Lettera firmata
Buongiorno,
da più di due anni lavoro in una piccola azienda
che opera nella consulenza per la formazione; ho iniziato senza alcun tipo di formazione
pregressa o affiancamento ad occuparmi da sola di progetti finanziati, passando
dalla progettazione alla rendicontazione, e fino allo scorso anno ricevevo 400
euro al mese per svolgere le mie mansioni a tempo pieno, dapprima con una
prestazione d’opera, poi con un contratto a progetto (non per volontà della
direzione o premio del mio impegno, ma per necessità di rendiconto); da
gennaio, per eludere il vincolo normativo di adeguamento dei contratti a
progetto ai CCNL, sono socio lavoratore di una cooperativa di lavoro che mi
presta al mio titolare, ed io ricevo per questo 700 euro mensili, ovviamente
dalla cooperativa; devo monitorare costantemente i progetti in corso,
soddisfare le esigenze dei clienti che cercano me per richieste di informazioni
ed aiuto, coordinare le attività di una persona nuova che parte da zero e va
affiancata meglio di come è stato fatto per me all’inizio, fare attività di
telemarketing e andare a qualche appuntamento di presidio presso clienti
acquisiti e potenziali, il più delle volte in sostituzione di un’altra persona
e gestire i rapporti con i fornitori; ultimamente mi è stato rimproverato di
fare poche telefonate e quindi di non fare numero; realizzo di essere una
figura messa lì solo per far guadagnare qualcun altro, che oltre ad essere poco
competente in materia, in momenti in cui io non sono in grado di risolvere un
problema mi rimanda ad altri (manuali/linkedin/interlocutori esterni), mi ha
chiaramente detto in più di un’occasione che non intende assumermi perché non
ha voglia di sobbarcarsi di costi rognosi.
Immagino la domanda che potrebbe nascere spontanea
alla luce di questo quadro: chi me lo fa fare? La consapevolezza di non trovare
altro fuori; ultimamente però sono proprio stufa di essere presa per la
disperazione. Sono sempre più decisa ad orientarmi su altri settori,
considerando che sempre meno aziende utilizzeranno gli strumenti di
finanziamento su cui io lavoro (giustamente dimezzati per far fronte alla
crisi) e che sul mercato ci sono tanti altri validi professionisti più esperti
e più abili di me, ma se penso al cosa so fare e quale potrebbe essere il
valore aggiunto che posso offrire, buio a mezzogiorno.
Ancora una volta sono costretta a rivendere le mie
competenze, la cosa però non mi spaventa; quello che invece mi preoccupa di più
è il bilancio delle competenze dopo questa importante esperienza di lavoro e il
tempo che facilmente sarà eterno nella ricollocazione sul mercato.
Ringrazio in anticipo e saluto cordialmente.
Questa è una della poche volte che, chi scrive, non chiede chiarimenti. Non
ha domande specifiche da fare perchè ha chiaro in sé il gioco a cui sta giocando; le norme e le
regole che piacendo o no, vanno accettate
sin quando si deciderà di parteciparvi.
Capisce che la stagione dei colpi di testa non è quella attuale, a meno che non si
abbiano comunque le spalle coperte, tanto da potersi permettere di fare ciò che
si vuole. C'è la volontà di rimettersi in gioco (questa volta il titolo non lo
abbiamo messo noi ma fa parte della lettera ricevuta) e c'è un'ovvia certa stanchezza per un
compito piuttosto ampio, un po' caotico in cui si deve far tutto senza riuscire
a specializzarsi od approfondire.
Una specie di factotum a costo da liquidazione. Ma il mercato
attuale del settore è questo. Se si vuole rimanere lì, si devono accettare
questi compromessi. Altrimenti, altri lavori ce ne sono eccome, ma forse non sono sentiti. Cè
sempre in ognuno di noi il desiderio di
tentare di fare ciò che si vorrebbe che, a volte, non è ciò che il mercato
offre. La scelta è personale e va rispettata anche perchè il lavoro è
paragonato alla “fatica” e, se si deve
faticare, meglio farlo per qualcosa che piace.
A chi scrive, ammesso che voglia un suggerimento,
possiamo dire che, se si sente pronta ad
orientarsi ad altri settori, forse
è giusto farlo. Non sappiamo quali
settori intenda ma pensiamo che abbia
buone capacità di analisi e
quindi di scelte opportune. Certo, il guadagno attuale non è tale da convincere
nessuno a tenersi stretto il posto per cui
guardarsi attorno è buona cosa.
Magari senza fretta, approfondendo bene le eventuali proposte.
Una ipotesi, se per caso volesse rimanere nell'ambiente, è quella di saggiare
il terreno presso qualche cliente importante. Capire se può essere
valutata, nell'azienda del cliente, una figura interna. I settori spesso interessati sono,
al di là del settore formativo, anche quelli degli uffici del personale. Ovvio
che, se si vuole, il terreno va tastato
con molta cautela perchè il cliente potrebbe poi riferirlo al datore di
lavoro. Ma il rischio, va accettato.
Se invece volesse uscire per fare nuove
esperienze, beh, allora, c'è davvero di tutto.
Non conosciamo l'età della scrivente ma
per i giovani, se davvero c'è voglia di fare (e di faticare un po') le
possibilità sono molte. Occorre solo
saperle vedere e non rifiutarle.
Se non la spaventa
rimettersi in gioco, come Lei stessa scrive, pur con la cautela del
caso, lo faccia. Le esperienze fatte e le conoscenze acquisite rimangono e, anche se non appare, torneranno
sempre utili, indipendentemente da ciò che si andrà a fare. Fanno parte di un
bagaglio personale che ci si tira dietro per tutta la vita.
Certamente
sul mercato troverà molti professionisti più esperti e più preparati
ma ce ne sono anche di molto poco
preparati, quindi occorre aver fiducia
ed essere certi di ciò che si sa fare. Cosa sappiano fare gli altri, poco
conta. C'è anche molto fumo e poco
arrosto. Nella formazione, la quasi totalità di offerta è data da
programmi copiati da altri tecnici che, a loro volta, hanno copiato da
altri ancora. La creatività e la ricerca
di una strada diversa è una rarità. Lei,
mi par di capire, non operi espressamente
nella formazione in aula e questo potrebbe quindi non riguardarla,
ma la base del successo in ogni attività
sta nella ricerca di fare o dire cose
che altri non hanno o non fanno. Quindi, in ogni ambito, se si cercano strade creative per la soluzione di problemi,
ci si pone in una posizione che vale.
Le auguriamo di trovare un'ottima nuova strada o
di riuscire a mantenere l'attuale se questa dovesse essere la Sua scelta.
Cordiali saluti.