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domenica 26 maggio 2013

METTERSI IN GIOCO

Lettera firmata 
 
 
Buongiorno,
da più di due anni lavoro in una piccola azienda che opera nella consulenza per la formazione; ho iniziato senza alcun tipo di formazione pregressa o affiancamento ad occuparmi da sola di progetti finanziati, passando dalla progettazione alla rendicontazione, e fino allo scorso anno ricevevo 400 euro al mese per svolgere le mie mansioni a tempo pieno, dapprima con una prestazione d’opera, poi con un contratto a progetto (non per volontà della direzione o premio del mio impegno, ma per necessità di rendiconto); da gennaio, per eludere il vincolo normativo di adeguamento dei contratti a progetto ai CCNL, sono socio lavoratore di una cooperativa di lavoro che mi presta al mio titolare, ed io ricevo per questo 700 euro mensili, ovviamente dalla cooperativa; devo monitorare costantemente i progetti in corso, soddisfare le esigenze dei clienti che cercano me per richieste di informazioni ed aiuto, coordinare le attività di una persona nuova che parte da zero e va affiancata meglio di come è stato fatto per me all’inizio, fare attività di telemarketing e andare a qualche appuntamento di presidio presso clienti acquisiti e potenziali, il più delle volte in sostituzione di un’altra persona e gestire i rapporti con i fornitori; ultimamente mi è stato rimproverato di fare poche telefonate e quindi di non fare numero; realizzo di essere una figura messa lì solo per far guadagnare qualcun altro, che oltre ad essere poco competente in materia, in momenti in cui io non sono in grado di risolvere un problema mi rimanda ad altri (manuali/linkedin/interlocutori esterni), mi ha chiaramente detto in più di un’occasione che non intende assumermi perché non ha voglia di sobbarcarsi di costi rognosi.
Immagino la domanda che potrebbe nascere spontanea alla luce di questo quadro: chi me lo fa fare? La consapevolezza di non trovare altro fuori; ultimamente però sono proprio stufa di essere presa per la disperazione. Sono sempre più decisa ad orientarmi su altri settori, considerando che sempre meno aziende utilizzeranno gli strumenti di finanziamento su cui io lavoro (giustamente dimezzati per far fronte alla crisi) e che sul mercato ci sono tanti altri validi professionisti più esperti e più abili di me, ma se penso al cosa so fare e quale potrebbe essere il valore aggiunto che posso offrire, buio a mezzogiorno.
Ancora una volta sono costretta a rivendere le mie competenze, la cosa però non mi spaventa; quello che invece mi preoccupa di più è il bilancio delle competenze dopo questa importante esperienza di lavoro e il tempo che facilmente sarà eterno nella ricollocazione sul mercato.
Ringrazio in anticipo e saluto cordialmente.
 
 
Questa è una della poche volte  che, chi scrive, non chiede chiarimenti. Non ha domande specifiche da fare perchè ha chiaro in sé  il gioco a cui sta giocando; le norme e le regole che  piacendo o no, vanno accettate sin quando si deciderà di parteciparvi.
Capisce che la stagione dei colpi di testa  non è quella attuale, a meno che non si abbiano comunque le spalle coperte, tanto da potersi permettere di fare ciò che si vuole. C'è la volontà di rimettersi in gioco (questa volta il titolo non lo abbiamo messo noi ma fa parte della lettera ricevuta) e c'è  un'ovvia certa stanchezza  per  un compito piuttosto ampio, un po' caotico in cui si deve far tutto senza riuscire a specializzarsi od approfondire.
Una specie di factotum  a costo da liquidazione. Ma il mercato attuale del settore è questo. Se si vuole rimanere lì, si devono accettare questi compromessi. Altrimenti, altri lavori ce ne sono  eccome, ma forse non sono sentiti. Cè sempre  in ognuno di noi il desiderio di tentare di fare ciò che si vorrebbe che, a volte, non è ciò che il mercato offre. La scelta è personale e va rispettata anche perchè il lavoro è paragonato alla “fatica”  e, se si deve faticare, meglio farlo per qualcosa che piace.
A chi scrive, ammesso che voglia un suggerimento, possiamo dire che, se si sente pronta  ad orientarsi ad altri settori,  forse è  giusto farlo. Non sappiamo quali settori intenda ma pensiamo che abbia  buone capacità di analisi  e quindi di scelte opportune. Certo, il guadagno attuale non è tale da convincere nessuno a tenersi stretto il posto per cui  guardarsi attorno è buona cosa.  Magari senza fretta, approfondendo bene le eventuali  proposte.
Una ipotesi, se per caso volesse  rimanere nell'ambiente, è quella di saggiare il terreno presso qualche cliente importante. Capire se  può essere  valutata, nell'azienda del cliente, una figura  interna. I settori spesso interessati sono, al di là del settore formativo, anche quelli degli uffici del personale. Ovvio che, se  si vuole, il terreno va tastato con molta cautela perchè il cliente potrebbe poi riferirlo al datore di lavoro.  Ma  il rischio, va accettato.
Se invece volesse uscire per fare nuove esperienze, beh, allora, c'è davvero di tutto.  Non conosciamo l'età della scrivente ma  per i giovani, se davvero c'è voglia di fare (e di faticare un po') le possibilità  sono molte. Occorre solo saperle vedere e non rifiutarle.
Se non la spaventa  rimettersi in gioco, come Lei stessa scrive, pur con la cautela del caso, lo faccia. Le esperienze fatte e le conoscenze acquisite  rimangono e, anche se non appare, torneranno sempre utili, indipendentemente da ciò che si andrà a fare. Fanno parte di un bagaglio personale che ci si tira dietro per tutta la vita.
Certamente  sul mercato troverà molti professionisti più esperti e più preparati ma  ce ne sono anche di molto poco preparati, quindi  occorre aver fiducia ed essere certi di  ciò che si  sa fare. Cosa sappiano fare gli altri, poco conta.  C'è anche molto fumo e poco arrosto. Nella formazione, la quasi totalità di offerta è data da programmi  copiati da altri  tecnici che, a loro volta, hanno copiato da altri ancora.  La creatività e la ricerca di una strada diversa  è una rarità. Lei, mi par di capire, non operi espressamente  nella formazione in aula e questo potrebbe quindi non riguardarla, ma  la base del successo in ogni attività sta nella ricerca di fare  o dire cose che altri non hanno o non fanno. Quindi, in ogni ambito, se si cercano  strade creative per la soluzione di problemi, ci si pone in una posizione  che vale.
Le auguriamo di trovare un'ottima nuova strada o di riuscire a mantenere l'attuale se questa dovesse essere la Sua scelta.
Cordiali saluti.