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venerdì 29 luglio 2011

MI PAGHERANNO?

Roberto (loc. n.c.)

Sono Roberto, volevo fare una domanda.
Ho un contratto a tempo determinato, è non sto lavorando da circa due mesi, per problemi inerenti l'azienda per cui lavoro.
Volevo sapere lo stipendio lo percepisco lo stesso?
Grazie.

Caro Roberto,
se me lo chiedi vuol dire che non lo stai percependo. Se l'azienda non Ti sta pagando significa che deve davvero avere grossi problemi. Comunque, se mettiamo a parte questo, il contratto prevede pari condizioni di trattamento tra coloro che operano con contratto a tempo determinato e chi lavora a tempo indeterminato. Ovvero, se viene pagato uno stipendio, viene pagato a tutti.
Questo però significa poco (secondo me) perchè se il lavoro manca ed i soldi non sono in cassa, l'unica parità di trattamento è che possa non prendere nulla Tu come chi ha un contratto a tempo indeterminato.
Non sarebbe il primo caso. La storia è piena di aziende che, non lavorando hanno chiuso. Il fallimento permette di vendere ciò che resta e con questo vengono pagati i dipendenti e successivamente i debiti verso i creditori.
Non so da quanto tempo Tu operi in questa azienda e se quindi Ti trovi in periodo di prova o meno e nemmeno so se il Tuo contratto, in fase di assunzione conteneva inserite clausole particolari che solo Tu puoi verificare. Se non ci fosse nulla di tutto questo, sei alla pari di tutti gli altri lavoratori.
Ti auguro che la situazione si risolva.

mercoledì 6 luglio 2011

NUOVA IDEA DI VENDITA

Marco Torino

Salve,
Le scrivo per esporLe alcuni quesiti su un’idea commerciale che vorrei concretizzare.
Mi chiamo Marco, e sono della provincia di Torino.
Ho avuto l’idea, l’intuizione, ma ora non so come muovermi. Come sempre accade, dall’idea alla sua realizzazione ci passa l’oceano!!!…Nulla di nuovo o di eccezionale intendiamoci, semplicemente (e qui, le illustro l’idea, chiedendoLe ,per quanto possibile e solo se lo riterrà necessario, di non pubblicare tutti i particolari) allestire un’attività di vendita oggetti destinati all’arredo d’interni, esterni, di design, quadri, suppellettili, gioielli e qualsiasi altro oggetto derivante dall’artigianato artistico italiano ed estero con la formula (omissis)
Sostanzialmente si tratterebbe di un negozio di articoli vari ma la caratteristica fondamentale
è il non dover affrontare la spesa (omissis) Cosa non da poco!
A veder bene non è altro che un’attività tra (omissis) e una (omissis), ma con oggetti nuovi e artigianali.
Ho pensato che un’attività del genere possa essere vantaggiosa per me, che non devo affrontare la spesa di (omissis) e per il produttore che ha una vetrina per esporre e farsi conoscere, anche perché l’idea è quella che (omissis).
Ma veniamo ai miei dubbi…
In rete ho trovato alcune informazioni sul sistema (omissis)

Vi chiedo quindi innanzi tutto: secondo voi è fattibile un’idea del genere?

Molti francising nel campo della moda offrono i prodotti ai loro partner con questo sistema,ma a monte ci sono aziende produttrici, che hanno tutte le autorizzazioni necessarie per produrre e pagano anche le tasse

E in ultimo, ma non per importanza, come mi devo muovere?come faccio a sapere se il progetto piace, e quindi se esistono dei potenziali fornitori prima di avere la disponibilità di un locale?il rischio è di stipulare un contratto di affitto e avviare la procedura di inizio attività (partita iva ecc.)per poi accorgermi che l’idea non piace (il rischio c’è…d’altro canto il produttore dovrebbe rinunciare ad una fetta del suo guadagno, almeno il 30% che corrisponde alla mia provvigione )
Grazie mille per l’aiuto.
Marco


Caro Marco,
come vede la Sua lettera è stata ampiamente tagliata, al punto che forse chi legge non riuscirà a comprendere di cosa stiamo parlando. Poiché però Lei lo chiede lo faccio volentieri anche perchè l'idea, pur non essendo forse totalmente nuova, è giusto che non Le venga copiata dandoLe almeno il tempo di divenire un apripista.
Credo che esista già qualcosa di questo genere fatto o tentato in passato ma ogni attività può essere variata, aggiustata, sviluppata e se Lei mettesse in atto il Suo piano, certamente farebbe qualcosa di creativamente nuovo.
Il tipo di rapporto che vorrebbe instaurare coi produttori non è nuovo. Comunque ogni collaborazione (uno che produce e Lei che vende) può essere attuata senza problemi purchè.....entrambe le parti siano a posto con le leggi fiscali.
Non è sufficiente che Lei abbia una partita IVA e versi regolarmente tutto il dovuto. Anche coloro che le procureranno le merci dovranno avere una partita IVA e scaricare regolarmente con bolla la consegna della merce. Sulla bolla dovrà essere segnato il tipo di vendita (Lei capisce) e regolarmente dovrà, a tempo debito, regolare la situazione.
Su questo qualsiasi Commercialista Le saprà dare tutte le informazioni del caso.
Se il Suo fornitore dovesse essere un semplice hobbista non potrà fare quello che Lei vorrebbe. Oggi non esistono più nemmeno nei mercatini dell'usato gli hobbisti che vendono senza scontrino fiscale.

Proseguendo: mi piace l'idea di presentazione a cui accenna all'inizio della lettera e mi piace l'idea in generale.
Ha, come tutte le idee che contengono qualcosa di innovativo, una parte di aleatorietà che però non può essere eliminata e che fa parte del rischio d'impresa.
Infine, mi chiede cosa dovrebbe fare per iniziare.
Personalmente non affitterei ovviamente alcun locale e non aprirei alcuna partita iva. Prima di questo dovrebbe esserci una fase di studio, di analisi dei costi e di presa contatto con i potenziali fornitori per spiegare cosa vorrebbe fare e cosa chiede loro.
In pratica, diciamo che dovrebbe mettere su carta tutti i possibili costi a cui andrebbe incontro: apertura partita iva, gestione e spesa commercialista e, dopo un'analisi attenta sul luogo di potenziale apertura del punto vendita, informarsi dei costi dell'affitto e delle spese collegate (tasse comunali, assicurazioni, luce e gas ed una miriade di altri impegni).
Queste spese vanno aggiunte alle prime per fare un business plan (anche se molto semplice) in modo d'avere ben chiaro l'impegno sicuro di spese mensili a cui andrebbe incontro. A queste potenziali esborsi deve aggiungere ciò che Lei vorrebbe guadagnare (calcolando che sul Suo guadagno dovrà poi pagare le tasse).
A questo punto Lei arriverà ad un totale che dovrà assolutamente entrarLe in tasca attraverso la vendita.
Poiché Lei venderà cose diverse dai costi diversi, dovrà valutare il potenziale mercato relativo ad ogni singolo settore di prodotti per capire quanti oggetti dovrebbe vendere per rientrare e coprire i Suoi costi e guadagno.
Chiaramente, la vendita dei prodotti è subordinata al posizionamento del punto vendita. In altri termini: se vende oggetti raffinati dal costo elevato avrà maggiori possibilità di sviluppare il lavoro in centro città (Torino). Di contro, se dovesse aprire un punto vendita in un paese della cintura o comunque in una realtà di non eccessiva presenta di alto-spendenti, anche i prodotti offerti dovranno essere proporzionati alla tipologia del potenziale acquirente.
Si faccia un elenco dei settori o dei prodotti che possono interessarLe. Cerchi poi i possibili produttori contattandoli, come detto in precedenza, spiegando loro cosa vorrebbe fare, facendo capire l'opportunità di collaborare proponendo un accordo di vendita al 50% dell'incassato e spiegando loro la tecnica che Lei ha scritto a me e che non ho pubblicato.
Se Lei è un bravo venditore d'idee, potrebbe riuscire a passare loro l'entusiasmo di questa idea e dell'opportunità che Lei potrebbe dar loro.
Potrebbe anche iniziare a farsi consegnare (in conto visione) qualche articolo dicendo che Le servirà per iniziare una fase di test per verificare l'idea sul campo.
Con questi prodotti in visione potrà coinvolgere amici, conoscenti e, ancor più importanti, illustri sconosciuti senza vincoli di amicizia e quindi più liberi d'esprimersi, mostrando loro gli oggetti per capire se suscitano interesse.
Da questi contatti (più sono, meglio sarà) potrà farsi un'idea sulla fattibilità del Suo progetto e sui numeri che potrebbero uscirne.
Se tutto va come vorrebbe, parta. Se dovesse avere dubbi o ritenere che comunque non riuscirebbe a vendere con continuità (perchè anche questo è importante) si fermi e decida se interrompere o prendere tempo per studiare meglio il progetto.
In bocca al lupo!