colloquio.
Dieci giorni dopo l'agenzia mi ricontatta ancora per un secondo
incontro che avviane 5 gg dopo.
Anche il secondo colloquio va molto bene. Il responsabile conferma la
situazione in bilico con il collaboratore esterno,e l'esito di questo rapporto
lavorativo influirà sulle mansioni future del candidato.
Alla fine del colloquio il datore mi chiede sto continuando a cercare
lavoro, mi dice di essere contento per aver incontrato una persona seria, dice
di averlo fatto presente anche all'agenzia, mi dice di esser contento per i due
incontri che sono stati entrambi positivi e che dall'agenzia, avrò presto loro
notizie (testuali parole).
Poco dopo arriva la telefonata dell'agenzia che mi chiede dell'esito:
confermo che la mia impressione è positiva, ripeto al personale dell'agenzia
quello che mi è stato detto sul finire dell'incontro (persona seria, incontri
positivi etc etc ) e lui mi dice che conferma tutto questo, che durante la
discussione con il datore di lavoro per un aggiornamento post colloqui, lui fa
parecchie volte il mio nome, che la mia candidatura è stata la
"preferita" tant'è che proprio per questo sono stato il primo della
seconda trance di colloqui e, sempre l' agenzia , mi dice che secondo lui ci
sono buone possibilità anche se non dovrebbe dirmelo per non darmi false
illusioni e per non macchiarsi lui di cose dette che poi non si avverano.
Ormai sono passati più di 10 giorno e nessuna notizia.
Cosa devo fare: chiamare l'agenzia per sapere a che punto siamo? oppure
no?
Magari i colloqui non sono ancora finiti, oppure non si è ancora
risolta la questione con il collaboratore esterno per cui deve ancora definire
la posizione del prossimo assunto.
Caro Edoardo,
la Sua situazione è la copia fotostatica di centinaia
di colloqui che avvengono in Italia tra aziende che chiedono incontri,
anche urgenti, e candidati che poi
rimangono in attesa di risposte che spesso non arrivano più.
Già in passato ho parlato di questo malcostume. L'azienda contatta l'agenzia che si presta a
fare da passaparola o poco più. L'azienda ha sempre fretta; incontra, intervista, loda, si congratula, rimanda ad
un successivo incontro; poi nuovamente loda, si congratula, tira fuori “l'altro
candidato” e lascia intuire, come ha fatto con Lei, che si deve prima risolvere
il problema interno ma comunque....nessun problema, la scelta è praticamente
fatta. Tanti saluti, ci faremo vivi.
C'è gente che dopo anni sta ancora attendendo.
Per carità, non sarà il Suo caso ma è certo che Lei non mi ha scritto
nulla che già non conosca a memoria. In Italia siamo fatti così. Non abbiamo
mai il coraggio di dire “si” o “no”. Si
pensa d'essere perdonati per aver fatto perdere tempo ad una persona dicendogli
che si è stati molto contenti del
colloquio.
Una volta che la persona è uscita dagli uffici dell'azienda è come se non fosse mai entrata.
Pare quasi che, mentre il
Candidato ha ogni obbligo di dire tutto di sé, di darsi disponibile, di svelare
cose personali, dall'altra parte non esistano obblighi o doveri di mantenere fede alle parole date.
“Ci sentiamo senz'altro presto....”
può così diventare un mese, due o mai, senza che questo faccia sentire
poco corretti.
E' il mondo del lavoro nostrano.
Può essere, ad onor del vero, che davvero l'azienda abbia problemi a
chiudere velocemente la trattativa; a volte vi sono o nascono urgenze maggiori
che fanno accantonare alcuni progetti per poi essere ripresi più avanti. Può essere
che la questione col collaboratore non
sia ancora risolta, tutto vero ma è anche vero che una telefonata per avvisare che la cosa va a rilento rafforzerebbe solo l'immagine di correttezza
nei rapporti interpersonali.
Ora che fare? Sono passate un paio di settimane e nulla si muove.
Nemmeno l'agenzia che, avendoLa contattata per prima ha un dovere in più, non si fa viva.
Vuole farlo Lei? No. Se non ha
l'acqua alla gola, dia loro dimostrazione di non sbavare.
Prosegua la Sua vita ed il Suo lavoro con serenità. Semmai La
chiamassero può rispondere: “ah! La cosa è ancora viva ? Non ci pensavo più. Non era un grande
problema. In ogni caso, dica pure.......”
Le auguro di cuore che Lei possa dire queste parole ma se così non
fosse, non se ne faccia davvero un problema.
Semmai dovesse avere altri incontri con Agenzie o Azienda per colloqui,
sappia che le risposte ai colloqui sono un optional. Quelle urgenti, ovvero
entro termini di tempo logici, una chimera.
In bocca al lupo.